Roberta Ammendola è una immigrata campana, trasferitasi
nella Capitale dove oramai risiede stabilmente. Nata a Salerno il giorno della
festa della Repubblica, come orgogliosamente ama sottolineare. Cresciuta ad
Ottaviano , cittadina immersa nel Parco nazionale del Vesuvio. La provenienza
vesuviana (a me molto cara), l’esperienza delle Tv private campane, la passione
per il teatro e in particolar modo per il musical, la luce da scugnizza che
traspare dai suoi occhi, ne fanno una giornalista singolare. Una presenza che
buca il video non solo per la bravura e per la competenza, ma anche per tutto
un vissuto che difficilmente si impara se non su “quel” campo. Volto del TGR, conduttrice
di “Buongiorno Italia” (spazio di informazione nazionale) dove ha anche una
rubrica di Teatro, Musica e Cinema. Ha viaggiato tanto per motivi professionali
diventando una figura familiare per gli italiani all’estero. Come spesso
accade, lavoro e vita privata si intrecciano e camminano di pari passo. E’
molto impegnata nel sociale legata come è da un filo indissolubile con “l'associazione Gabriele Viti” per la quale ogni anno organizza e conduce uno
spettacolo-evento, “Il cassetto dei ricordi”. Sposata con Alberto, papà della
sua piccola Vittoria.
“Roberta in un momento di relax a Formentera”
Come ricordi la tua infanzia e adolescenza?
Piena di cose, di affetti, di viaggi, di esperienze, di
musica, di danza… piena. Sia l’infanzia che l’adolescenza. Ho vissuto a pieno
anche una realtà che in fondo non mi apparteneva e che fin da piccola sognavo e
guardavo. Un mondo che poi in fondo per certi versi mi ha coinvolto e portato a
sè.
- Hai lavorato per
Tele Akery e C21, due emittenti campane molto note e hai studiato
all’Università a Salerno. Appena ventiduenne diventi giornalista professionista
e volto dell’”Associazione Internazionale Italiani nel Mondo”. Che ricordi hai
di quei periodi?
Bei ricordi,
difficili da raccontare perché così frenetici, pieni e vari che a pensarci
adesso mi sembra impossibile aver vissuto tutto in così pochi anni. Tramite la
mia passione per la danza ed il teatro mi sono avvicinata a persone che poi mi
hanno fatto conoscere queste realtà locali. Amavo tanto scrivere, parlare,
raccontare e mi son trovata a far la giornalista. Era il mestiere che più
poteva dare una direzione e un senso a quel che facevo per passione. Mi sono
iscritta a Salerno perché l’avventura di questo corso di studio partiva da lì.
E da lì ho cominciato anche a delineare la mia professione, ma senza
tralasciare mai il resto. Una gran fatica. Mi sono laureata in quattro anni e
una sessione mentre già lavoricchiavo, poi ho cominciato a viaggiare e
frequentare la capitale.
“Roberta a Teatro con Massimo Romeo
Piparo”
Ci racconti dell’incontro con l’associazione “Gabriele Viti”
e dell’evento che ormai è arrivato al settimo anno?
Uno tra i regali più
belli che mi ha fatto questo lavoro. Durante una diretta molto particolare in
un reparto pediatrico dell’ospedale Umberto Primo di Roma ho conosciuto un uomo
speciale e la sua grande famiglia. La sua personale e quella della sua
associazione. Lui si chiama Pietro Viti... si chiamava. Aveva perso il suo
piccolo Gabriele per il più terribili dei mali e aveva dedicato la sua vita a
rendere meno doloroso il percorso di tante piccole anime come quella di suo
figlio e di tanti altri coraggiosi genitori. Genitori coraggiosi, straordinari,
un’associazione senza portafoglio che viveva di donazioni e dell’impegno anche
economico di chi la viveva. Facevano un piccolo spettacolo in una parrocchia
tra stornelli, poesie e recite amatoriali per raccogliere fondi. L’anno dopo
esserci conosciuti ho condotto in parrocchia la loro serata. Sono passati sette
anni, la parrocchia è diventata il teatro Sistina, la compagnia amatoriale è
rimasta affiancata dai più grandi nomi dello spettacolo italiano e la serata
tra amici è diventata un evento da 1600 persone a serata: "Il cassetto dei
ricordi", per riprendere il titolo di una delle poesie scritte da papà
Pietro per Gabriele.
Roberta donna, lavoratrice e mamma, come organizza le
proprie giornate? Non lo so. Sinceramente ancora non so come faccio a sopravvivere.
Non abbiamo alcun aiuto, solo tanta forza fisica e di volontà. E abbiamo una
bambina, e una rete di amicizie, speciali. Ho orari impossibili e anche mio
marito lavora tutto il giorno. La bimba frequenta una scuola privata con mille
attività. Viene con me e con noi dovunque, eventi, teatro, viaggi. E, davvero,
non so come faccio.
Progetti futuri?
Tanti! Per tutto
quello che ti ho raccontato, tra un passato ingombrante, un presente
pienissimo
e tanti sogni.
Ufficio stampa Giò Di Giorgio