Miglior film e regista, più altre sette statuette. Margherita Buy e Elio Germano premiati come migliori attori. E Tarantino “scrittura” Bruno Vespa.
La mattina, in Quirinale, gli scambi affettuosi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il pomeriggio al Teatro Olimpico Quentin Tarantino gigioneggia alla cerimonia di consegna del David di Donatello. «Gli ingredienti dei miei film?» risponde a Tullio Solenghi in veste di presentatore. «Una combinazione malsana di violenza terribile e momento comici. C’è chi punta sul sangue, chi sulle battute. Io su entrambi». Un film sulla mafia in Italia? «Potrei ispirarmi al mio regista preferito, Fernando Di Leo, specializzato in film sulla mafia». Cita un altro regista che lo ha ispirato Mario Bava, «per Pulp fiction il suo I tre volti della paura». E quando Solenghi lo invita a giocare a un casting immaginario mostrandogli delle foto, di fronte alla prima, quella di Bruno Vespa, Tarantino non ha dubbi: «È un film sulla mafia, giusto? Il padrino dei padrini». Ritira i David al miglior film straniero che lo attendevano (Pulp fiction, 1995 e Django 2013) dalle mani di Ennio Morricone e insieme annunciano, dopo tanti attestati di stima, la prima collaborazione. «È venuto a casa mia e mi ha convinto» dice Morricone.
La pellicola di Francesco Munzi ha vinto 8 statuette: miglior regista, canzone originale, produttore, fonico di presa diretta, fotografia, montatore, sceneggiatura e musicista. Margherita Buy miglior attrice, Elio Germano miglior attore
La più felice è di certo Giulia Lazzarini, vincitrice del David di Donatello come miglior attrice non protagonista per Mia madre di Nanni Moretti.
Doppietta con Margherita Buy, premiata come miglior attrice (nessuna attrice italiana ha vinto altrettanti David). Il più stupito è Carlo Buccirosso, che vince la statuetta come miglior attore non protagonista per Noi e la Giulia di Edoardo Leo il film che vince il David Giovani. Il più militante, Elio Germano, miglior attore per Il giovane favoloso di Martone, che ricorda l’associazione Artisti 6707 dopo che sul palco era stato citato l’Imae, e dedica il premio al teatro Valle «dove abbiamo girate delle scene del film al tempo dell’occupazione» e, tra gli altri al regista Nicola Rondolino, scomparso nel maggio 2013. Belluscone di Franco Maresco vince per il miglior documentario di lungometraggio. Birdman come miglior film straniero.
Giò Di Giorgio