Per la prima volta assoluta la messa in scena della commedia del drammaturgo francese nella sua traduzione italiana.
Un testo utopistico di straordinaria attualità sulla condizione
femminile:
il racconto di una rivolta delle donne contro i mariti legiferatori
DARIA PASCAL ATTOLINI Artenice, nobildonna.
MARCELLA FAVILLA Signora Sorbino, moglie di un artigiano.
LUIGI TABITA Signor Sorbino, marito della Signora Sorbino.
STEFANO MORETTI Timagene, nobile.
MARIA ALBERTA NAVELLO Lina, figlia
della Signora Sorbino.
FABRIZIO MARTORELLI Persinetto, giovane
popolano, amante di Lina.
GIUSEPPE NITTI Ermocrate, altro
nobile.
CECILIA CASINI, GIULIA LANZILOTTO, CLAUDIA LUDOVICA MARINO,
ERICA TRINCHERA Troupe di donne, sia
nobili che popolane
ALESSANDRO PANATTERI Pianista
Regia BEPPE NAVELLO
Scene e costumi LUIGI PEREGO
Musiche GERMANO MAZZOCCHETTI
Luci ORSO CASPRINI
Una produzione Associazione Teatro Europeo
in collaborazione con Teatro della Toscana
Biglietti:
Intero 17 €; Ridotto (Under 30; Over 65; abbonati Teatro della
Toscana; Soci UniCoop Firenze, domenica esclusa) 15 €; TT Young Card 8 €
La biglietteria al Teatro della Pergola, in via della Pergola n.
30, è aperta dal lunedì al sabato (ore 10 – 20) e, in occasione dello
spettacolo, a partire da un’ora prima dell’inizio della recita.
In prima
assoluta italiana arriva al Teatro della Pergola di Firenze, dopo l’anteprima
nazionale al Teatro Era di Pontedera il 16 novembre, La Colonia, testo
utopistico scritto da Marivaux
nel 1750, che narra di una rivolta di donne, dopo un naufragio su un’isola
deserta, contro i mariti che vogliono legiferare senza coinvolgerle, per
costruire un nuovo mondo in quella colonia sperduta in mezzo all’oceano.
Un’opera di straordinaria attualità sulla condizione femminile scelta dal
regista Beppe Navello,
che l’ha anche tradotta in lingua italiana, in scena dal 30 novembre al 3 dicembre.
Con le
scene e costumi di Luigi
Perego, le musiche di Germano
Mazzocchetti e le luci di Orso Casprini, la commedia è pensata per
numerosi personaggi – più della metà sono donne, rarità nella tradizione
teatrale – ai quali Marivaux offre la possibilità di misurarsi con molteplici
registri interpretativi.
La
compagine di interpreti, che fa parte de la “Compagnia di Sala Prove”, nata una
decina di anni fa proprio grazie a Navello – è composta da Daria Pascal Attolini, Marcella
Favilla, Luigi Tabita, Stefano Moretti, Maria Alberta Navello, Fabrizio
Martorelli, Giuseppe Nitti, Cecilia Casini, Giulia Lanzilotto, Claudia Ludovica
Marino, Erica Trinchera e Alessandro Panatteri.
Le
tematiche espresse, che risuonano straordinariamente contemporanee alle nostre
orecchie, erano uno dei più controversi argomenti nel dibattito filosofico e
sociale dell’Illuminismo francese.
«Nel 1750
– ricorda Navello - Marivaux decise di riadattare una sua vecchia commedia in
tre atti che non aveva avuto successo, ricompattandola in un atto unico:
ventuno anni prima, il 18 giugno 1729 quella commedia, sotto il titolo La nouvelle colonie, era
stata rappresentata al Théâtre des Italiens e, nonostante il cast annoverasse
alcune star dell’epoca come Silvia Balletti e Pierre François Biancolelli, era
stata ritirata dopo una sola rappresentazione. Colpa del testo ispirato a una
delle questioni filosofiche più scottanti sollevate dagli illuministi? Colpa di
un eccesso di verbosità in un teatro come quello italiano che i parigini
continuavano a considerare erede della Commedia dell’Arte? Una scarna cronaca
del “Mercure de France” è
tutto quel che ci rimane della recita del 1729 e non consente valutazioni
storico critiche convincenti.»
«Ma è un
fatto significativo – continua il regista – che Marivaux, autore ormai
affermato e consacrato alla fama, decida di rimettere mano a quell’opera dopo
tanti anni: il problema dell’uguaglianza dei sessi poteva, sì, essere
impopolare nella Francia ancien
régime, ma non doveva essere rimosso per sempre nella storia
contemporanea, proiettando la sua forza ineluttabile in un futuro prossimo nel
quale le donne sarebbero state protagoniste. La
colonia, quel
secondo tentativo, Marivaux lo destinò soltanto alla lettura “in una Società”:
come a ribadire che i tempi non erano maturi per declamare tanta sovversiva
originalità sulle tavole del palcoscenico; come era successo d’altronde a un
altro testo ispirato alle idee dei philosophes, L’Isola della Ragione,
che l’autore si rammaricava di aver portato all’insuccesso teatrale dopo il
buon esito riscontrato invece attraverso le letture ad amici e intellettuali.»
«Si dirà
– conclude – che mettere in scena una commedia sulla rivolta delle donne non
solo non comporta rischi, ma è così politicamente corretto da rischiare quasi
il conformismo. Eppure, non è conformista ascoltare le parole di un classico
(cioè di un autore che non finisce mai di essere contemporaneo, per ricordare
una delle più felici definizioni della parola) a proposito della questione
femminile, tema sociale e filosofico ben lontano dall’essere definitivamente
risolto duecentosettantatré anni dopo. Proprio perché tiene conto con
autoironia delle timidezze, delle resistenze, delle paure ancestrali che
accompagnano da sempre l’accettazione di una parità completa tra le due metà
del cielo. E poi perché è una commedia, forma teatrale che non si prende sul
serio neanche quando fa finta di predicare, ma gioca con gli strumenti del buon
teatro, con i caratteri, con le battutacce, con l’invenzione del naufragio in
un’isola deserta, mitologica risorsa in teatro per rappresentare utopie
palingenetiche. E se nel testo di Marivaux il finale resta prudentemente senza
esito rispetto alle speranze che ha generato durante tutto il tempo
dell’azione, è inevitabile sentire che quella conclusione è provvisoria e
prefigura un futuro diverso affidato alle generazioni che verranno. È quanto
cerca di esprimere questa messa in scena, la prima in italiano e nel nostro
Paese, per quanto io sappia, della storia plurisecolare di questo testo”.
BEPPE
NAVELLO
Dopo aver
compiuto studi universitari in Italia e in Francia, si è formato teatralmente
al Teatro Stabile di Torino come regista assistente di Mario Missiroli, tra il
1977 e il 1981. Le sue prime regie sono su testi contemporanei: al Teatro
Stabile dell'Aquila, nel 1983, dirige Questa
sera da Tosti di Alberto Gozzi e al Teatro Stabile di Torino, nello
stesso anno, La casa
dell’ingegnere di Siro Ferrone, tratto da La cognizione del dolore
di Carlo Emilio Gadda. In quegli anni intraprende anche la collaborazione con i
programmi culturali della RAI, firmando centinaia di testi e regie radiofoniche
per le tre reti nazionali dell’emittente pubblica.
È del
1986 la prima nomina a direttore del Teatro Stabile dell'Aquila. Le sue regie
più importanti: Sogno di
Oblomov di Siro Ferrone, e un esperimento di teatro a puntate: I tre moschettieri, durato
tutta la stagione ‘86/’87. Tra il 1990 e il 1993 dirige il Teatro di
Sardegna, a Cagliari, dove firma le regie de Il
gioco delle parti di Luigi Pirandello, de Il vampiro di Angelo
Brofferio e di Casa di
bambola di Henrik Ibsen. Tra il 1994 e il 1997 torna alla direzione
del Teatro Stabile dell'Aquila (regie di La
donna del mare di Ibsen, Il
Misantropo di Molière, Il
caso Papaleo di Ennio Flaiano). In seguito, con una compagnia
privata, firma le regie di Alfieri!
Alfieri!, Il
costruttore Solness di Ibsen e La
signorina Julie di Strindberg. Ha firmato anche, insieme a una
regista francese e a un regista belga, la messa in scena di Le cercle de craie caucasien
di Brecht al Festival di Aix-en-Othe e al Théâtre de la Villette a Parigi
(1997).
Nel 2001
fonda il Festival internazionale “Teatro Europeo” diventato poi “Teatro a
Corte” perché itinerante attraverso le dimore sabaude del Piemonte: fino al
2017, il festival è cresciuto all’insegna dell’amicizia italo francese (più di
cento compagnie d’Oltralpe invitate nel corso degli anni), diventando punto di
riferimento dell’innovazione europea in particolare per le creazioni in situ.
Dal 2007 al 2017 ha diretto a Torino la Fondazione Teatro Piemonte Europa,
riconosciuta dal Ministero Teatro Stabile d’Innovazione, poi promossa a Teatro
di Rilevante Interesse Culturale e che dal 2010 ha ottenuto in gestione il
Teatro Astra di Torino. Per quel palcoscenico, nello stesso periodo, ha creato numerosi
spettacoli di successo presentati nei cartelloni dei maggiori teatri italiani,
tra i quali: Donne informate
sui fatti di Carlo Fruttero, Dette
d’amour d’Eugène Durif, Il
Divorzio di Vittorio Alfieri, Il
Trionfo del Dio Denaro di Marivaux, Una delle ultime sere di Carnovale di
Goldoni; e ha promosso, invitando registi stranieri (Jean Claude Penchenat,
Myriam Tanant, Robert Talarczik), spettacoli bilingue con attori italiani,
francesi e polacchi: Cinema!
(in due versioni, italo francese e polacca); Bar Franco Italien; Remake. Dal febbraio al
maggio 2017 ha occupato lo stesso Teatro Astra con l’imponente cantiere
scenografico progettato da Luigi Perego per una riedizione della saga de I Tre Moschettieri in otto
puntate, riprendendo i testi scritti trent’anni prima per il Teatro Stabile
dell’Aquila dai maggiori drammaturghi italiani: un’avventura che ha coinvolto
un centinaio di lavoratori dello spettacolo tra i quali una cinquantina di
giovani attori e che ha appassionato ogni settimana il pubblico torinese per
quarantotto repliche in otto puntate, ciascuna diretta da registi diversi (lo
stesso Navello, Gigi Proietti, Piero Maccarinelli, Myriam Tanant, Andrea
Baracco, Robert Talarczyk, Ugo Gregoretti e Emiliano Bronzino).
Dal 2019,
B.N. siede nel Comitato Scientifico del progetto internazionale, sostenuto
dall’Institut Universitaire de France, Marivaux
et les scènes européennes guidato da Paola Ranzini dell’Università
di Avignone: tra le altre iniziative, è in corso la pubblicazione degli Omnia di Marivaux in italiano presso
l’editore Cue Press. Il primo volume è in libreria dal settembre 2021 e il 23
novembre 2021 ha debuttato alla Pergola di Firenze, per la prima volta in
lingua italiana, La seconda
sorpresa dell’amore, con la traduzione e la regia, appunto, di
Beppe Navello.
Dal 2015
è consigliere d’amministrazione dell’Alliance Française di Torino e nel 2021 è
stato nominato consigliere d’indirizzo del Teatro Regio di Torino dal Ministro
della Cultura.
Associazione Culturale Teatro Europeo
Via Santa Chiara 1, Torino
Sito web: teatroeuropeo.it
Ufficio Stampa: Elisabetta Castiglioni
328 4112014 – info@elisabettacastiglioni.it
Sito web: elisabettacastiglioni.it
Ufficio Stampa Fondazione Teatro della Toscana: Matteo Brighenti