In uscita il prossimo 30 novembre in sala il film di
Pierfrancesco Campanella dedicato a Marco Ferreri a vent’anni dalla scomparsa
del grande regista milanese.
All’opera sarà abbinata la visione del cortometraggio
“L’amante perfetta” dello stesso Campanella, con Nicholas Gallo, Alessia Piovan
e Magda Lys.
Marco
Ferreri è stato uno dei grandi maestri del cinema italiano: dissacrante e
anticonformista, sempre in bilico tra l’ironico e il grottesco più estremo, ha
diretto dei film originali e graffianti, che hanno fatto storia, conseguendo
spesso grandi incassi al botteghino.
Eppure,
a vent’anni dalla sua prematura scomparsa, è stato quasi dimenticato
dall’immaginario collettivo. Una vera e propria “uccisione”, neanche tanto metaforica.
Campanella
ha immaginato un misterioso detective,
che si muove come un personaggio d’altri tempi, compie una inchiesta
personale su questo ipotetico “delitto”.
Attraverso
l’analisi di alcune delle sue opere maggiormente significative, interviste ad
esperti e studiosi della “settima arte”, testimonianze di chi lo ha conosciuto
e immagini di repertorio, il bizzarro investigatore arriva a individuare il
“colpevole”: quella società dei consumi che il regista ha sempre stigmatizzato,
fin da tempi non “sospetti”.
Una
società ulteriormente peggiorata dall’avvento della televisione commerciale con
annessi reality show, dall’uso sconsiderato dei social network e conseguente
imbarbarimento dei rapporti umani, dall’omologazione culturale e dall’appiattimento
impostoci dalla globalizzazione.
La
peculiarità di Ferreri consiste proprio nell’aver precorso i tempi: il suo
essere geniale è quindi nella preveggenza di un futuro pieno di alienazione e
di frustrazione.
“I love… Marco Ferreri” vuole essere in definitiva una indagine postuma, tra reale
e surreale, sui mutamenti sociali degli ultimi anni, attraverso l’occhio di un
artista fuori dal coro.
Ci
si potrebbe chiedere se la cultura sia davvero finita e con essa lo spirito
critico.
La
risposta, nonostante tutto, è no.
Certe
“esigenze” non moriranno mai, almeno finché ci saranno cervelli pensanti e
libertà di esporre le proprie idee.
E il
cinema può ancora essere un ottimo veicolo di divulgazione del bello, dell’arte
e delle emozioni più profonde e sensibili dell’animo umano.
Il
docufilm è stato scritto dallo stesso Campanella con Lorenzo De Luca e si
avvale delle interviste filmate a Michele Placido, Piera Degli Esposti, il
giornalista Franco Mariotti, il critico Orio Caldiron, il docente di cinema Fabio
Melelli, l’esperto d’arte contemporanea Mario D’Imperio e lo scrittore Emanuele
Pecoraro.
La
figura del detective è interpretata da Fabrizio Rampelli con la voce narrante
di Ernanno Ribaudo.
All’opera
partecipano anche Carla Dujany, Matteo Campanella, Chiara Campanella e il
musicista Marco Werba, qui nelle insolite vesti di attore.
Giò Di Giorgio