venerdì 5 marzo 2021

Lo chiamavano Teatro, il corto di Luca Basile, con Fabrizio Colica e Ludovica Di Donato

 


Ad un anno esatto dalla comparsa del virus e dal blocco totale delle attività in tutti i teatri italiani, è stato realizzato un corto dal titolo emblematico “Lo chiamavano Teatro”, scritto ed interpretato da Luca Basile, con la regia di Riccardo Giacomini, girato nel Teatro Trastevere di Roma, produzione Clan sui Generis.

Uno short movie che parte dall’anno 1 d.c. (dopo Covid), per richiamare l’attenzione proprio sugli effetti devastanti che un solo anno senza teatro è riuscito a creare in un settore sempre più impoverito,  al quale questa pandemia sembra aver dato il colpo finale. 



Al corto hanno partecipato Fabrizio Colica, Ludovica Di Donato (la giovane attrice divenuta virale per i suoi video su Tik Tok), Luca Basile, Elena Perrone, Matteo Cirillo, Viviana Colais, Fortunato Marco Iannaccone, Silvia La Monaca, Christian Laiontini e la piccola Nina Del Buono d’Ondes.

A distanza di un anno dalla chiusura dei teatri a livello nazionale, un gruppo di curiosi muniti di mascherina si dedica ad una passeggiata archeologica condotti da Fabrizio Colica nei panni di una guida d’eccezione. E’ l’1 d.C. (primo anno dopo Covid) e lentamente, sebbene con molte cautele,  le persone cominciano a partecipare alle visite guidate. Si tratta in questo caso di un gruppo eterogeneo: una coppia di ipocondriaci (Luca Basile ed Elena Perrone), di entusiasti sempre alla ricerca di nuove chicche da raccontare (Matteo Cirillo e Viviana Colais) ed una coppia improbabile poco aperta alle novità (Fortunato Marco Iannaccone e Silvia La Monaca). Segue il gruppo Ludovica Di Donato, nei panni di una spassosa maestra che porta la propria allieva (Nina Del Buono d’Ondes) nelle sue passeggiate archeologiche.

Il corto nasce per voler dar voce alla condizione di tutti i teatri nazionali, un  “occhio di bue” sulla situazione emergenziale di un’arte che in Italia rischia di scomparire.



Una realtà fatta di entrate contingentate, prenotazioni obbligatorie, plexyglass, amuchina e chi più ne ha più ne metta.

La risposta è attesa dalle istituzioni che per ora ammettono candidamente che per il teatro ancora si può aspettare. Per ora il teatro “è dimenticato ma loro ne conserveranno la memoria”.

Quando mi è stato proposto questo ruolo all’interno del cortometraggio, dichiaraFabrizio Colica, non ci ho pensato due volte. L’idea di lanciare un grido sul web con ironia in difesa del teatro, mi elettrizzava. Sono più di quattro anni che faccio video sul web e devo dire che ho avuto la fortuna di non aver mai smesso di lavorare, anche nei momenti di chiusura più stringenti. Ma il teatro mi manca parecchio. A mancarmi non è tanto il ruolo che ogni tanto mi capitava di coprire sul palco, ma è la poltrona in platea. Mi manca l’emozione del silenzio e delle luci spente prima che lo spettacolo abbia inizio.



Sono abbastanza fiducioso che tutto prima o poi (spero più prima che poi) avrà di nuovo inizio. Perché non esiste una società senza il teatro. Non esiste una società senza cultura.

Ludovica Di Donato, invece, dichiara: “Adoro la penna di Luca Basile. Eravamo al telefono e Luca mi lesse la sceneggiatura. Senza un minimo di esitazione risposi:"Facciamolo". Hanno imbavagliato il teatro ed ogni forma di arte. Non potevamo donargli voce migliore. Il teatro è la cosa più naturale per me. Non ricordo quando ho imparato a "fare teatro". Lo faccio. Se io fossi stata un'altra persona magari non avrei mai saputo cosa è realmente il teatro. Io lo conosco in quanto "essere" Ludovica, così come sono nata.”

Come dichiara lo stesso autore ed attore Luca Basile: “quando ho avuto questa idea e coinvolto i miei colleghi attori, non avrei mai pensato di trovare tanta sinergia. Non solo gli attori ma anche la troupe tecnica ed il Teatro Trastevere hanno dato la totale disponibilità perché questo piccolo corto accendesse l’ennesimo occhio di bue sulla situazione emergenziale di un’arte che in Italia rischia di scomparire. Un anno di assenza allo stato attuale che rende estremamente incerto il futuro del teatro. E’ passato un anno ma per chi vive di questo, per chi come me era in tourneè da quattro anni con lo spettacolo Che disastro di commedia e si preparava, dopo il debutto al Teatro Lyrick di Assisi seguito dall’Alfieri di Torino, a fare il giro dei teatri nazionali con il sequel Che disastro di Peter Pan, è stata più di una doccia fredda, è stata una rivoluzione degli obiettivi a medio lungo termine, un ripensamento del proprio ruolo e un forzato addio alle scene per trovare alternative durature non più saltuarie per sopravvivere.”



Dichiara invece il regista Riccardo Giacomini: Credo fosse novembre e Luca Basile mi chiamò parlandomi di questa sua idea di voler scherzare sul teatro come fosse una visita guidata all'interno di un luogo abbandonato da tempo. Prima ancora che finisse di spiegarmi avevo già detto sì, perché in pieno lockdown, dentro le quattro mura di casa mia, avevo fantasticato sulla stessa cosa. L'ho visto come un segno del destino, più che una coincidenza, e quindi sono stato molto contento di aver dato il mio contributo al progetto. Sul set si respirava aria di condivisione e solidarietà da parte di tutti, dal cast alla troupe.”

Il corto sarà online dal 1 marzo alle ore 15.00 e sarà trasmesso sulle pagine di tutti i teatri romani, nazionali ed associazioni, che hanno aderito all’iniziativa di sensibilizzazione.

Hanno aderito alla condivisione del corto, sui propri canali: “Bauli in piazza – We Make events Italia”, La Contrada Teatro Stabile di Trieste, Teatro Martinitt di Milano, Teatro allo Scalo di Chieti, Teatro dei Naviganti di Messina, Zo Centro Culture Contemporanee di Catania, Associazione Culturale Mezzaria di Catania, Teatro dei 3 Mestieri di Messina, Teatro Val D’Agrò di Santa Teresa Riva, Teatro Moderno di Latina, Teatro di Cestello di Firenze, Teatro Augusteo di Napoli, Teatro Cilea di Reggio Calabria, Teatro Lendi di Napoli, I Viaggiatori del Tempo compagnia teatrale di Sulmona, Teatro Summarte di Napoli, Teatro Capitan Bovo Isola della Scala, Teatro Busan Mogliano Veneto,  Teatro Bellini Montagnana, Accademia delle Belle Arti di Bari, Fenix 1530, Fertile Proud Actions, Iki Scuola di Cinema e teatro online, Progetto Farsa, Associazione Ribalta – Teatro Caesar di San Vito Romano,  Fabbrica Artistica,  Teatro Fontana di Milano, Teatro Agricolo Liverno.

Nonche i  seguenti teatri di Roma: Anfitrione, Arcobaleno, Ar.Ma Teatro Roma, Auditorium Conciliazione, Basilica, Belli, Brancaccio, Brancaccino, Centrale Preneste, Ciak, Cometaoff, Degli audaci, Dei contrari, De servi, Della Cometa, Delle muse, Di documenti, Euclide, Flaiano, Garbatella, Ghione,Golden, Italia, I Viaggi di Adriano, Le Maschere, Lo Spazio, Manzoni, Marconi, Multilingue, Nino Manfredi, Off off, Olimpico, Palazzo Santa Chiara, Parioli, Petrolini, Porta Portese, Prati, Roma, Sala Umberto, Sette, Spazio Diamante, Spazio 18B, Stanze Segrete, Teatrosophia, Testaccio, Tirso de Molina, Trastevere,  Verde e Vittoria.

Un ringraziamento doveroso a tutti coloro che hanno collaborato al progetto, a partire dal Teatro Trastevere nella persona del suo direttore Marco Zordan; e a tutta la troupe: Matteo Montaperto (direttore della fotografia), Valerio Di Tella (presa diretta), Andrea Panichi Izzotti (disegno luci), Claudia Ferri (edizione), Sara Campili (trucco), Francesco Delogu (missaggio audio), Luca Pastore (supervisore tecnico).

L’Ufficio Stampa:

Ilaria Tana: tana.ilaria@gmail.com

Stefania Vaghi: vaghistefy@gmail.com

                                                                  Giò Di Giorgio

giovedì 4 marzo 2021

“Eterno autunno Dodici incubi di carta” Il libro di Luca Spallone


Quando ho visto Luca Spallone la prima volta mi è venuto spontaneo pensare che da grande avrebbe fatto lo scrittore. Luca nasce a Roma in un tiepido giovedì, guarda caso, autunnale. Intanto Indiana Jones combatte i nazisti e i Queen cantano Under Pressure con David Bowie. Qualche anno dopo la sua famiglia si trasferisce a Campobasso, dove Luca trascorre gli anni dell’adolescenza dedicandosi per lo più a fumetti e giochi di ruolo. Torna a Roma per studiare all’Università e, tra lo stupore generale, si laurea pure. Nel tempo libero legge, scrive e beve birra, ma spesso non in quest’ordine. Attualmente vive in Molise in compagnia del suo ukulele.

“L’inferno che tu immagini non penso esista. Esistono, tuttavia, altri mondi dominati da forze misteriose. Questo libro usa una similitudine per descrivere il luogo dove si trova tua moglie adesso: l’Eterno  Autunno.”


Dodici incubi di carta. Un immaginario comune che è contemporaneamente fantastico e cupo. Attimi di trepidante attesa che si alternano a momenti di angoscia, stati d’animo penosi, omicidi e aggressioni. Qualcuno muore e qualcun altro si salva. E accade di assistere ad avvenimenti inspiegabili o prodigiosi. La scia, tracciata da Poe, è quella dove sono passati anche Lovecraft, Matheson, King ecc. per non scomodare Kafka, il re dell’assurdo descrittore di incubi.

Come vedi gli incubi non escludono l’ironia che fa capolino qua e là.

 

 

Link per acquistare il libro

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Giò Di Sarno