sabato 14 febbraio 2015
A Sanremo Panariello arriva a sorpresa in sala stampa opo reunion Al Bano-Romina e Spandau, proviamo Merkel-Tsipras
Giorgio Panariello irrompe in sala stampa all'Ariston, ed è subito show. Evocato dal conduttore di Sanremo, Carlo Conti, che lo chiama "fratello" e spiega di averlo invitato perché "ogni ciambellone, per essere perfetto, deve avere un bel buco al centro", Panariello si presenta nel Roof dell'Ariston ed esordisce: "Carlo mi ha chiamato stamattina dicendo: 'Ranieri non può venire, fai un salto te'. Suggerirei di cambiare nome al festival, ormai è il festival di San Carlo. Sono contento di essere qui in un momento così importante della sua carriera, è una bella emozione". Inevitabile il riferimento alla sua conduzione dell'edizione 2006: "Si parla di festival 2.0, ma qui non è cambiato niente. Comunque bisognerebbe cambiare lo slogan: 'Tutti cinguettano Sanremo'. Quando ho fatto io il festival, non dormivo la notte al pensiero di come era andata. Ora lo sai immediatamente. Certo, però - scherza rivolgendosi al conduttore - darmi del buco davanti alla stampa internazionale... Te ne sarò eternamente grato". "Questo festival - conclude Panariello - una cosa l'ha fatta: riuscire e riunire Al Bano e Romina e gli Spandau: fra un poco ce ne andiamo a Bruxelles, a vedere se si può fare qualcosa per mettere d'accordo la Merkel e Tsipras"
FOTO DI CLAUDIO ONORATI
Notizia Ansa
venerdì 13 febbraio 2015
Sanremo 2015, chi è Lara Fabian? La star internazionale che nessuno ha mai sentito
Tutti abbiamo avuto in classe uno come Carlo Conti. No, non intendo uno arso vivo dalle lampade, perché ai tempi delle scuole, si suppone, la lampada ancora non è entrato nel nostro panorama ottico. No, non intendo neanche uno che fa battute che non fanno ridere e che però ride nel farle, perché in quella categoria, ai tempi delle scuole, rientriamo un po’ tutti. Per il Carlo Conti che era in classe con noi intendo quello che viene catalogato come il corrispettivo simpatico dell’italiano medio, quello non particolarmente acculturato, anzi, più decisamente tendente all’ignorante che al colto. Quello che se deve citare una frase, e cavolo se non cita frasi, finisce per tirare fuori gli slogan delle pubblicità o le frasi da Bacio Perugina, anche se gli va riconosciuta una certa capacità interpretativa, per cui nel dire idiozie immonde sembra abbia scoperto il segreto della felicità terrena. Quello, per farla breve, che se deve far colpo su una ragazza cita le canzoni dei Modà o i libri di Fabio Volo (ai nostri tempi Baglioni e Milan Kundera), e nonostante questo, stupore, non finisce a toccarsi da solo nel buio della propria cameretta.
Ecco, questo si intende per Carlo Conti, l’italiano medio nella sua medietà. Uno che, però, siccome non è stupido, una volta ogni tanto, molto raramente, ringraziando Iddio, ci stupisce citando un nome ricercato, magari tira fuori per primo un libro destinato a diventare di culto come quello sul Riccio di qualche anno fa, o un film che non rientra esattamente nella spazzatura, niente di altissimo, ma non certo il solito monnezzone, che so?, fosse oggi la versione cinematografica del Riccio (ho fatto tardi per seguire il Festival, ieri, abbiate pietà di me). Ecco, quel Carlo Conti lì, quello che vuole stupire citando un nome che i più non conoscono, ci riesce e, guarda te, spiazza anche quelli come noi, che si ritengo più colti, diciamolo, anche più intelligenti, tutti lì, poi, a fare ricerche approfondite per capire di chi stia parlando, dopo aver abbozzato un sorriso di assenso che in realtà malcelava spiazzamento e sconcerto.
Perché, diciamolo apertamente, quando nello stilare l’elenco dei partecipanti Carlo Conti ha detto che ci sarebbe stata una star internazionale, e ha poi tirato fuori dal metaforico cilindro il nome di Lara Fabian in molti, se non in tutti, abbiamo detto: e chi cavolo è Lara Fabian, correndo poi su Wikipedia per cercare di colmare un vuoto. Un vuoto, anche qui ammettiamolo francamente, che ci ha lasciato sgomenti, perché noi che siamo soliti lavorare con St.Vincent come sottofondo, ne sapevamo meno di Carlo Conti, uno che ha provato a convincerci che Cirilli è un comico, salvo poi riuscirci contrapponendogli i Boiler e Alessandro Siani.
Lara Fabian, ci siamo detti, dove cavolo l’è andata a scovare, con la stessa faccia sgomenta di quando il nostro amico che ne sa davvero sempre una più di noi ci aveva tirato fuori la chicca delle chicche, che so? Il featuring sotto falso nome di David Sylvian nel lato B di un singolo di Alyson Moyet degli anni Novanta. Solo che a leggere la biografia di Wikipedia non è che il gap culturale tra noi e un momentaneamente in vantaggio Carlo Conti si fosse esattamente colmato. Anzi, la domanda su chi cacchio fosse Lara Fabian è rimasta ancorata in noi come una tenia. Abbiamo letto che è nata in Belgio, e l’idea che il Belgio avesse esportato una popstar ci ha lasciato ancora più sgomenti del fatto che noi non ne fossimo a conoscenza. Poi abbiamo letto che era stata naturalizzata canadese, e su questo si era addirittura aperto un dibattito interno, che ci aveva portato di nuovo a oltrepassare il confine tra sanità mentale e follia. Poi abbiamo letto che ha partecipato nel 1988 all’Eurofestival, così si chiamava allora, in rappresentanza del Lussemburgo, e il sospetto che Carlo Conti ci stesse prendendo per i fondelli ha cominciato a farsi largo in noi (specie quando leggiamo che quell’edizione l’ha vinta Celine Dion in rappresentanza della Svizzera). A scorrere la sua biografia nulla ci appare di riconoscibile, di sedimentato nella nostra memoria.
Poi arriva il Festival, Lara Fabian viene introdotta dalle note del suo brano più celebre, e sul momento ci siamo detti “ah, ecco dove l’abbiamo sentita”, salvo poi tornare in noi e prenderci a schiaffi da soli, perché a essere anche solo vagamente onesti il brano in questione non è proprio farina del sacco di Lara Fabian, trattandosi dell’Adagio di Albinoni. Nel vederla lì sul palco ci sentiamo nuovamente in colpa, con Carlo Conti che giganteggia sul nostro senso del dovere. Poi attacca a cantare Voce, e a parte ripiombare di colpo nel cuore brutto degli anni 80, quando eravamo i protagonisti sfigati del brano Tapparella di Elio e le Storie Tese, capiamo che il buon vecchio presentatore di Firenze ci ha davvero preso in giro, come noi italiani quando spacciamo in giro per il mondo la storiella che Pupo è un grande cantante.
“Out of here”: gli alieni e le passioni di PierBo in mostra al Margutta RistorArte
L’artista sarà protagonista anche di una performance live per la cena di San Valentino, sempre presso il Margutta RistorArte. La sua opera verrà poi messa in vendita la sera stessa, e il ricavato sarà devoluto in beneficenza all’associazione Emergenza Sorrisi.
Un’esplosione geniale di colori, idee, messaggi, emozioni, provocazioni e oggetti stranamente attaccati alle tele che sfidano la forza della gravità. Si presenta così, in poche parole, la mostra di PierBo“Out of Here”, inaugurata presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte di Roma, a cura di Francesca Barbi Marinetti e organizzata da Tina Vannini. Sono 27 i quadri in mostra, più un diario sfogliabile posto su un leggio. La mostra, ad ingresso libero, durerà sino al 15 marzo.
Tanti gli ospiti intervenuti durante il vernissage d’apertura: la giornalista Floriana Bertelli, la cantante e atttrice Mita Medici, il conduttore e giornalista radiofonico Daniel Della Seta, da Cento Vetrine le attrici Cristina Moglia e Beatrice Aiello, il fotografo dei vip Gianni Brucculeri, la conduttrice SamyaAbbary, l’ex Miss Italia Nadia Bengala, la psicoterapeuta Irene Bozzi, Natalino Candido, L'editore Giò Di Giorgio con la Principessa Conny Caracciolo. La serata ha visto anche una divertente performance di recitazione su un testo scritto per l'occasione dallo scrittore e sceneggiatore Maurizio Cohen e ispirato alle opere esposte. Ma ci sono stati applausi e flash anche per le simpatiche maschere di Batman e Silvio Berlusconi.
L’esposizione combina passione e fantasia, quotidianità e straordinarietà: non c’è un filo conduttore a livello tematico, quanto le emozioni e i desideri di un artista che usa la tela come specchio e come lente d’ingrandimento, per scoprire se stesso, ma anche tutto ciò che lo circonda. Alternando episodi reali a realtà parallele, l’artista colpisce per il suo stile incisivo, essenziale, forte, arrabbiato, emozionante e colorato. Molte le icone che scendono dall’olimpo per prendere una posizione nella lotta quotidiana: da Clint Eastwood a Fabrizio De André.Ma non finisce qui: PierBo sarà protagonista anche di una performance live per la cena di San Valentino, sempre presso il Margutta RistorArte. La sua opera verrà poi messa in vendita la sera stessa, e il ricavato sarà devoluto in beneficenza all’associazioneEmergenza Sorrisi. “Artista prolifico e generoso, produce tele scritte, colorate, affollate di personaggi ingombranti – dichiara la curatrice Francesca Barbi Marinetti - dagli alieni ai grandi del Rock, dalle icone della politica o dello star system fino all’Ego sovraesposto, ferito ma ostinatamente reattivo. Il suo mondo è quello della sopravvivenza agli amori delusi, all’amarezza delle convinzioni che recidono i fiori, al bombardamento mediatico del potere che condiziona la vita. Ma è anche la leggerezza di un supereroe da sognare e conservare nel pozzo salvifico della memoria infantile”. “Lo stile che ho seguito per la mia mostra è molto facile da descrivere: è semplicemente il mio, e non so che roba sia – spiega l’artista PierBo - Non conosco un artista contemporaneo vivente, sono ignorante in materia. Cinque anni fa sono uscito da casa e ho comprato una tela e colori, il resto è venuto. Credo che ogni quadro sia diverso. E voglio che sia così. Che piacciano o meno, nessuno deve avere uno stesso quadro: lo troverei una mancanza di rispetto. Per il resto parto da un'idea, da un oggetto, da una frase ascoltata al bar o appuntata sul blocco sul comodino”.
PierBo, nome in arte di Pietro Bottai, classe 1974, ha studiato al Liceo Classico e si è laureato col massimo dei voti presso la facoltà di Lettere e Filosofia, a 35 anni. Finora ha scritto e viaggiato, studiato e imparato. E oggi è pronto per la sua prima mostra personale. Pietro si è approcciato al mondo della pittura con lo stupore di un bambino: ha preso il pennello e lo ha intinto nell’acrilico per colorare quella tela bianca con emozioni e poesia, riversando rabbia e amore. Proprio l’amore è uno dei principali protagonisti delle sue opere, che vive sempre con passione e incredibile fantasia. “Presentato da alcuni amici, mi invitò a casa sua per un caffè – racconta Tina Vannini, proprietaria del Margutta RistorArte -
Mi catapulta sin da subito nel suo mondo e nel giro di poco mi sembra di sapere tutto di lui e della sua anima, fragile ma coraggiosa, arrogante e delicata, sognante e cruda. Mentre parla osservo le sue tele, di una coerenza disarmante e rarissima. Ne percepisco energia, purezza, depressione, ironia. Mi rendo conto che lui è totalmente ritratto in ogni segno, colore e oggetto presenti su quelle tele. Al momento di congedarci mi dice “Oddio, mi sono dimenticato il caffè” e scoppiamo a ridere. Ma vado via con la consapevolezza che ho un nuovo insolito artista-poeta da raccontare”.
Foto By Luigi Giordani
Michela Di Cuffia
giovedì 12 febbraio 2015
Luciana Frazzetto maestra delle risate, in 'Tutti pazzi per mamma', Roma Teatro Anfitrione
con Gianni Franco, Andrea Dianetti, Roberta De Roberto, regia di Massimo Milazzo.
Una famiglia strampalata, eccentrica e confusionaria, ambientazione romana verace, una donna che fa le veci del vero capofamiglia riuscendo a tenere le fila fra un marito, un figlio e una nuora che da soli provocherebbero solo disastri.
Questo in breve lo scenario di "Tutti pazzi per mamma", commedia in scena al Teatro Anfitrione a via di San Saba, poco distante da Porta San Paolo (Piramide) a Roma. Protagonista assoluta Luciana Frazzetto, attrice poliedrica che ha fatto dell'umorismo e della risata i suoi cavalli di battaglia. Arguta nella sua comicità, eccola sul palcoscenico con questa commedia che getta uno sguardo nel modus vivendi di questa famiglia particolare: un marito, interpretato da Gianni Franco, che di certo dalla sua non ha il coraggio né la capacità di affrontare la vita "di petto" ed è pure affetto da parecchie manie, poi il figlio di trent'anni, portato in scena da Andrea Dianetti, tutto fuorché un adulto fatto, schiavo delle sue passioni per animali in via di estinzione e piante rare, affiancato da una moglie inavvicinabile per un alito tutt'altro che profumato, in più volitiva e invadente, interpretata sul palco da Roberta De Roberto.
Il mix è questo e le gag che costellano il racconto saranno capaci di strappare risate continue agli spettatori. Il tutto orchestrato dalla sapiente regia di Massimo Milazzo che ha costruito lo spettacolo su questa nuova commedia di Luca Giacomozzi.
Ospiti intervenuti: Alex Partexano, Pino Ammendola,Roberta Sanzò,Marchesa d'Aragona,Giò Di Sarno,Alessandra Filtotei,Stefano Miceli,Girberta Pristino,Davide Baudone, Mario Stavolo,Adriana Russo,Tony al Parlamento, Valerio Alba,Adriano Bettinelli, Tommy Ferretti,Leonardo Madier...
Foto By Adriano Di Benedetto
Michela Di Cuffia
mercoledì 11 febbraio 2015
SOLO DI SABATO di Francesca Angeli Regia Roberto Biselli
con: Claudia Campagnola e Maurizio Modesti
Scenografia EMANZ snc (di E. Zauli e S. Caparrini)
Disegno luci Umberto Giorgi
Sonorizzazioni Daniele Tomassini
Assistente alla regia Samuele Chiovoloni
Costumi Morena Fanny Raimondo
Organizzazione Biancamaria Cola
“Solo di Sabato” è una deliziosa commedia agrodolce dove ci sono
Ernesto ed Eloisa, colti intellettuali di sinistra, in crisi per il riflusso
politico e per l’età, Nicol e Carlo, rampolli di una fatua nobiltà, anche loro
in crisi d’identità nell’era della ricchezza globalizzata e naturalmente i
padroni di casa, Dori e Marcello, cafoni arricchiti, che hanno dedicato la loro
vita all’accumulo di denaro. Mentre di là si consuma la festa, la serata si
trasforma di volta in volta in un esilarante precipitare degli eventi, dove
crisi esistenziali, equivoci e tradimenti portano al limite della rottura
quella bella vita di comodo in cui tutti si erano rifugiati, compresi gli
stessi attori.
Infatti, oltre all’intreccio delle vicende umane, nello
spettacolo c’è un gioco di vero virtuosismo teatrale, fonte di comicità
assoluta: due soli attori che, per dichiarate ragioni di necessità, (la
compagnia si è dissolta), fanno tutte le parti.
Così come il dialogo non lascia tregua al pubblico (e agli
interpreti), anche l’azione li travolge in un susseguirsi rocambolesco di
travestimenti e di spogliarelli -psicologici e non- fuori e dietro le quinte.
Una macchina comica insomma, che con un occhio a Michael Frayn,
porta al parossismo le divertenti assurdità delle coppie e soprattutto la
fantasia e la magia del teatro.
Molti ospiti sia Vip che non: Marco Morandi,Alex Partexano,Conny Caracciolo, Giò Di Giorgio,Cristina Mazzetti, Anthony Peth,Elena Orsola,Simone Amato,Enrica Guidi...
Foto By Adriano Di Benedetto
Erika Ciancio
Metti la testa a posto a Sanremo 2015 di Lino Sorrentino
Look da
Festival
I migliori ed i peggiori... Secondo me.
Chiara e' la prima ad aprire la gara della prima serata, capelli di un bel colore rame, look finto spettinato di gran tendenza e abito giallo canarino d'altronde anche Il canarino Titti cantava.
Emma, in prima uscita in abito bianco, visti i suoi trascorsi, nostalgia di matrimonio????Emma sfoggia onde e capelli raccolti su un lato, bella lei, ma ci aspettavamo qualcosa di nuovo in quanto a moda-capelli. Emma perdi colpi???
I migliori ed i peggiori... Secondo me.
Chiara e' la prima ad aprire la gara della prima serata, capelli di un bel colore rame, look finto spettinato di gran tendenza e abito giallo canarino d'altronde anche Il canarino Titti cantava.
Emma, in prima uscita in abito bianco, visti i suoi trascorsi, nostalgia di matrimonio????Emma sfoggia onde e capelli raccolti su un lato, bella lei, ma ci aspettavamo qualcosa di nuovo in quanto a moda-capelli. Emma perdi colpi???
Gianluca Grignani cavalca l'onda dello chignon al maschile come già visto sui red carpet internazionali... Lui può!!!
Arisa, tornata mora e con un simpatico taglio alla garçonne sfila in abito rosso...Brava Arisa!
Sanremo in rosso anche per Malika, grande artista ma riguardo ai capelli proprio non trova il suo tono di biondo dal giallo uovo al beige pallido, tristi anche le unghiette nere ma la sua voce ti apre il cuore.
Ancora rosso per Rocio fidanzato del Raoul nazionale, elegante e sofisticata con scriminatura centrale e raccolto basso molto "flamenco".
Ma tutto questo rosso non farà arrabbiare il toro nero Carlo Conti???
"Il regalo più grande" della serata ci viene dall'esibizione di Tiziano Ferro, elegantissimo ed impeccabile nel suo smoking e che ci ha incantato col suo medley di vecchi successi.
Pardon, ma Annalisa non è proprio riuscita a passare dal parrucchiere per non parlare di Siani che oltre a fare battutacce ai bambini in sovrappeso aveva i capelli bagnati come se avesse fatto un tuffo in mare prima dell'esibizione.
hairstylist Lino Sorrentino