Salvatore Cosentino è il magistrato ormai noto nel mondo dell’arte quale autore della “Trilogia del diritto sul palcoscenico” (le sue precedenti opere sono “Un diritto…messo di traverso”, “Mozioni ed Emozioni”, “Eva non è ancora nata”).
L'altra sera la magia dell’evento si è ripetuta sulle tavole del Teatro Petrolini di Testaccio di Roma, dove il giudice-artista si è esibito nella sua quarta opera, “Salvo Gaber”, che racconta un inedito Giorgio Gaber letto attraverso le lenti della legalità.
Istrionico, affabulatore, ironico e accattivante Salvatore Cosentino ha sfidato il giudizio del notoriamente difficile pubblico romano, con una prestazione convincente che ha unito testi originali, colti e divertenti a canzoni (difficili per scrittura e tessitura) perfettamente eseguite nonostante gli innumerevoli problemi tecnici che hanno funestato la serata.
Infatti Cosentino ha dovuto sfidare non solo la diffidente platea (che alla fine si è sciolta in ripetuti, caldi applausi, anche a scena aperta) ma anche le avverse sorti delle leggi dell’ elettrodinamica, se è vero che per ben 7 volte un black out ha funestato lo spettacolo e interrotto l’interprete, che alla fine ha deciso non solo di non sospendere o rinviare l’esibizione, ma addirittura, secondo la immortale legge (e lui è appunto un giurista) del “The show must go on”, a un certo punto (con un impareggiabile “coup de teatre”) ha chiesto all’ incredulo direttore di palcoscenico addirittura una…torcia per continuare comunque lo spettacolo, pur senza microfono (!).
Alla fine (dopo più di mezzora) la luce è ritornata e allora il magistrato-artista ha potuto deliziarci anche con delle bellissime melodie, raccogliendo le suggestioni del miglior Gaber, anche se non di quello più conosciuto.
Ogni canzone veniva accompagnata da significative immagini.
E allora Cosentino ha fuso con parole e musica gli Uomini, la Storia e l’Arte, quella musicale di Gaber e quella figurativa del cubismo di Picasso, del surrealismo di Matisse e di De Chirico, dell’impressonismo di Degas e Van Gogh. Il tutto in un convincente parallelo tra Canzone di fine ‘900 e Pittura di inizio secolo.
Infine significativa è apparsa la presenza in platea dell’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara (attuale membro del CSM) e del noto attore di cinema e teatro Sergio Rubini, quasi a testimoniare un riconoscimento ufficiale della fusione di due mondi (quello della magistratura e quello dell’arte) nella mimica e nella voce di un uomo solo: Salvatore Cosentino, che continua a dimostrare (in teatri, auditorium e università di tutta Italia) che la legalità si può fare non solo con i codici e la repressione, ma anche con il dialogo con la gente, la diffusione della cultura e la prevenzione. Perché, come dice lui stesso nello spettacolo: “chi si dedica al bello non ha tempo per votarsi al crimine”.
Tra il pubblico si sono visti anche noti personaggi, tra cui l’avvocato Antonella Sotira, presidente della Associazione Jus Gustando, Anna Paola Ricci giornalista del TG 1 e Paolo Rainaldi "geniale chitarrista".
Comunicato e foto Marco Nardo