martedì 14 febbraio 2023

Dal 23 al 26 febbraio 2023 BARBARA di Angelo Orlando con (in ordine alfabetico) Dario Biancone, Fabrizio Catarci, Enrico Franchi, Olena Kozinina e Sebastiano Vinci. regia Nicola Pistoia

 

 Aldo e Pino sono due amici che dopo una cena “frugale”, con antipasti, primi, secondi, contorni, dolce, caffè, ammazza caffè e tre bottiglie di vino, decidono di raggiungere Barbara una escort mozzafiato, esperta in giochini erotici. I due, una volta a casa della ragazza, finiranno legati a letto insieme. “Barbara ritarda qualche minuto” così comunica ad Aldo e a Pino, Carmine il fedele segretario di Barbara. Ma Barbara non si presenterà. Da qui in poi, si snoderà la strampalata vicenda dei due amici, costretti, loro malgrado, a stare chiusi in “cattività” nella camera da letto di Barbara. Aldo e Pino, rappresentano un’Italia borghese che, arrivata al culmine delle proprie possibilità, ha il coraggio giusto (o crede di averlo) per lanciarsi “oltre”, per agguantare qualcos’altro. Barbara, rappresenta per Pino e Aldo, la soluzione all’insoddisfazione e al grigiore delle loro vite quotidiane. La trasgressione, l’energia di ciò che è alieno e pronto a sconvolgere ogni equilibrio, è una tentazione troppo grande e purtroppo per i due amici, anche impossibile da gestire. Barbara è una commedia notturna, brillante, assurda, che riguarda le sorti sociali di un paese, che pur pensando di meritare di più, in realtà resta piccolo e provinciale. La domanda, è una sola: qual è l’Italia che ci piace? Quella di Aldo e Pino, legata a un letto? O quella di Barbara, di un’Italia che sogniamo, che non si fa mai vedere? Bel dilemma. 

                       costumi Alessia Sambrini, scena Francesco Montanaro

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee a ROMA Feriali ore 21, festivi ore 17:30 CONSIGLIATA PRENOTAZIONE Biglietto €15, compresa tessera associativa Contatti:info@teatrotrastevere.it Ufficio Stampa: Vania Lai vanialai1975@gmail.com 

                                                               Giò Di Giorgio

lunedì 13 febbraio 2023

Marco Mengoni sbaraglia tutti gli avversari - di Ilaria Solazzo.

 

A Sanremo, Marco Mengoni ha vinto - a 10 anni dal suo primo successo - perché ha fatto prevalere l'umiltà, nonostante i tanti, incredibili, successi raccolti. Già nella serata dedicata alla cover ha emozionato, avvalendosi del sostegno di voci gospel eccezionali: il gruppo internazionale The Kingdom Choir, con cui ha cantato uno dei brani più noti dei Beatles: 'Let It Be”, una pietra miliare della storia della musica mondiale. Belli anche i look scelti per confermare il proprio rispetto a un palco la cui storicità il cantante sente nell'anima. Il suo pianto sentito a elezione avvenuta lo consacra uomo di straordinario spessore, amatissimo dai suoi fan. Chi sa ancora esternare i propri sentimenti con quella schiettezza è un esempio di unicità di dimensioni cosmiche. Il suo sguardo è rimasto lo stesso che incrociai moltissimi anni fa in quella affollata piazza del Popolo a Roma durante un flash mob con Lorella Cuccarini. Ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure lui non ha perso mai la bussola. Marco, un nome comune, ma che nel suo caso diviene familiare, quasi fraterno perché di Mengoni c'è né solo uno. La sua vittoria ha unito i pareri di orchestra, giornalisti, artisti: tutti d'accordo nel definirlo grande. "Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna": così dice la saggezza popolare.Marco ha la sua mamma che è una persona speciale. Un altro detto molto saggio recita: “Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli. L'umiltà é la base di ogni vera grandezza" e questo Marco lo sa benissimo e lo ha dimostrato anche a "Domenica In" da Mara Venier. Durante i venti minuti di chiacchierata nei quali ha interagito con i giornalisti e con altri artisti, ha messo in chiaro che per lui il pilastro è rappresentato dalla famiglia in particolare dai genitori. Risposte equilibrate, dal tono pacato, mai esagerate o viziate da passaggi fuorvianti. Dolce il suo aver ricordato a tutti che è fiero di essere cresciuto con il nonno in campagna in mezzo agli animali, a sottolineare che la vera ricchezza parte dalla madre terra. Le sue parole riescono, praticamente sempre, a toccare l’anima degli ascoltatori, anche perché l’artista affronta tematiche moderne. Il Mengoni di oggi si presenta con un fisico e una sicurezza, ben differenti rispetto al passato. Marco Mengoni porta nelle sue canzoni delle riflessioni personali che derivano dal un viaggio introspettivo. Grazie a tutto questo a Sanremo ha ottenuto il Premio della Critica. L’idolo delle ragazzine, oggi, ha certamente un pubblico più maturo e, ogni suo live, il sold out è garantito. Viterbese di Ronciglione, è nato il giorno di Natale del 1988. Negli striscioni appesi ai balconi della sua casa natale si legge: «Comunque vada sei andato via da re e ritorni imperatore». A designare il cantante laziale (ma solo geograficamente, Marco e’ tifosissimo della Roma) come vincitore sono state all’unisono tutte e tre le giurie che concorrono a determinare la classifica finale della competizione. La sua Due Vite, infatti, è stata la prima scelta sia per la sala stampa, che per il televoto e la demoscopica. A un decennio dal primo trionfo, Mengoni ha vinto il festival di Sanremo con numeri che non lasciano spazio a dubbi.


domenica 12 febbraio 2023

"Perché Sanremo è Sanremo" di Daniela Dal Lago

 


Sanremo 2023 a suon di fornelli e cucina multietnica; Dal salotto dell Emigrante, il seguitissimo programma UnicusaniTv, al salotto di casa, Gio’ Di Sarno, come ogni anno ha ospitato il gruppo d’ascolto Star&flower, per la giuria casalinga di Sanremo 2023. 

Una trentina di uditori che seguendo i pronostici astrologici del Maestro Massimo Bomba, prima di radunarsi davanti alla Tv, hanno inserito in busta chiusa la terna dei vincitori x poi deliziarsi con il menù Pret a porter; Oltre alla pasta e patate con la provola, piatto forte della Di Sarno, ci sono le specialità arrivate degli “emigranti “Rashmi Bahtt (musicista e attore indiano) con i Samosa, un tipico Finger Food Indiano molto amato, caratterizzato da una sottile sfoglia croccante che accoglie un cremoso ripieno speziato.

Nour Eddine Fatty (musicista marocchino) con i Chebakia (Biscotti al miele e sesamo)tipici del Marocco. Gio’ Di Giorgio, direttore di Inciucio.it con i must napoletani :babà pastiera e caprese,

 l’avvocato Antonella Sotira contessa FRANGIPANE Baiili Chaine Amphisia ,con costringi alla ndjua e mandorle e liquori al bergamotto; la poetessa Antonella Pagano con la minestra del paradiso” e le donzelline, innaffiato dal rosso partenopeo dal nome del principe Antonio De Curtis; la cantate attrice Laura Sorel con la parmigiana, rigorosamente fritta. 

La bellissima Matilde Brandi, dopo teatro raggiunge il gruppo con un magnum Di prosecco e rose rosse ; la giovane modella Beatrice Mazzoni, reduce dai digiuno della Oman Bride Show; a suggellare le buste e procedere allo sfoglio.

L'avv Anna Sistopaoli; dress code rigorasamente floreale dal fashioner con Rose nere e piume dell’ avv Sotira alla spilla di garofanini della poetessa Pagano; unica eccezione per la padrona di casa: in rosa a pois, un modello uguale a quello della Francini con maniche a sbuffo e generosa scollatura,

altri ospiti intervenuti la mitica Lucy Bove, la female bartender Stefania Valentini, il Lucano DOC Pino Demarco, la manager Mara Tatangelo e dulcis in fundo la piccola (per l'età) Serenella.

Parlando di... Sanremo - Articolo a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

 

Sul palco targato 2023 di Sanremo è successo di tutto e di più. Il pubblico ha assistito a performance variegate che hanno provato ad accontentare tutti. Uno dei momenti indimenticabili resterà senza dubbio quello che ha visto in scena tre mostri sacri della musica italiana: Albano, Morandi e Ranieri. Le loro canzoni hanno fatto sognare e (e lo fanno tutt'ora) intere generazioni. Ma anche Zarrillo - a 30 anni dal debutto - conferma di avere conservato le stesse tonalità degli esordi. 

da sx Amadeus,Chiara Ferragni, il vincitore di Sanremo Marco Mengoni e Gianni Morandi


Alla fine, a prescindere da chi vince (complimenti a Marco Mengoni) la 'febbre di Sanremo', come il virus dell'influenza, ogni anno, nel mese di febbraio, cattura milioni di italiani coinvolgendoli tanto da creare audience mostruose, risultato di uno show che crea molto business. Che poi, a dirla tutta, sui social fuori dall'Ariston a farsi le foto “mancava solo mi nonna, quest'anno”, come ha detto un mio amico romano. Tutti ovviamente critici musicali, stilisti di moda e presentatori per 5 giorni, perché a giudicare (gli altri) sono tutti bravissimi. La kermesse ha riscontrato un alto indice di gradimento da parte del 70% del pubblico che lo ha visto da casa, ma ha stuzzicato anche un 30% che non ha apprezzato qualcuno degli eventi definiti “discutibili”: esempio, una lettera a sfondo politico in un festival musicale. Un bel rischio nel momento in cui il mondo sta giocando a Risiko col proprio futuro. Una “partita” alla quale l’Italia partecipa fornendo anche armi e non colombe della pace. E si che abbiamo il Vaticano fuori dalla porta di casa. "Il foglietto con il messaggio di Zelensky letto da Amadeus è un'umiliazione all'Ucraina". Convinto che, a due settimane dal primo anniversario del conflitto russo-ucraino, in Italia sia in atto una sorta di "rimozione psicologica", anche lo psichiatra Paolo Crepet si unisce al coro di chi, nonostante la presenza all'Ariston dell'ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk e l'omaggio musicale a quella terra, giudica inadeguato(o inopportuno) lo spazio concesso al presidente del paese in guerra. Punti di vista. Per tornare alle suggestioni ecclesiastiche, per dirla con le parole di un comico nazionalpopolare, in platea mancava solo il Santo Padre e poi Amadeus avrebbe fatto davvero bingo. In effetti, e torniamo a quanto detto all’inizio, ne abbiamo via te davvero tante. Mettiamo e in fila qualcuna, così, senza seguire per forza un filo logico; in fondo è Sanremo, non un esame di filosofia! Sabato sera è stato ricordato il compianto Lucio Dalla: a farlo “l'ugola d'oro” di un eterno ragazzo che una vita fa cantava "fatti mandare dalla mamma"... Adesso, invece, sono i figli a mandare la mamma, ma a quel paese e non certo a prendere il latte; quella mamma è la Rai, genitrice ingombrante e non sempre trasparente, che cambia volto e bandiera a seconda dei venti del momento. E il pubblico ci casca: da sondaggi fatti a campione sui social network, c'è chi ride per le calze smagliate della ragazza dei Maneskin, chi per le inflessioni del cellinese Albano, chi per la tartaruga in letargo di Angelo Duro o per i problemi di udito del Blanco dalla rabbia facile.

Le accorate lettere al femminile delle due Chiara (Ferragni-Francini) hanno colpito il cuore di molte donne che in loro si sono riconosciute per i motivi più disparati. In particolare per la Ferragni, si sono sprecati commenti anche acidi. Curiosamente proprio da parte dell’universo femminile.Tante a puntare il dito su di lei. Tutte sempre pronte a giudicare, ma nessuna o quasi ha capito il messaggio che ha voluto mandare. Speciali anche i look stravaganti sul palco: da quello delle “sorelline” venute dallo spazio all'abbigliamento liceale di Giorgia. Non sono mancati sorrisi pieni e pianti amari. Sanremo è una vetrina a cui nessuno vuole rinunciare: nella quarta serata innumerevoli i volti noti dello spettacolo che hanno condiviso la scena con i 28 cantanti in gara. Stravaganti, a tratti pittoresche, le giacche di Amadeus, sul cui carro sono voluti salire in tanti... vecchio costume italiano. Anche la 'belva' di Mentana ha provato a mettere ko conduttore e co/conduttore, ma senza  fare goal. Il tutto fino alle ore piccole. Tra scommesse vinte e perse, tra l’altro, il presentatore-anfitrione  si porta a casa anche già  le chiavi per il 2024.
Quando tutto ricomincerà: al solito, come  'cozze' attaccate allo scoglio, hanno mangiato su Sanremo programmi TV, radio, e social. E qualcuno nel piatto ha fatto pure la scarpetta. 
Per far brillare  gli occhi dei maschietti, ecco il corpo di Elodie in tenuta sexy  e la bionda “prof” di Amici in abito corto. Tra le prime file non potevano mancare 'zia Mara', Venier, Alba Parietti, Paola Perego, Rosanna Lambertucci, per citarne alcune.

 Per chiudere, e magari non scordare polemiche e interventi politici a gamba tesa, lasciamo la parola a Rosa Chemical: "È andato tutto oltre le aspettative, un Festival che si è dimostrato libero, di larghe vedute, pronto a ricevere un messaggio forte, di apertura a un nuovo tipo di amore, a un nuovo tipo di sesso, a un nuovo tipo di italianità". E così sia.