venerdì 24 febbraio 2023

VISIONI & ILLUSIONI RICORDA GINA LOLLOBRIGIDA E FESTEGGIA IL SUO PRESIDENTE ONORARIO GIULIANO MONTALDO di Daniela Dal Lago

 

L'associazione “Visioni e illusioni” ha reso omaggio, nella Sala Cinema dell'Anica, a Gina Lollobrigida, recentemente scomparsa, con uno dei film che hanno contribuito a farne un'icona mondiale del cinema: "La donna più bella del mondo" (1955) di Robert Z. Leonard. 

Nel film, che fu campione d'incassi italiano della stagione 1955-56 e che tutt'ora figura al decimo posto dei film italiani più visti di sempre, l'attrice interpretava Lina Cavalieri, vedette e poi celebre cantante lirica vissuta tra l'Ottocento e il Novecento: ruolo che le valse il David di Donatello come Migliore Attrice nel 1956. 

Accanto a lei, tra gli altri, l’indimenticabile Vittorio Gassman ricordato anche lui nel corso dell’appuntamento con la partecipazione in sala della figlia Paola Gassman, mentre il critico Guido Barlozzetti ha introdotto il film. Nell'occasione, l'Associazione ha festeggiato anche il 93esimo compleanno del suo presidente onorario, il regista Giuliano Montaldo.

Il tutto attraverso un video collegamento in diretta streaming con il maestro, cui hanno fatto gli auguri il presidente dell’associazione Ettore Spagnuolo e i personaggi del mondo del cinema, della cultura, dell'arte e delle istituzioni presenti alla serata condotta dal giornalista Alberto Castagna. 

Tra i tanti il presidente Anica Francesco Rutelli, Eleonora Brown, indimenticabile figlia della Loren ne "La ciociara”, il generale Tullio Del Sette con la consorte Paola. E ancora il produttore cinematografico Pietro Innocenzi e la vice presidente dell’associazione Michela Trabalzini.



lunedì 20 febbraio 2023

PRESENTAZIONE LIBRO DI NIKY MARCELLI “LA VENA MAZZARINI” CON ROBERTA BETA E GAIA ZUCCHI e TANTI AMiCI

 

Beato tra le donne. A presentare “La vena Mazzarini”, il nuovo appassionante romanzo noir del giornalista e scrittore super dandy Niky Marcelli, l’altra sera alla romana libreria Mondadori di Via Piave, dinanzi ad un parterre di nobili e amici, sono state due belle signore dello showbiz: la conduttrice radiofonica ed ex gieffina Roberta Beta e l’attrice ex tintobrassina Gaia Zucchi, che si è data anche lei alla scrittura.

La Beta ha presentato il libro e ha intervistato Niky, il più dannunziano degli odierni romanzieri, un tipetto colto e raffinato che colleziona auto d’epoca, soprattutto Citroen storiche con cui poi va ai raduni in giro per l’Italia, e che non esce mai di casa senza i suoi cappelli Panama creati dall’artigiano cappellaio senese Giovanni Bertacchi che per lui ha ideato la linea Silk e, in collaborazione con la cesenaticense Roberta Braghittoni, la linea “Cesenatico”. 

I modelli che sfoggia sono “Fedora” per l’inverno e “Panama” per l’estate. La Zucchi ha invece letto a più riprese brani del romanzo, il quindicesimo che Niky ha dato alle stampe. Curiosità: anche la Zucchi ha appena pubblicato un libro, “La vicina di Zeffirelli”, dove racconta la sua amicizia con il grande regista, visto che ha abitato 15 anni in una villa sull’Appia Antica accanto a quella di Zeffirelli (oggi ci vive Silvio Berlusconi): i loro giardini confinavano, tanto che lui la prima volta che la vidde la scambiò per la moglie del suo giardiniere. 

Tornando a Niky Marcelli, ha spiegato che con “La Vena Mazzarini” (Santelli Editore, 266 pagine, € 15.99) torna per risolvere un “cold case” Anna Bonoli, detta “la Lince”, detective borderline già protagonista nel 2019 del suo fortunato giallo “La Strega Spiaggiata”. E tornano le ambientazioni care allo scrittore: la Romagna e soprattutto Cesenatico, teatro dell’azione di entrambi i romanzi. La Vena Mazzarini, che dà il titolo all’opera, è infatti un canale che partendo dal Porto Canale disegnato da Leonardo da Vinci taglia in due una buona fetta della cittadina rivierasca. 

Reintegrata in polizia con il grado di ispettore capo, la Lince, considerata dai suoi superiori un soggetto “problematico”, non è stata tuttavia riassegnata alla Squadra Mobile ma al comando del distaccamento di Cesenatico. A seguito di una “provvidenziale” tromba d’aria che ne ha smosso il fondo, dalla Vena Mazzarini è infatti emerso un sacco che contiene lo scheletro di una donna. Il caso è ovviamente di competenza della Mobile e della Scientifica di Forlì. 
E così sembra pensarlo anche la nuova e scostante PM, titolare delle indagini. Ma la Lince non ha nessuna intenzione di restarne tagliata fuori, è troppo territoriale e quel cadavere è spuntato praticamente nel giardino di casa sua. Con il benestare ufficioso del commissario Luca Zoffoli, suo vecchio superiore e responsabile dell’indagine; l’aiuto dei colleghi e degli amici di sempre, e di alcuni nuovi e del tutto inattesi alleati, darà inizio ad un’inchiesta parallela, riuscendo a risolvere il mistero e a fare finalmente giustizia. 

Ad ascoltare incantati Niky, che ha voluto dedicare il libro alla madre, la nota attrice Saviana Scalfi, scomparsa 2 anni fa in ospedale a causa del Covid, tanti amici. Sala piena e posti in piedi. Ecco il principe Guglielmo Giovanelli Marconi con la bella mogliettina Vittoria, la principessa Irma Capece Minutolo in total black tutta presa a scattare selfie e reduce dal suo compleanno festeggiato al “Crazy Pizza” di Briatore, il marchese Gregorio del Gallo di Roccagiovine con la mitica e vulcanica moglie press-agent Patrizia Brandimarte, il prefetto Fulvio Rocco de Marinis. E ancora, le scrittrici Maria Cristina Maselli e Giulia Carcasi, la bella attrice Valentina Vicari con la mamma Annelì, indimenticabile nel ruolo della cattiva Vera Medici nella serie infinita “Incantesimo”. Ci sono il mitologico artista della Scuola Romana di Piazza del Popolo Enrico Manera con la moglie Cleonice Gioia con cagnolino in braccio, anche lei artista sulla cresta dell’onda. 

Applaudono il regista Pierfrancesco Campanella, che ha appena ultimato il suo ultimo lungometraggio: “Brividi d’autore”, starring Maria Grazia Cucinotta, Sebastiano Somma e Franco Oppini, un thriller a episodi che tra un paio di mesi uscirà al cinema e poi su Amazon Prime. Arriva, originale come sempre, con occhiali da aviatore sopra lo zuccotto, il grande hair-stylist delle dive Michel: ha lasciato per mezz’ora il suo nuovo salone di bellezza-bazar di via Antonio Salandra per salutare lo scrittore.

 A fine presentazione, si brinda con bollicine e si degustano le deliziose e stranote torte di mele di “Sf-Art of Taste” di Stefano Crialesi e Filippo Biffi. Cartellino timbrato anche per la bella pittrice Justine Margot, Cinzia Loffredo, Miria Maiorani, Stefania Moretti e per i giornalisti Marino Collacciani, Marco Nardo e Federica Pansadoro. Niky firma copie del libro e dà appuntamento alla sua prossima avventura letteraria, già in cottura.

                                                          Gabriella Sassone

martedì 14 febbraio 2023

Dal 23 al 26 febbraio 2023 BARBARA di Angelo Orlando con (in ordine alfabetico) Dario Biancone, Fabrizio Catarci, Enrico Franchi, Olena Kozinina e Sebastiano Vinci. regia Nicola Pistoia

 

 Aldo e Pino sono due amici che dopo una cena “frugale”, con antipasti, primi, secondi, contorni, dolce, caffè, ammazza caffè e tre bottiglie di vino, decidono di raggiungere Barbara una escort mozzafiato, esperta in giochini erotici. I due, una volta a casa della ragazza, finiranno legati a letto insieme. “Barbara ritarda qualche minuto” così comunica ad Aldo e a Pino, Carmine il fedele segretario di Barbara. Ma Barbara non si presenterà. Da qui in poi, si snoderà la strampalata vicenda dei due amici, costretti, loro malgrado, a stare chiusi in “cattività” nella camera da letto di Barbara. Aldo e Pino, rappresentano un’Italia borghese che, arrivata al culmine delle proprie possibilità, ha il coraggio giusto (o crede di averlo) per lanciarsi “oltre”, per agguantare qualcos’altro. Barbara, rappresenta per Pino e Aldo, la soluzione all’insoddisfazione e al grigiore delle loro vite quotidiane. La trasgressione, l’energia di ciò che è alieno e pronto a sconvolgere ogni equilibrio, è una tentazione troppo grande e purtroppo per i due amici, anche impossibile da gestire. Barbara è una commedia notturna, brillante, assurda, che riguarda le sorti sociali di un paese, che pur pensando di meritare di più, in realtà resta piccolo e provinciale. La domanda, è una sola: qual è l’Italia che ci piace? Quella di Aldo e Pino, legata a un letto? O quella di Barbara, di un’Italia che sogniamo, che non si fa mai vedere? Bel dilemma. 

                       costumi Alessia Sambrini, scena Francesco Montanaro

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee a ROMA Feriali ore 21, festivi ore 17:30 CONSIGLIATA PRENOTAZIONE Biglietto €15, compresa tessera associativa Contatti:info@teatrotrastevere.it Ufficio Stampa: Vania Lai vanialai1975@gmail.com 

                                                               Giò Di Giorgio

lunedì 13 febbraio 2023

Marco Mengoni sbaraglia tutti gli avversari - di Ilaria Solazzo.

 

A Sanremo, Marco Mengoni ha vinto - a 10 anni dal suo primo successo - perché ha fatto prevalere l'umiltà, nonostante i tanti, incredibili, successi raccolti. Già nella serata dedicata alla cover ha emozionato, avvalendosi del sostegno di voci gospel eccezionali: il gruppo internazionale The Kingdom Choir, con cui ha cantato uno dei brani più noti dei Beatles: 'Let It Be”, una pietra miliare della storia della musica mondiale. Belli anche i look scelti per confermare il proprio rispetto a un palco la cui storicità il cantante sente nell'anima. Il suo pianto sentito a elezione avvenuta lo consacra uomo di straordinario spessore, amatissimo dai suoi fan. Chi sa ancora esternare i propri sentimenti con quella schiettezza è un esempio di unicità di dimensioni cosmiche. Il suo sguardo è rimasto lo stesso che incrociai moltissimi anni fa in quella affollata piazza del Popolo a Roma durante un flash mob con Lorella Cuccarini. Ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure lui non ha perso mai la bussola. Marco, un nome comune, ma che nel suo caso diviene familiare, quasi fraterno perché di Mengoni c'è né solo uno. La sua vittoria ha unito i pareri di orchestra, giornalisti, artisti: tutti d'accordo nel definirlo grande. "Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna": così dice la saggezza popolare.Marco ha la sua mamma che è una persona speciale. Un altro detto molto saggio recita: “Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli. L'umiltà é la base di ogni vera grandezza" e questo Marco lo sa benissimo e lo ha dimostrato anche a "Domenica In" da Mara Venier. Durante i venti minuti di chiacchierata nei quali ha interagito con i giornalisti e con altri artisti, ha messo in chiaro che per lui il pilastro è rappresentato dalla famiglia in particolare dai genitori. Risposte equilibrate, dal tono pacato, mai esagerate o viziate da passaggi fuorvianti. Dolce il suo aver ricordato a tutti che è fiero di essere cresciuto con il nonno in campagna in mezzo agli animali, a sottolineare che la vera ricchezza parte dalla madre terra. Le sue parole riescono, praticamente sempre, a toccare l’anima degli ascoltatori, anche perché l’artista affronta tematiche moderne. Il Mengoni di oggi si presenta con un fisico e una sicurezza, ben differenti rispetto al passato. Marco Mengoni porta nelle sue canzoni delle riflessioni personali che derivano dal un viaggio introspettivo. Grazie a tutto questo a Sanremo ha ottenuto il Premio della Critica. L’idolo delle ragazzine, oggi, ha certamente un pubblico più maturo e, ogni suo live, il sold out è garantito. Viterbese di Ronciglione, è nato il giorno di Natale del 1988. Negli striscioni appesi ai balconi della sua casa natale si legge: «Comunque vada sei andato via da re e ritorni imperatore». A designare il cantante laziale (ma solo geograficamente, Marco e’ tifosissimo della Roma) come vincitore sono state all’unisono tutte e tre le giurie che concorrono a determinare la classifica finale della competizione. La sua Due Vite, infatti, è stata la prima scelta sia per la sala stampa, che per il televoto e la demoscopica. A un decennio dal primo trionfo, Mengoni ha vinto il festival di Sanremo con numeri che non lasciano spazio a dubbi.


domenica 12 febbraio 2023

"Perché Sanremo è Sanremo" di Daniela Dal Lago

 


Sanremo 2023 a suon di fornelli e cucina multietnica; Dal salotto dell Emigrante, il seguitissimo programma UnicusaniTv, al salotto di casa, Gio’ Di Sarno, come ogni anno ha ospitato il gruppo d’ascolto Star&flower, per la giuria casalinga di Sanremo 2023. 

Una trentina di uditori che seguendo i pronostici astrologici del Maestro Massimo Bomba, prima di radunarsi davanti alla Tv, hanno inserito in busta chiusa la terna dei vincitori x poi deliziarsi con il menù Pret a porter; Oltre alla pasta e patate con la provola, piatto forte della Di Sarno, ci sono le specialità arrivate degli “emigranti “Rashmi Bahtt (musicista e attore indiano) con i Samosa, un tipico Finger Food Indiano molto amato, caratterizzato da una sottile sfoglia croccante che accoglie un cremoso ripieno speziato.

Nour Eddine Fatty (musicista marocchino) con i Chebakia (Biscotti al miele e sesamo)tipici del Marocco. Gio’ Di Giorgio, direttore di Inciucio.it con i must napoletani :babà pastiera e caprese,

 l’avvocato Antonella Sotira contessa FRANGIPANE Baiili Chaine Amphisia ,con costringi alla ndjua e mandorle e liquori al bergamotto; la poetessa Antonella Pagano con la minestra del paradiso” e le donzelline, innaffiato dal rosso partenopeo dal nome del principe Antonio De Curtis; la cantate attrice Laura Sorel con la parmigiana, rigorosamente fritta. 

La bellissima Matilde Brandi, dopo teatro raggiunge il gruppo con un magnum Di prosecco e rose rosse ; la giovane modella Beatrice Mazzoni, reduce dai digiuno della Oman Bride Show; a suggellare le buste e procedere allo sfoglio.

L'avv Anna Sistopaoli; dress code rigorasamente floreale dal fashioner con Rose nere e piume dell’ avv Sotira alla spilla di garofanini della poetessa Pagano; unica eccezione per la padrona di casa: in rosa a pois, un modello uguale a quello della Francini con maniche a sbuffo e generosa scollatura,

altri ospiti intervenuti la mitica Lucy Bove, la female bartender Stefania Valentini, il Lucano DOC Pino Demarco, la manager Mara Tatangelo e dulcis in fundo la piccola (per l'età) Serenella.

Parlando di... Sanremo - Articolo a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

 

Sul palco targato 2023 di Sanremo è successo di tutto e di più. Il pubblico ha assistito a performance variegate che hanno provato ad accontentare tutti. Uno dei momenti indimenticabili resterà senza dubbio quello che ha visto in scena tre mostri sacri della musica italiana: Albano, Morandi e Ranieri. Le loro canzoni hanno fatto sognare e (e lo fanno tutt'ora) intere generazioni. Ma anche Zarrillo - a 30 anni dal debutto - conferma di avere conservato le stesse tonalità degli esordi. 

da sx Amadeus,Chiara Ferragni, il vincitore di Sanremo Marco Mengoni e Gianni Morandi


Alla fine, a prescindere da chi vince (complimenti a Marco Mengoni) la 'febbre di Sanremo', come il virus dell'influenza, ogni anno, nel mese di febbraio, cattura milioni di italiani coinvolgendoli tanto da creare audience mostruose, risultato di uno show che crea molto business. Che poi, a dirla tutta, sui social fuori dall'Ariston a farsi le foto “mancava solo mi nonna, quest'anno”, come ha detto un mio amico romano. Tutti ovviamente critici musicali, stilisti di moda e presentatori per 5 giorni, perché a giudicare (gli altri) sono tutti bravissimi. La kermesse ha riscontrato un alto indice di gradimento da parte del 70% del pubblico che lo ha visto da casa, ma ha stuzzicato anche un 30% che non ha apprezzato qualcuno degli eventi definiti “discutibili”: esempio, una lettera a sfondo politico in un festival musicale. Un bel rischio nel momento in cui il mondo sta giocando a Risiko col proprio futuro. Una “partita” alla quale l’Italia partecipa fornendo anche armi e non colombe della pace. E si che abbiamo il Vaticano fuori dalla porta di casa. "Il foglietto con il messaggio di Zelensky letto da Amadeus è un'umiliazione all'Ucraina". Convinto che, a due settimane dal primo anniversario del conflitto russo-ucraino, in Italia sia in atto una sorta di "rimozione psicologica", anche lo psichiatra Paolo Crepet si unisce al coro di chi, nonostante la presenza all'Ariston dell'ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk e l'omaggio musicale a quella terra, giudica inadeguato(o inopportuno) lo spazio concesso al presidente del paese in guerra. Punti di vista. Per tornare alle suggestioni ecclesiastiche, per dirla con le parole di un comico nazionalpopolare, in platea mancava solo il Santo Padre e poi Amadeus avrebbe fatto davvero bingo. In effetti, e torniamo a quanto detto all’inizio, ne abbiamo via te davvero tante. Mettiamo e in fila qualcuna, così, senza seguire per forza un filo logico; in fondo è Sanremo, non un esame di filosofia! Sabato sera è stato ricordato il compianto Lucio Dalla: a farlo “l'ugola d'oro” di un eterno ragazzo che una vita fa cantava "fatti mandare dalla mamma"... Adesso, invece, sono i figli a mandare la mamma, ma a quel paese e non certo a prendere il latte; quella mamma è la Rai, genitrice ingombrante e non sempre trasparente, che cambia volto e bandiera a seconda dei venti del momento. E il pubblico ci casca: da sondaggi fatti a campione sui social network, c'è chi ride per le calze smagliate della ragazza dei Maneskin, chi per le inflessioni del cellinese Albano, chi per la tartaruga in letargo di Angelo Duro o per i problemi di udito del Blanco dalla rabbia facile.

Le accorate lettere al femminile delle due Chiara (Ferragni-Francini) hanno colpito il cuore di molte donne che in loro si sono riconosciute per i motivi più disparati. In particolare per la Ferragni, si sono sprecati commenti anche acidi. Curiosamente proprio da parte dell’universo femminile.Tante a puntare il dito su di lei. Tutte sempre pronte a giudicare, ma nessuna o quasi ha capito il messaggio che ha voluto mandare. Speciali anche i look stravaganti sul palco: da quello delle “sorelline” venute dallo spazio all'abbigliamento liceale di Giorgia. Non sono mancati sorrisi pieni e pianti amari. Sanremo è una vetrina a cui nessuno vuole rinunciare: nella quarta serata innumerevoli i volti noti dello spettacolo che hanno condiviso la scena con i 28 cantanti in gara. Stravaganti, a tratti pittoresche, le giacche di Amadeus, sul cui carro sono voluti salire in tanti... vecchio costume italiano. Anche la 'belva' di Mentana ha provato a mettere ko conduttore e co/conduttore, ma senza  fare goal. Il tutto fino alle ore piccole. Tra scommesse vinte e perse, tra l’altro, il presentatore-anfitrione  si porta a casa anche già  le chiavi per il 2024.
Quando tutto ricomincerà: al solito, come  'cozze' attaccate allo scoglio, hanno mangiato su Sanremo programmi TV, radio, e social. E qualcuno nel piatto ha fatto pure la scarpetta. 
Per far brillare  gli occhi dei maschietti, ecco il corpo di Elodie in tenuta sexy  e la bionda “prof” di Amici in abito corto. Tra le prime file non potevano mancare 'zia Mara', Venier, Alba Parietti, Paola Perego, Rosanna Lambertucci, per citarne alcune.

 Per chiudere, e magari non scordare polemiche e interventi politici a gamba tesa, lasciamo la parola a Rosa Chemical: "È andato tutto oltre le aspettative, un Festival che si è dimostrato libero, di larghe vedute, pronto a ricevere un messaggio forte, di apertura a un nuovo tipo di amore, a un nuovo tipo di sesso, a un nuovo tipo di italianità". E così sia.

giovedì 9 febbraio 2023

LA PAPESSA di Andrea Balzola Monologo per attrice Dal progetto teatrale multimediale “Free Women suite” Con Beatrice Schiaffino Musiche di Alessandro Panatteri Costumi Loredana Redivo Regia di Carmen Di Marzo

Al "TEATROSOPHIA" DA GIOVEDÌ 16 A DOMENICA 19 FEBBRAIO 2023

La donna che vuole sapere è pericolosa. La donna che sa è ancora più pericolosa…” Un monologo intimo e avvincente scritto da Andrea Balzola, che narra la storia della Papessa Giovanna, la donna che ha sfidato ogni legge e dettame del suo tempo (IX secolo), pur di affermare la propria identità. In un’epoca in cui la donna era discriminata fin dalla nascita come inadatta alla cultura e alla spiritualità, Giovanna si ribella, studia, si spinge oltre ogni limite fingendosi anche uomo, fino a rendere possibile l'impossibile: diventare Papa con il nome di Giovanni VIII. 

A metà tra storia e leggenda, la figura della Papessa diventa archetipo collettivo di coraggio e affermazione individuale, di conoscenza e solidità, come suggerito anche dalla misteriosa Papessa dei Tarocchi. La figura del monaco Johannes Anglicus, salita al soglio pontifico con il nome di Papa Giovanni VIII (dall’853 all’855), è stata l’unica figura di papa donna a lungo celata e volutamente oscurata per secoli dalla Chiesa Cattolica e poi riesumata dalla Riforma Protestante. Avvolta nella leggenda, ha lasciato tracce in molti documenti e anche in narrazioni eccellenti come “Le storie di donne illustri” di Giovanni Boccaccio. 

Dopo le recenti conferme storiche circa la sua esistenza (“Le pagine strappate” di Pietro Ratto, il ritrovamento di monete con la sua effige), il cinema e la letteratura hanno riportato alla luce la sua storia. 
Durata spettacolo: 60 minuti 
Al termine dello spettacolo il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia 

TEATROSOPHIA Via della Vetrina, 7 – Roma - 00186 

Date e Orari Giovedì, Venerdì e Sabato ore 21 – Domenica 0re 18 Biglietti: Intero: Euro 14,00+4,00 per tessera associativa Ridotto: Euro 11,00+4,00 per tessera associativa 
PRENOTAZIONI: https://www.teatrosophia.it/index.php/biglietteria info@teatrosophia.com 0668801089- 353 3925682 

Ufficio stampa Teatrosophia -Andrea Cavazzini - Giornalista Cell. 32941.31.346 - press@quartapareteroma 

                                                                   Giò Di Giorgio

mercoledì 8 febbraio 2023

Presentato con successo alla Camera dei Deputati il progetto artistico “Women in love” contro le infibulazioni

 

Luigi Uno Tivelli e Vittorio Paravia

Il ricavato del progetto, presentato lo scorso di dicembre a Venezia, sarà impiegato per operare gratuitamente le vittime di mutilazioni femminili 

Pomeriggi di solidarietà. Presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati la onlus Angels ha presentato il progetto artistico, culturale ed umanitario "Women in Love", firmato dall’artista Benedetta Paravia e presentato a Venezia a dicembre, il cui ricavato sarà impiegato per operare gratuitamente le vittime di infibulazione. Tra i presenti ecco Allegra Caltagirone, amica d'infanzia della Paravia, le socialite iraniane Sanaz Riavi e Afsoun Moradipour, la conduttrice e cantante rivelazione dell’ultima edizione di “Tale e quale” Elena Ballerini e le attrici Eleonora Pieroni e Rossella Ambrosini.
Maria Rita Parsi

Si riconoscono, inoltre, Jasmine Rotolo, poliedrica attrice figlia dell’indimenticata Stefania Rotolo, e l’architetto Eleonora Barbareschi con il marito curatore Marco Furio Ferrario. Ci sono gli imprenditori Lorenzo Rossetti e, da Dubai, Khaled al Gurair. «L’obiettivo di Angels (Associazione Nazionale Giovani Energie Latrici di Solidarietà Onlus) – dice la portavoce Paravia- è sensibilizzare l'opinone pubblica sulla terribile tortura-mutilazione subita dalle donne». Applaudono il senatore Maurizio Gasparri, Maria Teresa Bellucci, vice ministro per il Lavoro e le Politiche Sociali, la psicologa Maria Rita Parsi e la giornalista Safiria Leccese. 

E ancora il professor Luigi Tivelli con gli amici Vittorio e Alberto Paravia. L’incontro si è tenuto in occasione del 6 febbraio, Giornata Internazionale Contro le Mutilazioni Genitali Femminili, istituita nel 2012 dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione e azioni concrete per combattere tale orrenda barbarie che dura da oltre mille anni e che vede vittime bambine e giovani donne e anche migranti nel nostro territorio. Una pratica che avviene anche in Italia clandestinamente, nonostante la legge n. 7/2006: sono circa 4mila, infatti, le bambine che sul territorio italiano ogni anno rischiano di essere sottoposte a queste pratiche clandestine che recano atroci sofferenze fisiche e psicologiche e le privano della dignità’’. «Quella delle MGF – dice la Bellucci - è una grave problematica di livello mondiale. 

Questo tema non riguarda solo nazioni vicine all’Italia ma riguarda anche il nostro paese. È un problema complesso di carattere culturale che viene tramandato e perpetrato di madre in figlia. Una catena di dolore che deve essere interrotta. Il genere maschile partecipa, ma non è la sola parte attiva. Iniziative come queste sono fondamentali e devono essere potenziate. Lo stato è vicino a chi si adopera per i diritti umani». «È fondamentale educare – aggiunge la Parsi - la scuola deve essere al centro di ogni possibile cambiamento. Se vogliamo attuare un cambiamento è bene mettere a disposizione tutte le nostre competenze e risorse». Benedetta Paravia ha concluso ringraziando gli intervenuti e citando una frase di Rita Levi Montalcini: «Se si educa un bimbo si avrà un uomo educato ma se si educa una bambina si avrà una famiglia, una società è una nazione educate».

                                                                Giò Di Giorgio





Carnevale di Venezia:da venerdì 10 febbraio, all’Arsenale di Venezia, prendeavvioOriginal Signs, unastraordinariarappresentazione di danza, musica e spettacolo

 


Venezia,8 febbraio 2023 - Il Carnevale di Venezia si trasferisce in Arsenale, in un inimitabile teatro a cielo aperto, per celebrare “Take your time for the originalSigns”. “OriginalSigns” è il titolo dello spettacolo – che vede la firma del direttore artistico Massimo Checchettoe la regia di Enrica Crivellaro¬–che verrà riproposto due volte al giorno per un totale di 9 nove serate: venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 febbraio e da giovedì 16 febbraio a martedì 21 febbraio con due repliche giornaliere alle 18.30 e alle 21.00. OriginalSigns è una magica parata che trasforma lo spazio acqueo del bacino dell’Arsenale in una emotiva tempesta surreale, tra performance live di musica, danza ed effetti speciali. I diversi quadri messi in scena da uno spettacolare cast artistico raccontano l’evoluzione dell’uomo attraverso una continua ricerca comunicativa. 

Su imbarcazioni e chiatte galleggianti, allestite e scenografate con installazioni metalliche con il fuoco, fra le fiamme e sulle acque antistanti la darsena dell’Arsenale, gli artisti si esibiranno in un repertorio tra giochi, attrezzature sceniche, acrobati, ballerini ed evoluzioni del Flyboard. Dal corpo che parla ai segni ancestrali della natura, dalla necessità di un contatto con il trascendentale e i suoi simboli celesti all’esigenza di esprimere se stessi con creatività ed arte. Uno spettacolo sull’acqua la cui energia creativa scatena i simboli di terra, aria, acqua e fuoco. Un viaggio dalle origini all’originalità tra i vari mondi fantastici dell’umano. 

Nel suggestivo spazio che un tempo fu la sede della marineria della Serenissima, “Original Signs” porterà in scena trenta performer di carattere artistico poliedrico che sapranno condurre gli spettatori in un viaggio di esplorazione dei segni. Linguaggi creativi diversi per raccontare l’atemporale necessità umana di esprimersi e trovare un posto nel mondo terreno, nel mondo celeste e nel mondo immaginario. Sono sei le imbarcazioni realizzate per essere palchi galleggianti accompagnate da elementi scenici sull’acqua per uno spettacolo elegante e potente che saprà cogliere nel segno. 

Uno spettacolo che vede muoversi sull’acqua i corpi energici dei ballerini di RANDB. Collective, la grazia eterea dell’acrobata Viola Cappelli e l’espressiva danza di Isabella Moro che racconta il mondo celeste con la Lingua dei Segni. In scena si ritrova il gesto atletico del flyboard che, con Cristiano Perseu, si trasforma in un gesto artistico che affiora dall’acqua per innalzarsi verso il cielo. E con l’acqua non poteva mancare il suo elemento complementare: il fuoco che in OriginalSigns è sapientemente manipolato dalla Compagnia Opera Fiammae e dalla francese Compagnie Ilotopie, già protagonisti della scorsa edizione e che quest'anno portano nuovo calore creativo, rafforzato dal potente ritmo live di Psycodrummers, percussionisti non convenzionali. L’emozionante cornice notturna dell'Arsenale è resa unica da una densa scenografia di fontane danzanti, luci e video realizzata dal connubio di arte tecnologica tra Viorica, Antica Proietteria e Moonlight. I biglietti sono disponibili on line con gratuità e riduzioni per i residenti del Comune di Venezia fino ad esaurimento dei posti disponibili. 

Informazioni per raggiungere l’Arsenale ed assistere allo spettacolo. Via acqua 
Per l’occasione è disponibile un collegamento acqueo speciale dedicato esclusivamente ai possessori di biglietto per lo spettacolo, linea Carnevale-Arsenale CA. Da S. Marco-S. Zaccaria “A” a Torre di Porta Nuova\Arsenale: corse a partire dalle ore 17.30 (per lo spettacolo delle 18.45) e dalle ore 20 (per lo spettacolo delle ore 21.15); da Torre di Porta Nuova\Arsenale a S. Marco-S. Zaccaria: corse alla fine di ogni spettacolo. L’accesso a bordo è consentito con il biglietto per lo spettacolo e con i seguenti titoli di viaggio Actv: biglietto A\R da €5,00 dedicato esclusivamente alla linea CA, biglietti a tempo (1, 2, 3, 7 giorni), abbonamento Rete Unica, biglietto Rete Unica o carnet (riservati alle tessere Venezia Unica abilitate alla rete di navigazione).

A piedi Per raggiungere a piedi l’Arsenale l’ingresso è dai Bacini - Arsenale Nord. Partendo da Piazza San Marco si potrà raggiungere la zona dello spettacolo in 25 minuti passando per San Francesco della Vigna, direzione Bacini, e procedendo poi per la passerella che collega la Celestia all’ingresso dei Bacini lungo il muro di confine Nord dell’Arsenale. Lo spettacolo è una produzione di Vela Spa: direttore artistico Massimo Checchetto, concept Massimo Checchetto ed Enrica Crivellaro. Regia di Enrica Crivellaro con Opera Fiammae, Compagnie Ilotopie, RandB. Collective, Psycodrummers, Viola Cappelli, Isabella Moro, Cristiano Perseu. Water Show a cura di Viorica. Video e Sound Design a cura di Antica Proietteria. Lighting Design a cura di Tommaso Zappon.

Ufficio stampa : Press - Carnevale [press@carnevale.venezia.it]

                                                                  Giò Di Giorgio

martedì 7 febbraio 2023

Dal 14 al 19 febbraio 2023 LA VERSIONE UFFICIALE Uno Studio scritto da Paolo Maria Congi Diretto da Benedetta Cassio e Paolo Maria Congi Con Mauro Tiberi e Paolo Maria Congi

 

Due amici si incontrano dopo quindici anni, ognuno nel momento più difficile della propria vita. Flavio e Dino sono due giornalisti, diversi per idee e condizione sociale, ma la loro storia è intrecciata, fatta di amore e odio, di amicizia e invidia, come dei bambini che giocano alla guerra e al massacro. Il mondo del giornalismo è feroce, senza scrupoli, a volte basta creare una voce che la notizia diventa realtà, altre volte non serve nemmeno agire per farsi ascoltare. 

Il mondo che viviamo è chiuso, fatto di muri, cosa fa notizia? E perché? Può la morte di un ministro scatenare la rivoluzione? O è solo un’altra bugia in mezzo alla marea che ci travolge? Il falso non è solo una mistificazione della realtà, ma è un tradimento costante del nostro sentimento umano, una negazione continua delle proprie responsabilità, una forma di interazione sociale assecondata dalla società che ci circonda: accettiamo di essere falsi e accettiamo le falsità come strumento di comunicazione. Prendendo spunto dal romanzo di Conrad “Sotto lo sguardo dell’occidente” il testo parte da un presupposto semplice: se è giusto o sbagliato uccidere un ministro reputato un criminale; da qui siamo partiti, per arrivare alle conclusioni più intime e personali dei personaggi fino all’ultimo. 

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee a ROMA Feriali ore 21, festivi ore 17:30 CONSIGLIATA PRENOTAZIONE Biglietto intero €13, ridotto €10 (prevista tessera associativa) Contatti:info@teatrotrastevere.it Ufficio Stampa:Vania Lai vanialai1975@gmail.com 

                                                             Giò Di Giorgio

domenica 5 febbraio 2023

Un Freddie Mercury 'speciale' raccontato da Paolo Borgognone. Articolo a cura di Ilaria Solazzo giornalista, pubblicista e blogger.

 


In questi giorni di vigilia della nuova edizione del Festival di Sanremo - che per il 2023 va in scena dal 7 all’11 febbraio - torna alla mente di molti l’edizione di quasi quarant'anni fa, era il 1984, nella quale tra gli ospiti a sorpresa della kermesse, ci furono i Queen. La band inglese arrivò all’Ariston per scoprire - con rammarico - di doversi esibire in playback. Una scelta che deve molto arrabbiare il gruppo, in particolare il frontman Freddie Mercury che non mancò di mostrare, anche in diretta, la stizza per questa forzatura. C’è anche questo episodio tra i tanti che sono raccontati in un libro - edito da Diarkos - intitolato “Freddie Mercury - The Show Must Go on” e scritto dal giornalista Paolo Borgognone. Si tratta di un excursus lungo tutta la carriera del cantante inglese nativo dell'isola di Zanzibar. Il volume, di oltre 300 pagine - parte proprio da quella terra lontana al largo dell’Africa, segue quindi gli anni nei quali Farroock Bulsara, questo il vero nome dell’artista, crebbe e studiò anche in una scuola inglese in india, prima di approdare con tutta la sua famiglia a Londra nel 1964. Una famiglia - è precisato nella narrazione - di etnia e religione Parsi - molto legata alla proprie tradizioni e credenze. Una volta arrivato in Europa, Farroock si immerse subito nel clima della Swinging London di quegli anni, tra glamour, vestiti eccentrici, musica, andando contro proprio a quelle consuetudini nelle quali era stato educato. Fin dall’inizio mostrò il proprio carattere da vero artista, geniale, sorprendente, dotato. Borgognone, con una analisi lucida, dettagliata, informata, ci parla dei primi passi nella musica, dell’incontro con i futuri membri dei Queen - il riccioluto chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor che saranno per molti versi la famiglia artistica di Mercury - e l'ingresso nel mondo dello spettacolo. Al trio si aggiunge il bassista John Deacon, a formare una squadra vincente che arriverà sul tetto del mondo. Non vengono tralasciati, però, gli aspetti più personali della vita di Farrock - che nel frattempo ha cambiato nome e sbocciando come una crisalide è diventato Freddie Mercury - come l’incontro e l’amore con la bionda e dolce Mary Austin. Ad attendere il ragazzo di Zanzibar c’è una carriera fulminante, dischi e concerti in tutto il mondo, dall’Europa al Giappone, che adorerà, ma anche una vita privata difficile: la realizzazione della propria omosessualità - una condizione ancora difficile sia da far accettare alla società dell’epoca che rigettata dalla religione nella cui osservanza era stato cresciuto - che lo costringerà a vivere la propria vita in segreto, dissimulando, negando. Come se ci potesse essere una frattura tra il Mercury personaggio da palcoscenico, con gli incredibili successi che ha ottenuto, e la persona Freddie, costretta a nascondersi. Su tutto questo - proprio quando, passato un periodo difficile, il gruppo è tornato alla ribalta mondiale con la straordinaria partecipazione al Live Aid del 1985 allo stadio di Wembley a Londra - si abbatte la tragedia dell’Aids. Una malattia all’epoca terribile e che creava uno stigma: la società benpensante la considerava “la peste degli omosessuali” e dichiarare di esserne affetto significava rischiare di essere giudicato freddamente ed esposto a pubblico ludibrio. Per questo Freddie - fra i primissimi personaggi del mondo dello show business a esserne colpito - decise di tenere nascosta la propria condizione: continuò a lavorare di gran lena fino a che le forze non lo abbandonarono completamente. Sentendo arrivare la fine, a poche ore dalla sua morte, annunciò finalmente di essere affetto da Aids e si spense, serenamente, nella sua casa di Londra il 24 novembre 1991. Lasciando un vuoto enorme ma anche un messaggio di speranza - raccolto dai suoi compagni di avventura nella band e da Mary Austin che è rimasta sua amica per tutta la vita - che le cose potevano cambiare. La fondazione fondata in suo nome per la lotta all’Aids ha raccolto negli anni milioni di sterline e contribuito a far uscire da un assurdo e inaccettabile ghetto chi ne venga colpito. “Non sarò una rockstar: sarò una leggenda”, diceva Freddie Mercury e - per tutti quelli che credono che lo sia effettivamente diventato e per chi vuole accostarsi e conoscere meglio questo personaggio indelebile nella memoria di generazioni di fan, il libro di Borgognone è un buon viatico per un viaggio allì’interno del rock and roll e di una delle figure centrali della sua storia recente.

martedì 31 gennaio 2023

CENTENARIO ZEFFIRELLI: IL 12 FEBBRAIO ESCE IN LIBRERIA “LA VICINA DI ZEFFIRELLI”, IL ROMANZO DELL’ATTRICE GAIA ZUCCHI

 


(Roma): uscirà il 12 febbraio, in occasione del centenario della nascita di Franco Zeffirelli, il romanzo di Gaia Zucchi, “La Vicina di Zeffirelli” (De Nigris Editore).

Un libro “irriverente” e dall’animo ribelle. Proprio come l’autrice Gaia Zucchi, attrice non conforme che, per la prima volta, si racconta in un’esplosione di ironia e sincerità. È un susseguirsi di storie di sogni infranti ed esauditi, fughe dalla normalità per inseguire le gioie più immense e nascoste. Ma anche segreti e aneddoti di una vita al di sopra delle righe, vissuta con delicatezza. Un racconto che gira intorno alla grande amicizia con il Maestro Zeffirelli, per oltre quindici anni suo vicino di casa, mentore e fonte d’ispirazione. “Gironzolo nel parco della mia nuova villa e vedo un signore, con delle cesoie, tagliare delle porzioni di siepi. Lo riconosco immediatamente. Due occhi blu potentissimi. Inizio a sognare, sarebbe meraviglioso mi dirigesse in una trentina di pellicole. Ha avuto una grande fortuna nel conoscermi”, questo il ricordo del primo incontro col famoso regista.

Gaia Zucchi

“Il Maestro era il vicino che tutti avremmo voluto avere: una persona geniale, molto umile, anche se avrebbe potuto pavoneggiarsi. Era un uomo estremamente simpatico, ma sapeva anche essere discreto e riservato. Mi diceva che per lui rappresentavo la bellezza e la gioventù e che gli restituivo la gioia di vivere. Ma per me la vera gioia era stargli accanto”.

 


Gaia Zucchi, romana, attrice. Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, nel corso della sua carriera è stata protagonista di diverse pellicole, tra cui “Fermo Posta” di Tinto Brass e “I Volontari” di Domenico Costanzo. Oltre ad aver partecipato a spot pubblicitari firmati da Paolo Virzì e Marco Risi. In televisione conta numerose partecipazioni a fiction di successo come “Carabinieri”, “Distretto di Polizia”, “La Squadra”, “Camera Café” e “Le Iene”, il programma di Italia1 per il quale ha realizzato uno spumeggiante servizio coinvolgendo alcuni commercianti romani. In Teatro è stata diretta da registi del calibro di Attilio Corsini e Luca Ronconi.

“La vicina di Zeffirelli”, la cui prefazione è stata scritta da Maria Giovanna Elmi, è il suo primo romanzo.

Ufficio Stampa Mirella Dosi

                                                           Giò Di Giorgio