Presentate
anteprime, trailer e convention della stagione cinematografica 2015/2016
Spenti
i riflettori sulla 37a edizione delle
Giornate Professionali di Cinema, Sorrento resta illuminata dall'albero
che il sindaco Giuseppe Cuomo ha, come ogni anno acceso nella giornata
inaugurale della manifestazione cinematografica, regalando, unitamente a tutta
l'amministrazione comunale da lui diretta, il Buon Natale ai suoi cittadini ed
a tutti gli ospiti accorsi per le Giornate, che hanno visto protagonisti tanti
attori famosi ed in primis Belen. La giornata clou dell'evento che anche
quest'anno come sottolineato dal presidente dell'ANEC Luigi Cuciniello,
grazie al sindaco Cuomo e alla sua amministrazione, non ha fatto mancare
attraverso l’accoglienza e l’attenzione riservate alla manifestazione, prodotta
e organizzata dall’ANEC, con la collaborazione dell’ANEM e dell’ANICA,
a cui hanno preso parte circa 1400 accreditati tra rappresentanti
dell’industria cinematografica, operatori, artisti e giornalisti, e seguita con
grande partecipazione dal pubblico cittadino, è stata quella della
consegna dei Biglietti d'Oro.
I Biglietti
d’Oro del cinema italiano vengono assegnati dall’ANEC, associazione
esercenti cinema, ai film che, nelle sale monitorate da Cinetel, hanno
venduto più biglietti nella stagione cinematografica 2013-2014, con riferimento
al periodo 1 dicembre 2013 – 30 novembre 2014. Nel corso della serata, svoltasi
al Teatro Tasso e presentata da Lorena Bianchetti, con la
partecipazione di Paolo Cevoli i Biglietti d'Oro: sono stati consegnati
ai vincitori che sono: “FROZEN – IL REGNO DI GHIACCIO”, “MALEFICENT” E “UN
BOSS IN SALOTTO”.
Tra i
primi tre italiani oltre al film di Miniero anche “Sotto una buona
stella” e “Colpi di fortuna”.
Alle
società Warner Bros Italia, Universal Pictures e 01 Distribution è stato
consegnato il Biglietto d’Oro per le case di distribuzione classificate
rispettivamente al primo, secondo e terzo posto per numero di spettatori.
L'altro
grande riconoscimento delle Chiavi d’oro del successo, ha portato in
teatro i vincitori del trofeo: registi, sceneggiatori e interpreti principali
dei primi tre film italiani in classifica Carlo Verdone, Christian De Sica,
Paola Cortellesi, Luca Argentero, Luca Miniero, Lillo e Greg saliti sul palco per ritirare i premi fra
scroscianti applausi del pubblico, che a parte gli addetti ali lavori, ha
veramente dovuto lottare per trovare un biglietto d'accesso alla serata data
l'esiguità di posti che il Tasso offre rispetto alla sala Sirene dell’Hilton
Sorrento Palace, protagonista del maggior numero di proiezioni di film in
anteprima, trailer e convention delle case cinematografiche che in
collaborazione con l'ANEC, con gli esercenti dell’ANEM e i distributori
dell’ANICA, organizzano unitamente ad
incontri con gli artisti.
La
quarta giornata, quella di chiusura ufficiale, perchè comunque la
programmazione di proiezioni si è protratta per altre 3 giornate, ha visto come
protagonista l'anteprima di CON TUTTO L’AMORE CHE HO di Angelo Antonucci
con Cristel Carrisi, Barbara De Rossi, Sandra Milo, Vincenzo Soriano, Patrizio
Rispo, Biagio d’Anelli, Fabio Ferrante, Elena Fonga e Anthony Manfredonia
(90’).
Fra i numerosi film proiettati in anteprima particolarmente discusso è stato quello di Four Distribution/Draka Production: NOMI E COGNOMI di Sebastiano Rizzo, con Maria Grazia Cucinotta, Enrico Lo Verso, Dino Abbrescia e Mingo De Pasquale (99’)
I protagonisti Maria Grazia Cucinotta ed Enrico lo Verso con il regista sono stati accolti dal pubblico con grande interesse per la storia raccontata da questo loro film che storicamente tutti viviamo. Il lavoro interpretato in primis da Lo Verso e la Cucinotta ha voluto ricordare l'imposizione di leggi che la malavita ordina e l'impegno di giornalisti che per una perfetta rispondenza alla deontologia professionale e al ruolo di lavoro che hanno deciso di interpretare nella loro vita, cercano di evidenziare le verità con grandi pericoli per la loro incolumità e per le stesse costrizioni a non denuncia che gli editori dell'informazione per motivi di direttiva politica impongono di non denunciare o di denunciare in forma non del tutto veritiera. Stesso ragionamento, nel film, va fatto per i tutori dell'Ordine Pubblico che orgogliosi della loro onestà non vogliono piegarsi ai messaggi ed alle azioni che mafia e camorra a loro impongono, finendo poi dopo varie minacce ed intimidazioni, sia il poliziotto che il giornalista col pagare con la vita questi loro grandi meriti messi al servizio della società. Il film mette in evidenza anche il valore di questi conduttori della battaglia pro onestà che riescono a trascinarsi dietro altre giovani leve di cui la società ha tanto bisogno per una visione non arrendevolista a quello che è il cancro dello sviluppo dell'onestà per una vita sana e prosperosa di valori umani, sinceri e negli interessi di tutti. Qualcuno ha osservato, a termine proiezione, che il film poteva rappresentare una ripetitività di denuncia di quello che il malcostume imperante e la malavita storica realizzano anche perchè la fine del poliziotto e la fine dello stesso direttore del giornale “Il Paese del Sud” poi cambiato in “Nomi e Cognomi” è segnata dall'uccisione di entrambe e quindi non fa vedere una risoluzione positiva del problema. Riteniamo invece che la non falsificazione della vita reale con visioni ottimistiche del problema e il ricordo fatto a tutti gli operatori dell'informazione e della difesa dell'ordine pubblico di quelli che sono i loro compiti statutari ed inconfondibili di onestà di documentazione e di difesa della legge vanno, come accade in questo film, apprezzati e sempre più ricordati a tutti anche per i valori che questo lavoro cinematografico assume nel ricordare tante vittime di questo sistema come Giancarlo Siani, Anna Politkovskaja, Pippo Fava e tanti altri che semplicemente raccontando i fatti creano un servizio all'umanità con un concetto etico del giornalismo “...e a tutti i Giornalisti e Cronisti che hanno pagato con LA VITA la dedizione al proprio lavoro...”, come recita una frase finale del film, con l'impegno a riportare, vivi, altissimi e nobilissimi sentimenti. E' dunque duopo ricordare, come avvenuto in questo film, le parole di Anna Politkovskaja: “Il compito di un dottore è guarire i pazienti, il compito di un cantante è cantare...L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede”. Presente in sala Valerio Caprara, che salutando e ringraziando il regista del film che lo aveva invitato, ha detto esplicitamente, come è sua prassi e chiaramente per la professionalità di grande critico che gli appartiene: “Capisco la professionalità, le auguro il meglio, certo soggetto e sceneggiatura sono di una ridondanza, se uno è buono non bisogna farlo buonissimo, se uno è cattivo non bisogna farlo cattivissimo, se uno è del PD non può fare anche il Democristiano del best seller. Poi voglio dire sembra un po ingenuo, bastava far venire la troupe di Santoro, ne fanno 2000 escono pure sui twitter, lo trovo molto ingenuo, per carità tutto professionale, non c'è niente da dire, probabilmente è anche necessaria una visione di questo genere, però ho trovato il soggetto e la sceneggiatura non soddisfacente”. Rifacendosi, infine, alle necessità espresse dal film per far vivere il giornale Nomi e Cognomi, Caprara ha affermato, a mo' di battuta, “Però gli sponsor li avete trovati voi!”
Fra i numerosi film proiettati in anteprima particolarmente discusso è stato quello di Four Distribution/Draka Production: NOMI E COGNOMI di Sebastiano Rizzo, con Maria Grazia Cucinotta, Enrico Lo Verso, Dino Abbrescia e Mingo De Pasquale (99’)
I protagonisti Maria Grazia Cucinotta ed Enrico lo Verso con il regista sono stati accolti dal pubblico con grande interesse per la storia raccontata da questo loro film che storicamente tutti viviamo. Il lavoro interpretato in primis da Lo Verso e la Cucinotta ha voluto ricordare l'imposizione di leggi che la malavita ordina e l'impegno di giornalisti che per una perfetta rispondenza alla deontologia professionale e al ruolo di lavoro che hanno deciso di interpretare nella loro vita, cercano di evidenziare le verità con grandi pericoli per la loro incolumità e per le stesse costrizioni a non denuncia che gli editori dell'informazione per motivi di direttiva politica impongono di non denunciare o di denunciare in forma non del tutto veritiera. Stesso ragionamento, nel film, va fatto per i tutori dell'Ordine Pubblico che orgogliosi della loro onestà non vogliono piegarsi ai messaggi ed alle azioni che mafia e camorra a loro impongono, finendo poi dopo varie minacce ed intimidazioni, sia il poliziotto che il giornalista col pagare con la vita questi loro grandi meriti messi al servizio della società. Il film mette in evidenza anche il valore di questi conduttori della battaglia pro onestà che riescono a trascinarsi dietro altre giovani leve di cui la società ha tanto bisogno per una visione non arrendevolista a quello che è il cancro dello sviluppo dell'onestà per una vita sana e prosperosa di valori umani, sinceri e negli interessi di tutti. Qualcuno ha osservato, a termine proiezione, che il film poteva rappresentare una ripetitività di denuncia di quello che il malcostume imperante e la malavita storica realizzano anche perchè la fine del poliziotto e la fine dello stesso direttore del giornale “Il Paese del Sud” poi cambiato in “Nomi e Cognomi” è segnata dall'uccisione di entrambe e quindi non fa vedere una risoluzione positiva del problema. Riteniamo invece che la non falsificazione della vita reale con visioni ottimistiche del problema e il ricordo fatto a tutti gli operatori dell'informazione e della difesa dell'ordine pubblico di quelli che sono i loro compiti statutari ed inconfondibili di onestà di documentazione e di difesa della legge vanno, come accade in questo film, apprezzati e sempre più ricordati a tutti anche per i valori che questo lavoro cinematografico assume nel ricordare tante vittime di questo sistema come Giancarlo Siani, Anna Politkovskaja, Pippo Fava e tanti altri che semplicemente raccontando i fatti creano un servizio all'umanità con un concetto etico del giornalismo “...e a tutti i Giornalisti e Cronisti che hanno pagato con LA VITA la dedizione al proprio lavoro...”, come recita una frase finale del film, con l'impegno a riportare, vivi, altissimi e nobilissimi sentimenti. E' dunque duopo ricordare, come avvenuto in questo film, le parole di Anna Politkovskaja: “Il compito di un dottore è guarire i pazienti, il compito di un cantante è cantare...L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede”. Presente in sala Valerio Caprara, che salutando e ringraziando il regista del film che lo aveva invitato, ha detto esplicitamente, come è sua prassi e chiaramente per la professionalità di grande critico che gli appartiene: “Capisco la professionalità, le auguro il meglio, certo soggetto e sceneggiatura sono di una ridondanza, se uno è buono non bisogna farlo buonissimo, se uno è cattivo non bisogna farlo cattivissimo, se uno è del PD non può fare anche il Democristiano del best seller. Poi voglio dire sembra un po ingenuo, bastava far venire la troupe di Santoro, ne fanno 2000 escono pure sui twitter, lo trovo molto ingenuo, per carità tutto professionale, non c'è niente da dire, probabilmente è anche necessaria una visione di questo genere, però ho trovato il soggetto e la sceneggiatura non soddisfacente”. Rifacendosi, infine, alle necessità espresse dal film per far vivere il giornale Nomi e Cognomi, Caprara ha affermato, a mo' di battuta, “Però gli sponsor li avete trovati voi!”
Di parere che noi
riteniamo anche di grande giustizia è Sebastiano Rizzo che afferma:”Del
buon giornalismo si può fare, anche se si parla di discariche abusive e ci si
scontra con i poteri forti”. Il film, ambientato in un paese del Sud non ben
identificato, dimostra come uomini che dovrebbero fare semplicemente il proprio
lavoro, nella società in cui viviamo, vengono scambiati per eroi.
Enrico Lo Verso protagonista del film insieme alla
Cucinotta ha espresso il suo parere sul lavoro compiuto affermando:”Secondo me
è importante che si faccia in assoluto un film come questo, perchè è un film
sulla diffusione dei valori, sulla diffusione di una correttezza, di onestà, di
pulizia morale ed è un film che non può non lasciare qualcosa anche in un
pubblico giovane”. Maria Grazia Cucinotta soggiunge: “ E' un film
piccolo, semplice, che parla di buoni esempi da seguire, di messaggi che
dovrebbero essere la realtà e non delle eccellenze, purtroppo oggi chi fa delle
cose buone la paga e diventa una cosa quasi rara e tutto questo mi fa paura,
dovrebbe invece essere come le favole che si leggono da bambini dove il buono
prevale sempre sul cattivo. Le favole non dovrebbero finire mai! Perchè anche
noi adulti avremmo bisogno di vivere tranquilli sapendo che lo Stato ci tutela
e non è quella verità che solo il ricco può comprare ma deve essere la verità
di tutti”.
Giuseppe De Girolamo