sabato 16 marzo 2024

FUORI IL BRANO HAVA NAGILA CANTATO DA ALMA MANERA E GIOVANNA

 

E’uscito su tutti i digitalstore il brano HavaNagila interpretato dalle grandi voci Di Alma Manera e Giovanna Nocetti in arte Giovanna… HavaNaghila è una canzone di tradizione popolare con testo ebraico che si ispira alla melodia popolare ucraina della Bucovina.
Il brano è stato composto dal musicologo Abraham Zevi Idelsohn. E’un invito a trovare sempre la giusta chiave della felicità, ed avere il cuore allegro: “Svegliatevi fratelli con il cuore felice” dice il testo.
 A cantare questo inno alla gioia sono Alma Manera e Giovanna Nocetti, due grandi voci che si incontrano per dare vita ad un brano carico di energia, che sia di buon auspicio per la fine dei conflitti che stanno agitando il mondo.
Il brano è stato Prodotto da Joseba Label e Regina Produzioni e Comunicazione con la distribuzione di Ingrooves music group.

  Ufficio Stampa: Ennio Salomone – Cell. 346.6142314 E-Mail: salomone.ennio@gmail

                                                 Giò Di Giorgio

giovedì 14 marzo 2024

A Villa Calini Menu a 4 mani degli chef Alessandro Cappotto e Giovanni Guarneri “Siracusa – Roma - Franciacorta” Domenica 17 marzo dalle ore 12,30 Villa Calini, via Ingussano, 19, Coccaglio, BS

 


Chef Alessandro Cappotto

Nella splendida e verdeggiante cornice dell’antica dimora di caccia seicentesca dei Conti Calini, a Coccaglio (Br), l’omonimo ristorante partecipa all’annuale ‘Festival di primavera - Cibo e cultura in Franciacorta’ che celebra l'arrivo della nuova stagione con pranzi e cene a quattro mani, realizzati insieme dai migliori ristoratori locali e di tutta Italia. Domenica 17 marzo, dalle ore 12, lo chef Alessandro Cappotto, ‘padrone di casa’ famoso per le ricette ‘dall’orto alla tavola’ (il suo orto, nel giardino della Villa), e lo chef ospite Giovanni Guarneri, siciliano, titolare del celeberrimo ‘Don Camillo’ nel centro storico di Ortigia, a Siracusa, si esibiranno nell’esclusivo menu “Siracusa-Roma-Franciacorta” (€ 75). Entrambi pluripremiati e sommelier, 54 anni Cappotto e 61 Guarneri, faranno squadra per offrire un menu tra terra e mare, ricco di sapori nuovi e sorprendenti. Guarneri si presenta così: “Già nel 1989 la prestigiosa guida Michelin segnalava la cucina del Don Camillo ed a seguire tutte le più importanti guide L'Espresso, Gambero Rosso, Veronelli, Slow Food,Touring Club, Panorama, Accademia italiana della Cucina (premio Buona Cucina 1997 e Piatto d’argento). Oggi tutte le guide che parlano di Siracusa citano il Don Camillo e la sua cucina. Nel 1999 la neonata televisione tematica Gambero Rosso Channel mi ha dedicato una puntata del programma profili dei Grandi Chef e da allora gli inviti delle grandi televisioni Nazionali ed internazionali sono costanti. Trasmissioni come Linea blu su Rai 1 ,Linea Verde Rai 1,Pianeta Mare Rete 4, In Famiglia Rai 2, La vita in Diretta Rai 1, le cucine d'Italia Gambero Rosso ,Tutto in un week end Discovery Channel, e trasmissioni di televisioni Giapponesi, Francesi, Tedesche, Canadesi, Ceche. Con regolarità mi invitano anche a grandi manifestazioni gastronomiche, come cheese, salone del gusto, terra madre, gusto balsamico, coquina, etc. per laboratori gastronomici, discussioni a tema, cene, premi o come ambasciatore dei prodotti del territorio come il limone di Siracusa di cui sono il primo ambasciatore . Nel 2002 con un gruppo di colleghi sono stato tra i fondatori de “Le Soste di Ulisse”, oggi punto di riferimento della cucina siciliana. Nel 2002 vinco il primo premio al concorso sul migliore carrello dei formaggi d'Italia (CASEUS), presentando solo formaggi siciliani da latte crudo allora quasi tutti semisconosciuti, con abbinamenti personali creati per ogni singolo formaggio. Inoltre come sommelier professionista AIS dal 2002, nel 2006 al concorso sulla migliore carta dei vini per ristoranti FIPE al MiWine ottengo il secondo premio dopo lo spareggio con il primo classificato per un solo punto. Numerose le docenze in Italia e all’estero”. Nel 2015, nel trentennale del ristorante fondato dal Guarneri senior, il libro “Cu mancia fa Muddichi”, ha raccontato i trent’anni di professione del figlio Giovanni. Cappotto, romano di origine e bresciano di adozione, è lo ‘chef filosofo’ con alle spalle ben 40 anni di studio, docenze (anche in Cast Alimenti) ed esperienze importanti in Italia e internazionali, fino a dare vita al ristorante gourmet Villa Calini, tra i più attrattivi del bresciano, anche per eventi come matrimoni, cerimonie e ricorrenze. Il 31 marzo il locale sarà fra i protagonisti del programma di Edoardo Raspelli “O Anche No” alle ore 10.15 su RAI 3. Medaglia d’oro al concorso nazionale per la migliore pasticceria da ristorazione nel ‘97 e Medaglia d’argento nel concorso regionale per piatti da buffet nel ‘98, Cappotto ha ricevuto numerosi riconoscimenti anche per la sua competenza del mondo vitivinicolo e per l’Olio Extra Vergine d’Oliva e delle materie prime in genere, alla cui selezione dedica un’attenzione totale alla ricerca della genuinità, e per la sua straordinaria capacità di creare abbinamenti enogastronomici di pregio. Il risultato è una cucina unica, di ispirazione vegetariana o macrobiotica, ma con una “riconsiderazione dell’essenziale“ impiegando prodotti dal pescato all’allevamento, dall’agricoltura alla coltura selvatica; le ricette sono tipicamente mediterranee, nuove, semplici, ma non minimaliste, per il piacere del palato e il benessere del corpo, con la massima cura dei dettagli e della mise en place, in un ambiente elegante e rilassante. Dal pane ai grissini, dalle confetture alle declinazioni della pasticceria, a Villa Calini tutto è ‘fatto in casa’. Germogli, erbe aromatiche e fiori, colti direttamente dai verzieri ‘segreti’ della Villa, sono il segreto che rende unici i piatti e anche certi preziosi dolci e liquori dello Chef Cappotto. Cappotto e Guarneri, fedeli dunque all’identità italiana, entrambi impegnati con piena consapevolezza del proprio ruolo per il turismo del territorio, partecipano al Festival di Franciacorta con lo stesso entusiasmo. Ecco il Menu: Finger food per iniziare poi Carpaccetto di vitello, tonno e capperi, fritto di baccala mantecato, Puntarelle e acciughe, zuppetta di legumi con erbette dell’orto di Villa Calini. A seguire: Rotolino Nero con Scampi in Salsa di Ricci, Risotto mantecato con formaggella bresciana, loertis e pestoem. Dal 1986 Spaghetti delle Sirene con Gamberi e Ricci Petto di fagiano morbido ma croccante con crema di sedano rapa e mela verde Predessert di frutta e verdura con sorbetto gin e pepe, “Oltre la Don Camillo” Pistacchi, Cioccolato e Arance In abbinamento: Franciacorta satèn brut Franciacorta rosé brut Franciacorta dosaggio zero Per prenotazioni: tel 0307243574 Villa Calini accoglie la clientela nelle raffinate stanze e nei curati giardini esterni dedicati al ristorante. Raccolte e ‘familiari’ quelle per brunch, pranzi e cene, grigliate nell’orto, con tavoli da 4, massimo 8 persone per sala; ampie, ariose ed elegantemente funzionali quelle al chiuso e all’aperto, per incontri d’affari, meeting, vernissage, colazioni di lavoro, matrimoni e momenti di convivialità in genere (con capienza fino a 270 persone) per un totale di 5mila metri quadri disponibili. Il cinematografico berseaux di vite perenne canadese si presta a feste nuziali di fascino con tanto di rito (civile) nella Cappella (consacrata) che fa parte del complesso. 
Chef Giovanni Guarneri


 IL DECALOGO DI ALESSANDRO CAPPOTTO UN CUCINA Approcciarsi alla cucina con rispetto per le materie prime considerando il valore nutritivo e le caratteristiche organolettiche degli alimenti 2 No alle complicazioni inutili e si alla riscoperta della bellezza nella semplicità 2 Cucinare solo quello che di meglio offre il mercato in quel dato momento 3 Cucinare secondo le stagioni 4 Ridurre drasticamente dei tempi di cottura, preferire le cotture a bassa temperatura 5 Ritornare alla cucina del territorio con prodotti del territorio 6 Ispirarsi però con curiosità anche alle tecniche d’avanguardia e alle cucine straniere 7 Si a una cucina povera di grassi 8 Coltivare l’arte e il gusto di introdurre nuovi ingredienti sperimentando nuovi accostamenti 9 Cucinare facendo tesoro della tradizione e delle esperienze dei grandi cuochi del passato con umiltà 10 Innovare sempre le presentazioni curando in particolare colori ed estetica

SCHEDA TECNICA DEI SERVIZI Spazio adibito a ristorante Interno, tavoli da 4, massimo 10 persone per sala su 500 mq All’aperto capienza fino a 270 persone su 2000 mq Collaboratori 12 professionisti Orto 200 mq, coltivazioni: stagionali, varietà nuove innestate e non Cappella Cappella consacrata di famiglia dedicata a San Girolamo, circa 50 posti Parcheggio 100 posti auto

Daniela Dal Lago

mercoledì 13 marzo 2024

I MONDI DI MARCO POLO Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge 6 aprile - 29 settembre 2024

 

SAVE THE DATE

Venezia, Palazzo Ducale (Appartamento del Doge) venerdì 5 aprile 2024 Anteprima stampa 10.00-14.00 Conferenza stampa 12.00 (Sala dello Scrutinio)
A cura di Chiara Squarcina, Giovanni Curatola Dal 6 aprile al 29 settembre 2024 a Palazzo Ducale, nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla sua morte, i Musei Civici di Venezia dedicano una grande esposizione ai mondi di Marco Polo: al racconto della geografia storica, culturale, politica e umana dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia del Duecento, agli usi e costumi che circolavano nella Venezia del XIII secolo. Sarà un'occasione per il pubblico di apprezzare oltre 300 opere provenienti dalle collezioni civiche, dalle maggiori e più importanti istituzioni italiane ed europee fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar e di ammirare nuovamente le preziose decorazioni della Sala dello Scudo degli Appartamenti del Doge, con carte geografiche che riproducono le regioni lontane esplorate da veneziani e dalla stessa famiglia Polo.

Palazzo Ducale San Marco 1, 30124 Venezia Tel 041 2715911 Facebook DucaleVenezia Twitter ducalevenezia Instagram ducalevenezia 

Ufficio Stampa Fondazione Musei Civici di Venezia Email: press@fmcvenezia.it https://www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa/ 
Ufficio Stampa Studio ESSECI di Sergio Campagnolo Tel. 049663499 
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

         Giò Di Giorgio

martedì 12 marzo 2024

UZBEKISTAN: l’Avanguardia nel deserto. la Forma e il Simbolo Venezia, Ca’ Foscari Esposizioni 17 aprile - 29 settembre 2024

 

PRESS PREVIEW Preview per la stampa lunedì 15 e martedì 16 aprile 2024, dalle 10 alle 18 Inaugurazione martedì 16 aprile, 16.30
ORARI E APERTURE STRAORDINARIE 
Martedì-Domenica: 10.00 -18.00 Lunedì chiuso Ingresso libero Apertura straordinaria serale sabato 22 giugno in occasione di Art Night Ulteriori informazioni e immagini: www.studioesseci.net L’Avanguardia nel deserto: una storia mai raccontata La mostra “Uzbekistan. L’Avanguardia nel deserto” presenta per la prima volta al pubblico italiano e del mondo occidentale una pagina straordinaria e ancora poco nota dell’arte della prima metà del XX sec. Il progetto espositivo, che si dispone nella sede prestigiosa di Ca’ Foscari Esposizioni a Venezia, è promosso e sostenuto dalla Fondazione Uzbekistan Cultura ed è curato da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, direttori del Centro Studi sull’Arte Russa dell’Università Ca’ Foscari Venezia, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico internazionale; mette insieme, in un arco cronologico dalla fine dell’Ottocento al 1945, circa 100 opere (soprattutto dipinti su tela e su carta, cui si aggiungono emblematici reperti della tradizione tessile uzbeka) provenienti dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savitsky di Nukus, quello che la stampa internazionale indica da qualche anno, non impropriamente, come “il Louvre del deserto”. È la prima esposizione nella storia a stabilire delle precise relazioni tra le due più importanti raccolte d’arte del Novecento presenti in Uzbekistan: si tratta di un elemento fondamentale per comprendere la profondità di una vicenda artistica come questa, ma non è l’unica novità della mostra. Finora si era pensato infatti alle opere e agli artisti anche più innovativi che lavorano in Centro Asia nel terzo e quarto decennio del Novecento come a una declinazione periferica e marginale della grande svolta operata nelle capitali russe dal 1898 al 1922 da una straordinaria generazione di artisti (Fal’k, Kandinskij, Ekster, Lentulov, Rodčenko ecc.). Ciò che invece si potrà osservare è la genesi e il successivo sviluppo di una autentica scuola nazionale, di una “Avanguardia Orientalis” affascinante e unica. Un risultato straordinario, che è stato possibile ottenere solo affiancando la raccolta del Museo Nazionale di Tashkent (dove già all’inizio degli anni ’20 erano presenti importanti capolavori dell’Avanguardia russa, tra cui 4 opere di Kandinskij) con quella di Nukus: da una parte l’anticipata ricezione di una matrice di grande modernità, che riprende e diffonde anche tutte le esperienze dell’Europa occidentale, dall’altra la sua trasformazione in un linguaggio totalmente originale, multietnico e interdisciplinare. La mostra presenta come sottotitolo “La forma e il simbolo”. Il primo termine rinvia all’influenza esercitata sulla pittura del Centro Asia dall’Avanguardia storica russa mediante le opere in parte inviate a Tashkent, in altra parte raccolte da Savickij a Nukus: una selezione di segni di straordinaria qualità, mai in precedenza inviati fuori dei confini dell’Uzbekistan, tra cui 4 opere di Kandinskij (due olii e due disegni su carta): Lentulov, Maškov, Popova, Rodčenko, Rozanova sono solo alcuni dei protagonisti di uno scenario, quello della nascita dell’astrattismo, da tempo riconosciuto come uno dei fondamenti dell’arte mondiale del Novecento. A queste si aggiunge un’ampia selezione di opere dell’Avanguardia Orientalis. Sono l’esito di un dialogo culturale e artistico profondissimo: da una parte le secolari tradizioni delle sete sfavillanti e la raffinata palette delle decorazioni architettoniche che riprendono i colori del cielo e degli scenari naturali, l’incedere degli animali e i suoni di una lunga vicenda musicale; dall’altra l’esigenza non più rinviabile di un codice pittorico nuovo, mai in precedenza sperimentato nell’Oriente islamico. È proprio questo rapporto a conferire uno spessore simbolico alle opere su tela e su carta che sono esposte. Si tratta inoltre di un dialogo interculturale, che mette insieme artisti uzbeki, kazaki, armeni, russi d’Oriente, siberiani, quasi tutti formatisi a Mosca e a Pietrogrado, ma tutti radicati in una terra che scoprono e in cui scelgono di vivere e lavorare. L’Avanguardia Orientalis è pertanto un’Avanguardia inclusiva, di confronto e collaborazioni, di incontri e di comuni ascendenze. È una storia spesso avventurosa, che la mostra di Venezia ha scelto di declinare ponendo su un piano di pari dignità i segni pittorici e grafici e quelli delle arti applicate, con una selezione di manufatti tessili che da una parte rivelano insospettabili consonanze con le moderne frontiere dell’arte, e insieme trasmettono, dall’altra, un patrimonio culturale profondamente simbolico, legato ad antichi culti e a pratiche millenarie. La rassegna di Ca’ Foscari è anche l’occasione per richiamare l’attenzione internazionale sulla figura e l’opera di Igor Savickij. La leggendaria figura di Savickij è la base del percorso, che ha tra i suoi obiettivi anche quello di far conoscere a un pubblico di non solo addetti ai lavori una personalità essenziale per preservare e tramandare molti aspetti, non solo dell’arte del XX sec., ma del complessivo Cultural Heritage dell’Uzbekistan. A lui si deve, nel bel mezzo del deserto nel Karakalpakstan, nella parte nord-occidentale dell'Uzbekistan, la costituzione di una delle più grandi collezioni di arte d'Avanguardia russa nel mondo, seconda in termini di quantità solo a quella del Museo Russo di San Pietroburgo, e pressoché unica testimonianza di uno dei più importanti movimenti artistici della storia russa del XX sec. Archeologo di formazione, pittore per diletto e talento, collezionista per felice ossessione, dalla fine degli anni ’50 e fino agli anni ’70 del ‘900 Savickij ha raccolto a Nukus migliaia di reperti archeologici e manufatti di artigianato e arte popolare della regione, affiancandoli col tempo ad altre molte migliaia di dipinti e di fogli di grafica provenienti dall’Uzbekistan e dall’Unione Sovietica, in una concezione attualissima di “museo sintetico”, che la mostra riprende e ragiona nell’ampio catalogo Electa, come pure nella disposizione delle opere e nell’originale allestimento multimediale veneziano. Savickij ha viaggiato senza sosta per raccogliere migliaia di opere d’arte che nel frattempo erano ormai scomparse anche dall’orizzonte e dalla memoria degli studi: le ha rintracciate negli atelier degli artisti o le ha acquistate da vedove ed eredi, nei “deserti” del rifiuto staliniano e post staliniano per la modernità dell’Avanguardia di inizio Novecento. Ha mantenuto al centro dei suoi interessi le opere degli artisti che avevano vissuto a lavorato nel Turkestan, dove lui stesso era stato evacuato negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Ha fatto rivivere nel deserto di Nukus le radici dell’arte moderna in Uzbekistan. A Savickij si deve anche la comprensione e la raccolta di un importante, e pressoché inedito, gruppo di opere, pittoriche e grafiche, del Gruppo Amaravella (il termine, sanscrito, di etimologia incerta, probabilmente relativo a “spazio in espansione”), impegnato, in un breve volgere di anni, tra 1923 e 1928, a tradurre visivamente, nel solco della lezione di Nikolaj Roerich, i nodi cruciali delle teorie cosmiste all’epoca diffuse nel mondo russo. Il Museo di Nukus è il principale contenitore (e tra i pochissimi al mondo) di opere del Gruppo, che saranno esposte per la prima volta a Ca’ Foscari. 

Ufficio Stampa Studio ESSECI di Sergio Campagnolo tel. 049.66.34.99 Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net Università Ca' Foscari Venezia 
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Giò Di Giorgio