mercoledì 20 marzo 2019

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i Giovedì dalle 17:00 alle 18:00, il prossimo 21 Marzo il poliedrico Gianfranco Butinar






















                                                   Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno


Quando ho proposto a Gianfranco Butinar di venire in radio e far rivivere per un’ora Franco Califano l’ho buttata lì un po’ per gioco. Invece Gianfranco ha accettato ed ora mi sento emozionata come una bambina…
L’occasione è quella della partenza del  tour in omaggio al Maestro “80 nostalgia di Califano” in scena al teatro Brancaccio di Roma il 26 marzo. Prodotto da MP Management di Massimiliano Pistilli in collaborazione con Vincenzo Nardocci di “Eventi Italia”.
Una storia in musica che ripercorre alcune tappe fondamentali della musica di Califano. Oltre a Gianfranco  in scaletta ci sono tanti ospiti e l’orchestra diretta dal Maestro  Luciano Titi. 
Di Franco Califano si potrebbe scrivere e cantare per giorni, tale è la sua vita e la sua produzione discografica. Poeta di strada, bello e maledetto, pratico e romantico; un ossimoro vivente, ma lasceremo parlare la sua voce in radio e per ora iniziamo l’esperimento formulando qualche domanda a Gianfranco che eliminerà “Gian” e si trasformerà in “Franco”.
                                                            La locandina dello spettacolo

-Sei nato a Tripoli, hai vissuto a Nocera (Sa), Milano e poi definitivamente a Roma. Hai qualche ricordo di della capitale della Libia?

No, sono nato a Tripoli in uno scalo di un viaggio in aereo,  ho scritto anche una canzone dal titolo "Il parto in aeroplano", ho solamente avuto il codice fiscale diverso dagli altri, ma la Libia per il resto è rimasta nell'Atlante Geografico.
Come è stata la tua infanzia, e il rapporto con i campani?
-La mia infanzia è stata subito piena di sofferenza, ho perso da giovane mio padre e rifiutai il compagno di mia madre come scrissi e cantai in "Vivere e volare". Ho dormito nelle macchine per anni, mi facevo prestare dei letti, poi i collegi. Il rapporto con i campani è stato straordinario; adoro tutta la terra campana e mi sento un meridionale ” 'n bastardo venuto dar sud” anche perché il nord senza il sud, sarebbe il nord di che?
-Hai amato e sei stato amato da tante donne, ma ce n’è una in particolare che avresti voluto e non ti ha corrisposto?

No...anche perché sono andato sempre a colpo sicuro, quelle che non hanno corrisposto non sono mai state cercate e approcciate. Ho amato tanto ma alla fine sono rimasto solo e innamorato…

                              Gianfranco Butinar in un momento dello spettacolo

-Come mai all’inizio hai dovuto faticare per affermarti come cantante, quando come autore eri già noto e conteso?
Ho faticato perché ero bello, venivo dai fotoromanzi e ho smesso di  fare l'autore per altri perché gli altri cantanti mi annoiavano, come dico sempre nei miei concerti, ognuno se canta le cose sue; ho  aperto una sartoria in proprio...

-Perché eri così attratto dalla notte?
Perché la notte è molto più  chiara del giorno. Di notte il ladro è  ladro la guardia è  guardia e anche tra guardia e ladro di notte c'è maggiore complicità. Le cose brutte, i tranelli, le corna, Tangentopoli , avvengono di giorno o all'ora di pranzo quando sono tutti a tavola. Di notte tutto mi riesce meglio tranne che dormire. Anche per scrivere un'ora di notte vale come sette di giorno. Per molti l'alba è l'inizio del giorno, per me è la fine della notte.

-Se potessi vivere nuovamente, che vita vorresti e perché?
Vorrei essere Franco Califano, vivere la stessa vita perché vive chi vive e non chi c'è. A 20 anni avevo già le rughe e, volevo invecchiare come ho fatto 5 minuti prima di morire.
























                                                 Butinar e Califano nel 2011.

 Gianfranco indossa gli occhiali di Franco, e Franco indossa un cappellino fatto ad uncinetto dalla mamma di Butinar, a dimostrazione del grande affetto tra i due
-Lo sai che ci manchi tanto? La nostalgia di te è arrivata a  tal punto che un ragazzo, un tuo allievo, un “certo” Gianfranco Butinar,  ha deciso di fare un intero tour e dedicarlo al fatto che questa mancanza assordante fa troppo rumore. Lo spettacolo si chiama “ 80 nostalgia di Califano”. Che ne pensi di questo artista e dello spettacolo?
“Buty” è stato per me un amico, un fratello minore, un confidente, un punto di riferimento,  pure se 'na vorta m'ha dato 'na maja farlocca de Balotelli. Mi adora e, sono contento che abbia riunito tanta gente e tanti artisti della musica per salvare la mia poesia;  sono convinto non morirà mai, così come le mie canzoni, anche tra cinquant’anni saranno sempre giovani.

Ufficio stampa Giò Di Giorgio