lunedì 13 maggio 2019

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i martedì dalle 18 alle 19, prossimo martedì la mitica giornalista Rai del TGR, Roberta Ammendola

                               Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno


Roberta Ammendola è una immigrata campana, trasferitasi nella Capitale dove oramai risiede stabilmente. Nata a Salerno il giorno della festa della Repubblica, come orgogliosamente ama sottolineare. Cresciuta ad Ottaviano , cittadina immersa nel Parco nazionale del Vesuvio. La provenienza vesuviana (a me molto cara), l’esperienza delle Tv private campane, la passione per il teatro e in particolar modo per il musical, la luce da scugnizza che traspare dai suoi occhi, ne fanno una giornalista singolare. Una presenza che buca il video non solo per la bravura e per la competenza, ma anche per tutto un vissuto che difficilmente si impara se non su “quel” campo. Volto del TGR, conduttrice di “Buongiorno Italia” (spazio di informazione nazionale) dove ha anche una rubrica di Teatro, Musica e Cinema. Ha viaggiato tanto per motivi professionali diventando una figura familiare per gli italiani all’estero. Come spesso accade, lavoro e vita privata si intrecciano e camminano di pari passo. E’ molto impegnata nel sociale legata come è da un filo indissolubile con  “l'associazione Gabriele Viti” per la quale ogni anno organizza e conduce uno spettacolo-evento, “Il cassetto dei ricordi”. Sposata con Alberto, papà della sua piccola Vittoria.

                                “Roberta in un momento di relax a Formentera”

Come ricordi la tua infanzia e adolescenza?

Piena di cose, di affetti, di viaggi, di esperienze, di musica, di danza… piena. Sia l’infanzia che l’adolescenza. Ho vissuto a pieno anche una realtà che in fondo non mi apparteneva e che fin da piccola sognavo e guardavo. Un mondo che poi in fondo per certi versi mi ha coinvolto e portato a sè.
 - Hai lavorato per Tele Akery e C21, due emittenti campane molto note e hai studiato all’Università a Salerno. Appena ventiduenne diventi giornalista professionista e volto dell’”Associazione Internazionale Italiani nel Mondo”. Che ricordi hai di quei periodi?
 Bei ricordi, difficili da raccontare perché così frenetici, pieni e vari che a pensarci adesso mi sembra impossibile aver vissuto tutto in così pochi anni. Tramite la mia passione per la danza ed il teatro mi sono avvicinata a persone che poi mi hanno fatto conoscere queste realtà locali. Amavo tanto scrivere, parlare, raccontare e mi son trovata a far la giornalista. Era il mestiere che più poteva dare una direzione e un senso a quel che facevo per passione. Mi sono iscritta a Salerno perché l’avventura di questo corso di studio partiva da lì. E da lì ho cominciato anche a delineare la mia professione, ma senza tralasciare mai il resto. Una gran fatica. Mi sono laureata in quattro anni e una sessione mentre già lavoricchiavo, poi ho cominciato a viaggiare e frequentare la capitale.


                                        “Roberta a Teatro con Massimo Romeo Piparo”

Ci racconti dell’incontro con l’associazione “Gabriele Viti” e dell’evento che ormai è arrivato al settimo anno?
 Uno tra i regali più belli che mi ha fatto questo lavoro. Durante una diretta molto particolare in un reparto pediatrico dell’ospedale Umberto Primo di Roma ho conosciuto un uomo speciale e la sua grande famiglia. La sua personale e quella della sua associazione. Lui si chiama Pietro Viti... si chiamava. Aveva perso il suo piccolo Gabriele per il più terribili dei mali e aveva dedicato la sua vita a rendere meno doloroso il percorso di tante piccole anime come quella di suo figlio e di tanti altri coraggiosi genitori. Genitori coraggiosi, straordinari, un’associazione senza portafoglio che viveva di donazioni e dell’impegno anche economico di chi la viveva. Facevano un piccolo spettacolo in una parrocchia tra stornelli, poesie e recite amatoriali per raccogliere fondi. L’anno dopo esserci conosciuti ho condotto in parrocchia la loro serata. Sono passati sette anni, la parrocchia è diventata il teatro Sistina, la compagnia amatoriale è rimasta affiancata dai più grandi nomi dello spettacolo italiano e la serata tra amici è diventata un evento da 1600 persone a serata: "Il cassetto dei ricordi", per riprendere il titolo di una delle poesie scritte da papà Pietro per Gabriele.



Roberta donna, lavoratrice e mamma, come organizza le proprie giornate? Non lo so. Sinceramente ancora non so come faccio a sopravvivere. Non abbiamo alcun aiuto, solo tanta forza fisica e di volontà. E abbiamo una bambina, e una rete di amicizie, speciali. Ho orari impossibili e anche mio marito lavora tutto il giorno. La bimba frequenta una scuola privata con mille attività. Viene con me e con noi dovunque, eventi, teatro, viaggi. E, davvero, non so come faccio.

  Progetti futuri?
 Tanti! Per tutto quello che ti ho raccontato, tra un passato ingombrante, un presente 
pienissimo e tanti sogni. 

Ufficio stampa Giò Di Giorgio