mercoledì 22 maggio 2024

BALLO&BALLO Fotografia e design a Milano, 1956-2005 Milano, Castello Sforzesco 14 giugno - 3 novembre 2024

 


Dal 14 giugno al 3 novembre 2024 il Castello Sforzesco presenta la mostra “Ballo&Ballo. Fotografia e design a Milano, 1956-2005”, prodotta da Comune di Milano – Cultura, Castello Sforzesco e Silvana Editoriale; l’esposizione è sostenuta da Strategia Fotografia 2023, avviso pubblico promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

 

L’idea di una mostra nasce nel 2022, quando Marirosa Toscani Ballo dona al Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano l’archivio dello Studio Ballo+Ballo, esito del lavoro di tutta una vita con il marito Aldo Ballo.

Nel 2023 il Civico Archivio Fotografico partecipa al Bando Strategia Fotografia promosso dal MIC con un progetto di valorizzazione dell’Archivio, che risulta vincitore, e dà così il via allo studio del progetto di mostra e del catalogo.

 

Il percorso accoglie oltre un centinaio di fotografie dello studio Ballo+Ballo, alcuni oggetti di design, in prestito dall’ADI Design Museum e dalle Raccolte d’Arte Applicata del Castello Sforzesco, e alcuni oggetti originali appartenuti ai due fotografi, oltre a riviste d’epoca con cui i Ballo hanno collaborato e volumi contenenti loro fotografie. Grazie alle videoinstallazioni di Studio Azzurro, che dialogano con le foto e gli oggetti in mostra nella Sala Viscontea, tutto ciò che è memoria e non poteva essere archiviato - i processi fotografici, il rapporto con gli oggetti di design esposti in mostra, la costruzione degli allestimenti in studio - diventa presente e tangibile, rendendo accessibili anche momenti, processi, esperienze di un “laboratorio” unico, lo Studio Ballo, ma anche di un’era conclusa, quella della fotografia analogica.

 

Aldo Ballo (Sciacca, 1928 - Milano, 1994) e Marirosa Toscani (Milano, 1931-2023) hanno iniziato la loro attività di fotografi sin dai primi anni Cinquanta. Marirosa frequenta il Liceo Artistico di Brera ma sin dal 1949 è una fotoreporter e lavora per il padre, Fedele Toscani (1909-1983), collaboratore di Vincenzo Carrese e della Publifoto, poi titolare dell’agenzia Rotofoto. Aldo frequenta lo stesso liceo, poi il Politecnico di Milano e lo Studio di Monte Olimpino, a Como, fondato da Marcello Piccardo e Bruno Munari e dedicato alla sperimentazione cinematografica. Lavora anche per la Rotofoto, ma nel 1956, con Marirosa, abbandona il reportage e aprono quello che diventerà il più importante studio fotografico per la fotografia di design, dove organizzazione, professionalità e competenza porteranno i Ballo a raggiungere livelli di assoluta eccellenza. Lo studio sarà anche luogo di formazione e crescita culturale per molti, “bottega” e “scuola” dove imparare un mestiere ma anche una modalità e uno stile di vita e di pensiero.

 

Lo Studio Ballo diviene quindi luogo di confronto tra artisti, architetti, designer come, tra i molti, Bruno Munari, Gae Aulenti, Cini Boeri, Ettore Sottsass, Pier Giacomo e Achille Castiglioni, Enzo Mari, Alessandro Mendini e molti altri ancora. I Ballo collaboreranno con loro e con le più importanti ditte di design come Olivetti, Cassina, Danese, Zanotta, Brionvega, Alessi, Arflex, Bassetti, Barilla, Kartell, Artemide, Tecno, Driade, Borsalino, B&B Italia, Venini, e con La Rinascente. Le immagini di Aldo e Marirosa sono inoltre sulle principali riviste di design e arredamento, come “Domus”, “Ottagono”, “Abitare”, e in particolare “Casa Vogue”, diretta da Isa Tutino Vercelloni, che si avvale della collaborazione dei Ballo dal 1968 al 1992.

 

Lo Studio Ballo si pone così al centro dei fermenti e delle dinamiche culturali che caratterizzano l’evoluzione del design italiano, contribuendo in maniera determinante, con le loro immagini, alla sua affermazione a livello internazionale, consacrata dalla grande mostra tenutasi al MoMA di New York nel 1972, Italy: The New Domestic Landscape (a cura di Emilio Ambasz), le cui immagini in catalogo vengono affidate ad Aldo Ballo.

 

Studio professionale, scuola e bottega per molti giovani assistenti, poi divenuti a loro volta fotografi. Un clima, un ambiente, una modalità di intendere rapporti, collaborazioni, scambi culturali.

Ma come era possibile restituirne il clima, ciò che non è materiale e quindi resta solo nella memoria? L’intervento di Studio Azzurro – le cui origini sono strettamente legate allo Studio Ballo – si pone su questo piano, nel tentativo di restituire un vissuto condiviso di ciò che è destinato a non restare se non appunto nella memoria.

Le installazioni di Studio Azzurro dialogano in mostra, nella Sala Viscontea, con materiali originali esposti in bacheca (fotografie, riviste, libri) per meglio comprendere il rapporto dei Ballo con l’editoria nel campo dell’architettura e del design e per comprendere le varie articolazioni del “processo” fotografico: dal provino alla stampa positiva, alla pagina di rivista. Dialogano inoltre, a parete, con le fotografie che mettono in luce l’evoluzione dello stile della fotografia dei Ballo, dedicato al design italiano dagli anni Cinquanta fino agli anni Novanta.

 

Nella Sala dei Pilastri sono invece esposti grandi ritratti di importanti designer, in dialogo con le fotografie degli oggetti da loro progettati, e inoltre un significativo omaggio ad alcuni ritratti realizzati da Marirosa.

Il grande “racconto” sullo Studio Ballo è quindi completato dai ritratti video realizzati negli anni da Studio Azzurro, dove molti dei protagonisti del design e dell’arte italiana si passano il testimone in un montaggio a sei schermi sincronizzati, dando vita a un racconto corale che restituisce appieno ciò che i Ballo hanno rappresentato, e lasciato, al mondo non solo del design, ma della cultura tutta.

 

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano-inglese, con apparati scientifici, saggi e immagini, edito da Silvana Editoriale.

 

 

 

Ufficio stampa Mostra

Studio ESSECI di Sergio Campagnolo

tel. 049.66.34.99 - ref. Simone Raddi simone@studioesseci.net

 

Ufficio stampa Silvana Editoriale

Alessandra Olivari – press@silvanaeditoriale.it

 

Ufficio Stampa Comune di Milano

Elena Conenna - elenamaria.conenna@comune.milano.it


Giò Di Giorgio

 

 


martedì 21 maggio 2024

Depardieu-Barillari, il titolare dell'Harry's Bar: "Scene simili non accadevano da anni"

(Adnkronos) - "Erano scene che succedevano fino a 15 anni fa: prima ci eravamo abituati, oggi sembra di essere tornati indietro nel tempo e veramente non ce lo aspettavamo". Così all'Adnkronos Piero Lepore, titolare dell'Harry's Bar di via Veneto, dove oggi si è tornati a momenti da dolce vita con il king dei paparazzi, Rino Barillari, preso a pugni dopo aver scattato delle foto a Gerard Depardieu. 

"Depardieu stava mangiando esternamente con degli amici, erano in sei, è passato Barillari, lo ha visto e gli ha fatto un po' di foto - racconta Lepore - Mentre stava facendo le foto, la donna che era con lui gli si è scagliata addosso in una maniera incredibile, gliene ha dette di tutti i colori". A quel punto "è arrivato Depardieu senza dire niente, ha sferrato due cazzotti a Rino. Poi è salito nell'auto e sono andati via", racconta il titolare del celebre locale. "Siamo abituati ai personaggi famosi, ma non eravamo più abituati a queste scazzottate", conclude. 

AdnKronos

“BRIVIDI D’AUTORE” Ora sulle principali piattaforme In streaming i brividi pericolosi (d’autore) di Campanella e Cucinotta!

 

Dopo l’uscita nelle sale cinematografiche del territorio nazionale con ottimo riscontro da parte della critica, Brividi d’autore, l’originalissimo thriller diretto da Pierfrancesco Campanella con protagonista una splendida Maria Grazia Cucinotta approda ora in rete grazie a CG Entertainment.

È infatti disponibile in streaming per gliper gli abbonati al canale CG Collection su Prime Video,

e su CGTV.IT(i nuovi iscritti al canale posso usufruire del periodo di prova gratuita, maggiori info qui www.cgtv.it/abbonati-a-cgtv/).

Brividi d’autore è fruibile anche on demand (a noleggio) sulle principali piattaforme on line:



CGtvhttps://www.cgtv.it/film-dvd/brividi-dautore/

Prime Videohttps://www.primevideo.com/-/it/detail/0T8FD97WSVMHY61TREALVIMKAU/ref=atv_dp_share_cu_r,

Apple Tvhttps://tv.apple.com/it/movie/brividi-dautore/umc.cmc.6ugdm5ko4r4y04izgljhuabyr

Ea breve anche su Google Play eYoutube!

Un’opera dalla struttura molto particolare, un inquietante noir dove i colpi di scena si dipanano l’uno all’interno dell’altro in un avvincente gioco di scatole cinesi, a formare una vera e propria matrioska da incubo.

La bellissima attrice siciliana interpreta il ruolo di una “strana” regista dalla personalità contorta, mascherata da un aspetto glamour e apparentemente rassicurante, reduce da un film flop e perseguitata da un maniaco col volto di Frankenstein. Lei vuol tornare a tutti i costi dietro la macchina da presa e propone così a dei produttori una serie di storie sopra le righe nelle quali è difficile stabilire il confine tra la propria fantasia perversa e il suo sconcertante vissuto. 

Ricevendo rifiuti a raffica, la testarda protagonista si imbestialisce al punto di realizzare un horror in presa diretta con sevizie, sangue e torture dal vero, morto incluso. Successo ritrovato ma anche galera assicurata? Di certo, nella tipica tradizione del giallo, nulla è come sembra e lo spettatore è destinato a rimanere inchiodato alla sedia fino all’ultimo fotogramma.



Impreziosito da un ricco cast comprendente Franco Oppini, Emy Bergamo, Adolfo Margiotta, Nicholas Gallo, Chiara Campanella, Sebastiano Somma e Gioia Scola, conturbante icona cinematografica degli anni Ottanta (Sotto il vestito niente 2, Yuppies 2), Brividi d’autore, prodotto da Sergio De Angelis, ha partecipato a numerosi festival internazionali aggiudicandosi, tra gli altri, i premi per il miglior thriller e la miglior regia all’Hollywood Blood Horror Festival e quello per la miglior dark comedy al Miami International Gold Awards.

 

 

GUARDA E CONDIVIDI  il trailer da YOUTUBE: https://youtu.be/ldmN1P--p0s?si=QG6xTZ-EwnHAs7Im









A Venezia la prima scultura olografica di Solmi: l'imperatrice bizantina Teodora diventa influencer sulla laguna con Var Digital Art by Var Group

 

Altissima definizione dell’immagine, profili flottanti e cromatismi ipnotici: è questa la “tecnologia olografica 3D” che nelle mani dell’artista Federico Solmi ha dato vita alla sua prima scultura olografica “The Alluring Empress, Empress Theodora”, visitabile fino al 28 luglio all’interno della mostra “SOLMI - Ship of Fools” nel seicentesco Palazzo Dona’ dalle Rose, affacciato sul panorama unico e senza tempo della laguna di Venezia.

Una scultura impalpabile e stereoscopica, nata dall'incontro tra la creatività di Federico Solmi, artista italiano da 25 anni negli Stati Uniti, premiato dal Guggenheim Museum di New York e visiting professor alla Yale University e Var Group, eccellenza italiana del digitale la cui CEO è Francesca Moriani. 

Reale e virtuale: il tempo scorre simultaneamente dentro e fuori le creazioni immersive e multi materi che di Federico Solmi che sceglie la più contemporanea delle proiezioni, quella olografica, per plasmare una vera e propria scultura a-materica. Con il suo stile inconfondibile l’immagine storica dell’imperatrice bizantina Teodora è interpretata dall'artista come una contemporanea influencer. Teodora sovverta l'idea stereotipata della regnante, con il suo passato controverso da attrice, prima di diventare moglie di Giustiniano I, è un’importante consigliera politica e paladina dei diritti delle donne. La scultura olografica è stata creata trasferendo digitalmente i linguaggi della pittura espressiva di Solmi mediante programmi di elaborazione grafica 3D e motion capture ed è generata da un avanzato sistema di proiezione olografica che consente un'ampia libertà di movimento e un'altissima definizione dell'immagine in qualsiasi condizione di luce, esaltandone gli effetti verosimili di tridimensionalità nello spazio. 

  “The Alluring Empress, Empress Theodora” nasce, infatti, dall’utilizzo artistico e creativo fatto da Solmi con la sperimentazione della cosiddetta “tecnologia umana olografica 3D di livello superiore”, sistema tecnologico che sblocca il piano di visione prospettico componendo immagini olografiche 3D perfette. 

Nell’opera nata da questo dialogo tra arte e digitale, Teodora ammalia il pubblico nella forma di un miraggio ingannevole, caustica verso la banalità della contemporaneità e del mondo in cui viviamo, personaggio impertinente che sprona lo spettatore a non accettare la realtà così com’è ma a raccontare il proprio tempo con un altro vocabolario. La figura impalpabile, in movimento e quasi fantasmagorica di Teodora emerge dal buio e fa eco al suo grande busto in ceramica policroma esposto poco più avanti. Le immagini tridimensionali e stereoscopiche di “The Alluring Empress, Empress Theodora” sono frutto della sinergia tra il pioniere della media art Federico Solmi e Var Digital Art, il progetto no profit di Var Group che mira ad esplorare le contaminazioni tra i linguaggi dell'arte contemporanea e le tecnologie digitali. VDA by Var Group, con la direzione artistica di Davide Sarchioni, ha supportato Federico Solmi mettendo a disposizione i mezzi e l'expertise di Var Group per realizzare l'inedito progetto dell’artista di fama internazionale che ha saputo declinare queste risorse tecnologiche nel proprio alfabeto visivo, in un continuo e stimolante dialogo tra le grandi innovazioni del nostro tempo e la tradizione pittorica internazionale che in “The Alluring Empress, Empress Theodora” coesistono sorprendentemente. 

 “Chi fa innovazione rompe gli schemi, le consuetudini, l’ordine costituito delle cose fornendo visioni del mondo prima inesplorate, migliorandone la comprensione e la fruizione” spiega Alessandro Tiezzi, Founder di VDA by Var Group. “È qui che Var Group e Federico Solmi si incontrano: nella sfida all’innovazione, alla sperimentazione di nuovi linguaggi. Da qui nasce un nuovo linguaggio creativo: dall’incontro tra ingegno digitale e creatività umana che utilizza le tecnologie per abilitare nuove forme espressive”. 

 “Nel lavoro e nel linguaggio di Federico Solmi abbiamo individuato una peculiare attitudine, propria dell'artista, nel saper liberamente traghettare la sua ispirazione e la sua creatività da una dimensione all’altra, tra quella analogica e digitale” continua Davide Sarchioni. “Con Solmi ci siamo spinti a far sì che le nuovissime tecnologie potessero entrare in contatto con il suo mondo artistico apportando nuove suggestioni e ispirazioni alla sua urgenza creativa”. La mostra "Solmi – Ship of Fools” è accompagnata da un catalogo edito da Gangemi Editore in lingua inglese con una completa storiografia dei suoi lavori. Il progetto è guidato dalle intuizioni curatoriali degli storici dell’arte Dorothy Kosinski, Direttore Emerito della Phillips Collection, e di Renato Miracco. Oltre agli scritti di Kosinski e Miracco, i contributi in catalogo di Larry Ossei-Mensah, Serena Tabacchi e Davide Sarchioni esplorano il rapporto e impatto della tecnologia con l’arte contemporanea. La mostra è realizzata in partnership con Var Digital Art by Var Group, che è attivamente impegnata nella promozione del rapporto tra arte e impresa attraverso le tecnologie digitali. La Carl & Marilynn Thoma Foundation ha generosamente contribuito alla costruzione di questo progetto, mentre il supporto museale proviene dalla Phillips Collection, avamposto dell’arte contemporanea negli Stati Uniti, dove Federico Solmi è presente con diverse opere nella collezione. La strategia di comunicazione della mostra è affidata a HF4 di Marco del Bene. 

Ufficio Stampa HF4 www.hf4.it Marta Volterra marta.volterra@hf4.it+39.340.96.900.12 Valentina Pettinelli valentina.pettinelli@hf4.it+39.347.449.91.74

Giò Di Giorgio