Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno
“Se non
avessi fatto il cantante, avrei fatto il cantante”
Di Franco Ricciardi
si potrebbe scrivere per ore, dalla sua prima esibizione a soli 11 anni alle
nozze d’argento dei suoi genitori, al primo David di Donatello nel 2014 per la
migliore canzone originale con il brano "A verità", dal film “Song’e Napule”.
Poi si potrebbe continuare col secondo David di Donatello nel 2018 per la
migliore canzone originale con il brano “Bang Bang” dal film "Ammore e
malavita" e sempre nello stesso anno con la vincita del Nastro d’argento a
Taormina, ancora con “Bang Bang” come migliore canzone originale. Potremmo fare
un passo indietro nel 2012 e trovare il suo brano "A storia e Maria" tra le
canzoni di “Reality”, film di Matteo Garrone, oppure citare le sue
collaborazioni con i 99 Posse, Guè Pequeno, Jake la furia, Clementino, Luchè,
Ivan Granatino, Rocco Hunt, e molti altri.
Tante soddisfazioni portate a casa con forza di volontà e
passione, necessarie per chiunque, ma ancora più determinanti per un giovane
come “Francesco”, settimo di otto figli, nato alla periferia Nord di Napoli con
un sogno nel cuore, tanto da ammettere più volte “Se non avessi fatto il
cantante, avrei fatto il cantante”. Franco è un ragazzo dolce, ma allo stesso
tempo determinato, lo si capisce da tante cose, gentile e schivo, mette il
cuore in ogni cosa, tanto da usarlo per dare il nome alla sua etichetta
discografica “Cuore Nero”; un artista “umile in tanta gloria” per citare il suo
omonimo Petrarca. Non ha bisogno di scoop perché lui fa parlare i fatti, i
successi con all’attivo più di 30 lavori discografici.
Nel 2017 pubblica un
nuovo album, “Blu”, che contiene i due brani presenti nella quarta stagione della
serie televisiva “Gomorra”, “Capisce a me” e “Ammore senza core”.
Collaborazione con la serie già avvenuta nella seconda stagione con il brano
“Uommene” e nella terza stagione con “Malammore”. I suoi lavori si trovano a
grappoli, si cerca un successo e se ne trovano tanti altri come in una
matrioska. Ultimi in senso cronologico: la collaborazione con Sal da Vinci e
Andre Sannino nel brano di Renato Zero “Nanà”, una operazione discografica e di
immagine per la città partenopea davvero lodevole. Con Eduardo Bennato e Rocco
Hunt firma la sigla del programma televisivo "Made in Sud",
attualmente in programmazione su Rai due. E ci mancava solo un bel musical per
arricchire il suo curriculum, così a giorni Franco debutterà da protagonista
nella commedia teatrale
"O bbene e ‘o male", per la regia di Donato Eremita.
Che infanzia è stata quella di Francesco (Franco) Ricciardi?
La mia infanzia è stata bellissima e la ricordo con tanto
affetto. Un’infanzia fatta di speranza, di credo, perché il mio credo è sempre
stato quello della musica e fortunatamente ho realizzato parte dei miei sogni.
- Quando hai iniziato la tua carriera, pensavi che la tua
vita avrebbe avuto questo percorso?
Sì insomma… ci ho
sempre creduto dal primo momento che ho cantato. Tutto quello che ho oggi l’ho
sempre pensato e sognato. La mia unica ispirazione è stato il desiderio di
diventare quello che oggi sono in parte e quello che vorrei ancora essere in
futuro, perché io sono uno che non si sente mai arrivato. Ho sempre voglia di
imparare perché, come si dice, nella vita non si finisce mai di imparare. Nella
vita io voglio essere un eterno alunno e mai un insegnante… Assolutamente, non
mi piace essere insegnante, mi piace essere alunno per il semplice fatto che
voglio sempre imparare.
Hai sperimentato tanti generi musicali, quale sound senti
più vicino alla tua vera anima?
Sì, ho sempre sperimentato. Ma io sono proprio di indole
curioso, mi piace confrontarmi con nuovi generi. Se ti dovessi dire quale
genere mi sia più vicino, non saprei darti una risposta. Mi piacciono davvero
tutti quanti. Cerco di confrontarmi con tutti e ognuno ha qualcosa che mi
attira. Mi piace la musica a 360 gradi. - A chi devi dire grazie? Devo dire
grazie a tutti quelli che ho incontrato nella mia vita personale e
professionale perché ognuno di loro mi ha dato qualcosa.
Ti piace collaborare con i giovani e ne hai fatto un CREDO:
quali i progetti futuri?
Mi entusiasma
collaborare con i giovani perché è dal nuovo che arriva tutto, le energie… già
la parola stessa, "energia", mi trasmette adrenalina, voglia di
crescere. E io mi auguro di essere per tutta la vita un eterno giovane, oggi un
vecchio giovane va… (ride). Di progetti futuri ce ne sono tantissimi. Imminente
c’è il musical che parte il 19 aprile al Teatro Cilea “’O bbene e ‘o mmale”,
oltre alle numerose date per i concerti di quest’anno. Ad ottobre sarò in
Germania, ci saranno 3 date in America, ci sarà il docufilm prodotto da Rai
Cinema “E figli del Bronx”, che uscirà a breve. Novità anche nel cinema ma
ancora da definire. Insomma tanti progetti e tanta speranza per il futuro
Ufficio stampa Giò Di Giorgio