L’insipienza in cui sembra precipitata l’arte attuale e creativa dell’artista contemporaneo.
L’imbecillità cronica ha fatto perdere il valore culturale e creativo della pittura e delle arti visive in genere. Un opera d’arte in una delle tante biennali , mostra l’artista seduta su un bidè rosso. Questo fatto sottolinea la caduta estetica e stilistica che segna il luogo ed il genere del tempo che stiamo vivendo; un deserto culturale . Tutto ciò che fa scandalo crea curiosità; cosa che non succede mostrando un paesaggio , una natura morta, una figura o lo tsunami con migliaia di morti annegati. Qualcuno confonde , e non a caso, l’arte con la pubblicità decifrabile e velleitaria, e si lamenta dell’essenza dell’arte italiana nel mondo, con tutte le tendenze e le ricerche nei vari campi del visivo e del vissuto. Pittura e scultura, grafica, musica e poesia. Non c’è più selezione naturale da noi, ma questo non significa che non ci siano più artisti che indichino il futuro e il presente; non è semplice riconoscerli o sono ignorati di proposito dalla ufficialità , se non propongono imbecillità o scandali vari. I famosi critici fungono da guida culturale e che propongono o impongono – esercitano, a loro dire- un proprio modello sulla formazione del gusto, con il loro linguaggio esasperato ed ermetico; un fatto stilistico sulle masse belanti. A che scopo? Come le sette sorelle del petrolio, ma non è arte. Questa di oggi è una generazione , allucinante ed allucinogena, di artisti privi della memoria, del bello e del passato: mi riferisco agli artisti italiani che preferiscono la colonizzazione della cultura d’oltre oceano e sulla spinta dei propri artisti hanno creato il secondo black-out storico e culturale del nostro secolo. La prima volta è stata negli anni sessanta. Un enorme caos generale dell’imbecillità umana e del cattivo gusto. La forza dei mass media e della televisione , che in qualche modo e in qualche caso, riesce a mimetizzare anche la spazzatura, spacciandola per opere d’arte, che presto o tardi ritroveremo nei nostri cassonetti o nelle discariche a cielo aperto, dalle quali è uscita. Bene ha fatto, a suo tempo, il sindaco di Roma, Veltroni, a sfrattare, a sgomberare piazza Navona - brutta copia della francese Montmartre, a Parigi- da bancarelle e da finti pittori , con velleità artistiche e culturali, che per dimostrare la loro abilità si servono di copie o imitazioni, provenienti dalla Cina, facendole passare come proprie.Mentre invece il sindaco potrebbe , per il futuro, riservare tali spazi ai professionisti e a coloro che vivono e mantengono le proprie famiglie, vendendo le loro opere di talento unica e sola fonte di reddito , escludendo i doppi lavoristi e i perditempo con l’hobby della pittura. Creare una attrazione artistica e culturale degna di una capitale come Roma, o migliore di quella francese di Montmartre.
Piergiorgio Colautti
Pittore e scultore in Roma