Le donne sono sempre attratte dell’uomo sbagliato, spesso disposte a fare qualsiasi cosa, fino a pagare direttamente sulla propria pelle le conseguenze del tragico errore. Francesca Persi ha sempre amato Fabrizio Corona, probabilmente senza essere corrisposta o forse solo in minima parte, e pur non essendo una sprovveduta lo ha coperto nei suoi traffici, si è lasciata usare come prestanome, gli ha fatto da spalla, almeno stando agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano che l’ha fatta arrestare con l’ex re dei paparazzi per intestazione fittizia di beni, un reato che rimanda più alla mafia che a una bella donna di buona famiglia romana laureata, 40 anni, alle spalle un matrimonio fallito che le ha dato due figli per i quali stravede.
Francesca Persi è considerata da chi la conosce una donna intelligente e competente. Lavora con Fabrizio da anni, da quando lo conobbe nella palestra di Corso Como di Milano dove lui andava ad allenarsi per favorire i muscoli abbronzati e coperti di tatuaggi elementi fondamentali della sua immagine curata fin nei minimi particolari. Prima di incontrarlo, si muoveva nel mondo della moda dove pare il suo lavoro manageriale fosse molto apprezzato. È stata una delle anime della Fenice srl, ora in liquidazione, nata dalle ceneri della Corona’s, la società fallita dopo l’arresto nel 2007 del titolare nell'inchiesta Vallettopoli.
Negli anni il rapporto tra i due si è cementato al punto che c’è stato un momento in cui si è parlato di una loro relazione amorosa,presunta o no,c’è chi afferma di si e forse qualcosa di vero potrebbe anche esserci stato. La Fiat 500 con la quale Corona nel 2013 fuggì in Portogallo era proprio della Persi, quando divennero definitive le prime sentenze di condanna e si stavano aprendo le porte del carcere che, poi, lo ha ospitato per circa tre anni. In quel periodo è stata Francesca Persi a occuparsi della nuova società, la Atena, facendo il secondo errore che l’ha portata a San Vittore.
Intanto aspettiamo i prossimi sviluppi di tutta la storia, noi d'inciucio vi terremo aggiornati.
Giò Di Giorgio