GRAZIA DI MICHELE (canto e chitarra)
MARIA ROSARIA OMAGGIO (voce recitante)
MARIA ROSARIA OMAGGIO (voce recitante)
accompagnate da
ANDY BARTOLUCCI (batteria)
FABIANO LELLI (chitarra),
PAOLO IURICH (pianoforte)
FABRIZIO CUCCO (basso)
ANDY BARTOLUCCI (batteria)
FABIANO LELLI (chitarra),
PAOLO IURICH (pianoforte)
FABRIZIO CUCCO (basso)
canzoni di GRAZIA e JOANNA DI MICHELE
monologhi di PIETRA SELVA
monologhi di PIETRA SELVA
Auditorium Parco della
Musica
Sala Teatro Gianni Borgna
Via Pietro de Coubertin, 00196 - Roma
Ingresso:
€ 23 Sala Teatro Gianni Borgna
Via Pietro de Coubertin, 00196 - Roma
Biglietti ridotti a €19 prenotando su mail a helikonia@tiscali.it
e su
whattsapp a +39 392 7937717
Grazia Di Michele e Maria Rosaria Omaggio di nuovo insieme in
scena con il Teatro-Canzone,
dopo il grande successo di “Chiamalavita” tratto dalle opere di Italo Calvino. Domenica 22 settembre,
alle ore 19:00
sarà il Teatro Studio
Gianni Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma ad
ospitare il loro nuovo progetto tutto al femminile.
“Sante Bambole Puttane”, che è anche il titolo del nuovo album di Grazia Di Michele (Egea Music), scritto a quattro mani con la sorella Joanna, è uno spettacolo incentrato su storie, narrate e cantate, di “donne che attraversano il mondo come ombre cui è negato ogni diritto di esistere davvero. Donne su cui gli uomini a volte proiettano le proprie fantasie, ignorando e negando la loro essenza”. Donne comuni, dunque, non celebri o straordinarie, ma con storie che meritano di essere raccontate perché anche in quelle vite fioriscono sentimenti e emozioni in cui è possibile riconoscersi.
“Sante Bambole Puttane”, che è anche il titolo del nuovo album di Grazia Di Michele (Egea Music), scritto a quattro mani con la sorella Joanna, è uno spettacolo incentrato su storie, narrate e cantate, di “donne che attraversano il mondo come ombre cui è negato ogni diritto di esistere davvero. Donne su cui gli uomini a volte proiettano le proprie fantasie, ignorando e negando la loro essenza”. Donne comuni, dunque, non celebri o straordinarie, ma con storie che meritano di essere raccontate perché anche in quelle vite fioriscono sentimenti e emozioni in cui è possibile riconoscersi.
“Sono sofferenze, e perfino tenerezze – raccontano le due
interpreti - che salgono da un’umanità emarginata, speranze che si alimentano
di sogni, alla disperata ricerca del bello e del giusto in un mondo che sembra
offrire pochi spiragli soprattutto a chi è più debole… e le donne sempre più
spesso, purtroppo, si ritrovano in questa condizione”.
Lora, Amina, Irina, Sonia, Dorina, Helen, Habi, Apollonia,
Zelda, Raya, protagoniste di questi racconti in musica e prosa, rappresentano
nell’immaginario di tanti le “Sante bambole puttane”, benché nella realtà siano
donne con un personalissimo patrimonio di sentimenti vissuti, liberati,
sognati, fraintesi, repressi, immaginati. Non ci sono virgole a separare i
sostantivi, perché si parla di proiezioni, torsioni di prospettive con cui
molti uomini, per debolezza o per un arcano richiamo ancestrale a difendere una
posizione di dominio, definiscono le donne che non riescono a capire o che non
possono controllare.
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