lunedì 3 settembre 2012

“SE TUTTO E’ ARTE , DOVE STA L’ARTE” di Piergiorgio Colautti



Dare dei tagli su una tela bianca può considerarsi arte? Fissare un punto su un monocromo , defecare dentro un barattolo “ merda d’artista” o incartare un qualsiasi monumento , commettere un reato per attirare l’attenzione dei mass-media , per avere un momento di notorietà , senza dimostrare di avere alcun talento. Chi è che giudica? Se è vero , ma forse è vero, che basta pagare per accedere alle grandi mostre , come la Biennale di Venezia. . Quelli che guadagnano in questa situazione sono gli editori dei cataloghi di arte che approfittano delle ambizioni di coloro che con l’arte non hanno nulla a che vedere , ma prenotano pagine su pagine, su qualsiasi pubblicazione che si dice d’arte e che nessuno  compera o legge. E’ finito il tempo dei cataloghi d’arte, dei Bolaffi e dei Comanducci, dove un probabile artista passava una vita per essere incluso, per essere consacrato artista con la A maiuscola. Ed il collezionismo cominciava ad acquistare le opere di questi pochi e fortunati eletti. Oggi tutti si sentono artisti e si costruiscono anche i curricula con l’aiuto di qualche critico prezzolato che, nella sua visione, giura e descrive con parole senza senso , le opere esposte nei musei di tutto il mondo e la partecipazione alle più prestigiose esposizioni, senza indicare dove e quando, ma spuntando quotazioni da brivido. In questo modo si tende a creare , a lungo andare, delusi e stressati o disoccupati cronici, molto spesso destinati al suicidio. Ed i sopravvissuti, anche bravi e fortunati, o raccomandati in vita al colmo della fortuna, con diversi lavori artistici commissionati con la legge del 2% , come i mosaici della metropolitana di Roma che non rispecchiano minimamente il tema del treno . I vari monumenti di molte piazze inutili o poco graditi alla popolazione e i vari pupazzi cresciuti in varie parte d’Italia , quasi sempre senza concorsi , come quello della stazione Termini  di Roma, che deve essere rifatto e non si sa da chi. Tali presunti artisti , quando vengono considerati defunti nessuno li ricorda e le loro opere , super quotate in vita, scadono di valore e molto spesso finiscono nei mercatini rionali, a prezzi di saldo. Allora, secondo me, c’è qualcosa che non funziona nella meritocrazia e nella critica ufficiale nel giudicare  l’arte e gli artisti. Perché non liberare l’arte e la cultura al giudizio della gente e dare a tutti le stesse possibilità di esprimersi in libertà ed affrontare il giudizio della storia, che mette ognuno la posto che merita.
                                                                                                              Piergiorgio Colautti
                                                                                                                                                     Pittore e scultore in Roma