Sapienza, Tor Vergata, San Camillo, Ania, Aci, Quattroruote, Polizia stradale...
alla Seconda giornata del Seminario organizzato da L’Alba del terzo Millennio
A poco meno di un anno dal recepimento della direttiva europea che vieta il rilascio e il rinnovo della patente a persone che soffrano di “OSAS”, la Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno, l’Associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, presieduta da Sara Iannone, dopo il primo incontro dello scorso 22 aprile alla Camera dei Deputati, ha deciso di tornare nuovamente sul tema organizzando la seconda giornata del seminario: “OSAS. Salute e Sicurezza Stradale dagli aspetti normativi alle implicazioni mediche, economiche e culturali”.
Gli autorevoli interventi di esponenti della Medicina e di rappresentanti delle Istituzioni, delle Assicurazioni e della Sicurezza, che mercoledì 9 novembre 2016, si sono succeduti nella Sala Zuccari del Senato della Repubblica Italiana, moderati da Giuseppe Cesaro, capo ufficio stampa dell’Aci, che ha sottolineato quanto sia importante l’essere tornati a parlarne, dopo meno di sette mesi dalla prima giornata di studio, con interventi qualificati e rilevanti, hanno evidenziato ancora una volta quanto l’Osas sia ancora sconosciuta e sottovalutata, nonostante la sua notevole diffusione e la pericolosità delle sue conseguenze.
Per questo si è dimostrata convinzione di tutti la necessità di sensibilizzare e informare la popolazione, anche attraverso una Giornata dell'Osas, per organizzare campagne di informazione e approntare servizi per check up gratuiti. Un progetto sostenuto dalla senatrice Mariella Rizzotti, Vicepresidente Commissione Sanità del Senato, la quale, dopo aver ringraziato il presidente Iannone, ribadendo la tenacia con la quale ha voluto e vuole affrontare questo tema che coinvolge la salute e la sicurezza dei cittadini con importanti risvolti economici, ha spiegato che la questione merita un approccio scientifico a partire dalla prevenzione che si fa con l’informazione, perché negare la patente non è la soluzione. Pertanto si è impegnata ad avviare un’indagine conoscitiva, affiancata dalle audizioni di tutti gli attori coinvolti dall’Osas, per arrivare a una buona proposta di legge.
E sulla consapevolezza ha insistito anche Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote, per il quale la valutazione di una causa di rischio così importante non può essere affidata all'autocertificazione. Pellegrini, che a posto l’accento anche sull'attuale stile di vita che ci porta a dormire sempre meno con inevitabile stanchezza diurna, e sulla gravità della mancanza di educazione stradale nelle scuole, ha affermato che, per trovare una soluzione, il problema dell'Osas deve entrare nel sentire comune, così come è stato per l’alcool.
Anna Caparra, internista e docente alla Sapienza, Università di Roma, 'nel descrivere i meccanismi che portano all'ostruzione delle vie respiratorie durante il sonno e alle conseguenti apnee complete o incomplete, ha detto che le persone maggiormente predisposte sono gli uomini oltre i sessant'anni e le donne dopo la menopausa o durante il terzo mese di gravidanza.
Sulle fasi del sonno si è concentrato invece l’intervento del professor Giuseppe Germanò, cardiologo e professore di Medicina interna e Patologia medica alla Sapienza, Università di Roma, che ha spiegato che sono molti i fattori che si verificano durante e dopo le apnee notturne e che influenzano la pressione arteriosa, e se si considera che in un’ora si possono verificare circa cinquanta micro apnee, il pericolo è evidente.
Antonio Picano, dirigente psichiatra all'ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, Presidente della Fondazione Rebecca, ha analizzato le connessioni tra Osas e depressione che possono sovrapporsi o essere una conseguenza dell’altra. Ricordando come l’interruzione continua del sonno sia una forma di tortura, ha spiegato che la mancanza di sonno è un problema psichiatrico grave. Per questo l'Osas può dare sintomi simili alla depressione a partire dall'irritabilità.
L’importanza della chirurgia che svolge un ruolo chiave nella cura della sindrome e che per questo deve essere sempre più studiata e affinata, è stata spiegata dal professor Stefano Di Girolamo, direttore della UOSD Audiologia e foniatria dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, soprattutto perché la CPAP, la maschera che al momento è l’unico strumento con cui si può impedire l’ostruzione delle vie respiratorie durante il sonno, è tollerata con difficoltà dai pazienti.
Sergio Terranova, Medico chirurgo specialista in Odotostomatologia e Ortognatodonzia del team clinico Sonnair, ha sottolineato l’importanza dell’approccio multidisciplinare per il trattamento della sindrome e ha suggerito che una prima valutazione dei soggetti a rischio potrebbe essere fatta dai dentisti, i quali, nel corso di una normale visita possono riscontrare conformazioni sospette delle prime vie respiratorie. Terranova ha precisato, però, che un vero screening della popolazione non è possibile perché la diagnosi dell’Osas è solo strumentale e si fa con la polisonnografia.
Giulia Aprili, di Assogastecnica, ha spiegato quanto importante possa essere il supporto domiciliare che l’home care providers può offrire, tanto alla diagnosi quanto alla terapia dell’Osas, grazie a personale specializzato e tecnologie avanzate.
Sull'attività di controllo e prevenzione sulle strade è intervenuto Giuseppe Bisogno, direttore del Servizio per la Polizia stradale, che ha spiegato la necessità di norme e di strumenti che consentano alle pattuglie che fanno i controlli e a quelle che intervengono in caso di incidente, di poter individuare il colpo di sonno come causa dell’incidente, come avviene con l’etilometro o i test antidroga. Alla sonnolenza diurna come causa di distrazione alla guida, Bisogno ha tenuto ad affiancare l’uso improprio degli smartphone che, oggi, sono causa di molti incidenti.
Sulla stessa lunghezza è stato anche l’intervento di Sandro Vedovi, responsabile progetti della Fondazione Ania, che ha descritto i risultati delle loro indagini che vedono il ritardo sulla frenata in conseguenza della stanchezza, uno dei principali fattori di rischio, soprattutto per gli autotrasportatori. Poiché la difficoltà sta nell'individuare i soggetti affetti da Osas che non si dichiarano, secondo Vedovi sarebbe utile fare uno screening sulla popolazione a partire dai 30 anni, proprio per prevenire l’evolversi di una sindrome che oltre ai gravissimi effetti sulla salute, conta per l’Italia un costo sociale di un miliardo e novecento milioni di euro.
“La divulgazione è fondamentale per la gestione e per il controllo delle problematiche legate all'Osas, è questo è il mio compito, ha dichiarato il presidente Sara Iannone in conclusione dei lavori - Informare la popolazione deve essere una priorità per le istituzioni, per la politica e per i media, soprattutto perché le persone non devono avere paura di scoprirsi e quindi di dichiararsi malate di Osas, e l’unico modo per sconfiggere questa paura e convincerli a esporsi e cercare aiuto, è far capire loro che si possono curare e che dal momento che sono in terapia non incorrono in alcuna limitazione sia per la guida sia per il lavoro. Per questo e per tutti gli altri importanti elementi scientifici, tecnici, economici e sociali che sono emersi nel corso del convegno, mi auguro che tutti i relatori vorranno contribuire al lavoro della senatrice Rizzotti per arrivare alla stesura di una proposta di legge che sia utile e risolutiva”.
“Considerando le diverse branche della medicina che sono coinvolte nella diagnosi e nella cura dell'Osas, - ha concluso la Iannone personalmente sono convinta anche che sia necessario costituire una sorta di equipe multidisciplinare che consenta al paziente di essere trattato in un’unica sede e da medici che possano interagire e confrontarsi in tempo reale.”.
Giò Di Giorgio