lunedì 22 maggio 2017

Patrizia Cataldi alla Galleria La Nuvola Via Margutta 51/a, 00187 Roma da Mercoledì 24 maggio 2017 - ore 18


E’ il calore sprigionato dai materiali lavorati che ha portato l’artista Patrizia Castaldi, pittrice e scultrice in attività da molti anni, a recuperare antiche tradizioni, come quelle delle tribu Bakota e a costruire interessantissime opere scultoree che, a partire da mercoledì 24 maggio, saranno in mostra alla Galleria La Nuvola di Roma. Un percorso, presentato dopo alcuni anni di assenza dell’artista dagli spazi espositivi, che mette in evidenza uno stile astratto inequivocabile legato ai volumi geometrici e che si esprime in una costante ricerca di forme quasi elementari ma essenziali.
Il titolo dell’esposizione, “Mondi diversi”, rappresenta le interazioni culturali e le interpolazioni con diverse tipologie di materia che la Castaldi tratta con leggerezza e semplicità: dal legno al ferro, dal rame all'ottone, lega flessibile ed estremamente duttile che assume forme sinuose e sensuali, nel suo colore giallo-oro, aperte a molteplici interpretazioni sensoriali.
Una lavorazione che esprime sicuramente un’anima, percepibile, nelle sue forme, anche nel tempo, nonostante i cambiamenti di colore causati dall'ossidazione.

Le opere realizzate di cui in mostra ne saranno visibili circa una ventina  legano materie ed elementi diversi per costruire un ordine cosmico, in un’assoluta armonia di proporzioni e calibrata misura compositiva. Un cammino parallelo di occhio e mente in cui la struttura logica e matematica che caratterizza l’espressività dell’artista gioca in equilibro tra il primo piano e il fondo, tra la facciata della prima percezione e lo sguardo allungato della tridimensionalità. Sfera, cubo, triangolo, quadrato, rettangolo, linea retta ed ovale sono gli archetipi formali da cui parte la creatività del movimento, evidenziato da una materia plasmata dal tatto felice e da una coscienza curiosa in continua evoluzione, specialmente nelle relazioni spaziali.

L’uso multiplo del rame, elemento onnipresente e spesso integrato al legno (entrambi simboli di fertilità gioia e fortuna), si frammenta dalle tessere metalliche del micro mosaico a lastre di fondo su cui edificare un’immagine incorporea, sempre e costantemente sotto l’analisi del suo impatto con la luce. Questa scelta di materiale è stata spesso definita dalla critica come una metafora, un’aspirazione a ricongiungersi con una dimensione superiore anticamente perduta, nella quale l’artista ricerca la purezza retrocedendo agli albori dell’arte preclassica.

Il risultato, tra un’opera scultorea e l’altra è la sensazione di leggerezza, della forma e del colore emanata da una fervida ispirazione vitale nella quale la luminosità si riflette sull'eleganza, la curiosità sull'equivocità (ogni pezzo è diverso e nessuno è interpretabile alla stessa maniera), l’esperienza sulla fruizione, alla conquista di un dialogo con il suo interlocutore, umano o materico che sia…


  ufficio stampa Elisabetta Castiglioni

     

                         Giò Di Giorgio