mercoledì 18 giugno 2025

GIOVANNI SEGANTINI Museo Civico di Bassano del Grappa 25 ottobre 2025 - 22 febbraio 2026

 

A cura di Niccolò D’Agati. 

Dal 25 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026 i Musei Civici di Bassano del Grappa sono lieti di presentare al pubblico Giovanni Segantini, la grande mostra che celebra la vita e l’opera di uno dei massimi esponenti del Divisionismo italiano e tra i più sensibili osservatori del mondo naturale: Giovanni Segantini (1858-1899). Promossa e organizzata dal Comune e dai Musei Civici di Bassano del Grappa, con il patrocinio della Regione del Veneto, con il supporto del Segantini Museum di St. Moritz e della Galleria Civica G. Segantini di Arco e in collaborazione con Regione Lombardia e Dario Cimorelli Editore, l’esposizione ricostruirà la figura di Giovanni Segantini attraverso un’inedita rilettura della sua opera in confronto all’arte coeva, per raccontare una carriera che in soli vent’anni, dagli esordi “scapigliati” agli ultimi slanci simbolisti di catturare la Natura, ha saputo influenzare i maggiori movimenti artistici del suo tempo. Una mostra di alto profilo scientifico che, dopo oltre dieci anni dall’ultima grande esposizione italiana, seguirà in ordine cronologico le tappe fondamentali della parabola del pittore arcense attraverso eccezionali prestiti nazionali e internazionali provenienti da alcuni dei più importanti musei d’Europa. La mostra si inserisce nel programma ufficiale dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, un’iniziativa che accompagna i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali con un ricco calendario di eventi culturali diffusi sul territorio nazionale. In questo contesto, l’esposizione dedicata a Giovanni Segantini rappresenta un’occasione unica per valorizzare il patrimonio artistico italiano ed europeo, offrendo al pubblico internazionale un approfondimento sulla figura di un artista che ha saputo interpretare, con straordinaria sensibilità, il rapporto tra uomo e natura. La partecipazione all’Olimpiade Culturale sottolinea il ruolo centrale della cultura come ponte tra territori, generazioni e linguaggi, in linea con lo spirito dei Giochi. “Oggi celebriamo non solo un grande artista, ma una visione. La visione di due Regioni – Lombardia e Veneto – che scelgono di fare sistema, mettendo la cultura al centro della preparazione verso un appuntamento storico: le Olimpiadi di Milano Cortina 2026” dichiara Francesca Caruso, Assessore alla Cultura di Regione Lombardia. “Questa mostra è importante anche – e soprattutto – per noi lombardi. Segantini è parte integrante della nostra identità culturale: si è formato all’Accademia di Brera, ha vissuto a Milano e in Brianza, e molte delle sue opere risiedono stabilmente nelle collezioni della nostra Regione – basti pensare alla Pinacoteca di Brera e alla Galleria d’Arte Moderna. Segantini è, a tutti gli effetti, anche un figlio della Lombardia”. “La cultura è uno strumento straordinario, è sapere, è condivisione e riteniamo sia anche il miglior biglietto da visita per una città e un territorio che vogliano continuare ad aprirsi e farsi conoscere al mondo, a partire dalle proprie eccellenze e dal proprio patrimonio in campo artistico. Un patrimonio composto certamente da opere e luoghi, ma anche da relazioni, visioni e progetti” dichiara Nicola Ignazio Finco, Sindaco di Bassano del Grappa. “Prendercene cura, investire in progetti innovativi, usare con intelligenza le nuove tecnologie per valorizzare il patrimonio ereditato dal passato e allo stesso tempo farlo crescere, sono alcune delle sfide più importati per una Amministrazione che voglia raggiungere importanti risultati a partire dalle proprie caratteristiche e dalle nuove opportunità offerte dal nostro tempo. La mostra dedicata a Giovanni Segantini, artista che nelle sue opere celebra la natura e la montagna, temi strettamente legati al nostro territorio, si inserisce in questa visione ed essere presenti nel programma dell’Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026 è per noi motivo di grande orgoglio”. “L’Olimpiade Culturale è uno spazio di dialogo tra le arti, i territori e le persone, pensato per accompagnare i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali con un racconto corale della nostra identità culturale” dichiara Domenico De Maio, Education and Culture Director di Milano Cortina 2026. “La mostra dedicata a Giovanni Segantini rappresenta un tassello prezioso di questo mosaico: un progetto che unisce rigore scientifico e visione internazionale, capace di restituire al grande pubblico la forza poetica di un artista che ha saputo interpretare la natura come luogo di bellezza, spiritualità e appartenenza. Siamo orgogliosi che questa iniziativa sia parte del programma ufficiale dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026”. “La grande mostra dedicata a Giovanni Segantini, si inserisce in una stagione museale e culturale particolarmente importante per la nostra città, premiata dalla Regione del Veneto con il titolo di Città Veneta della Cultura 2025” afferma Giada Pontarollo, Assessore alla Cultura di Bassano del Grappa. “Nel comporne la programmazione, abbiamo voluto fare dialogare fra di loro le eccellenze che Bassano del Grappa sa proporre, per creare sinergie in grado di valorizzare al meglio ogni iniziativa. Nel caso specifico, la mostra sarà preceduta da due appuntamenti teatrali, uno in luglio, l’altro in agosto, inseriti nel calendario di Operaestate Festival Veneto, dedicati proprio a Giovanni Segantini e alla montagna come fonte di ispirazione. Siamo convinti che sia importante valorizzare il nostro patrimonio e in particolare gli artisti di ieri e di oggi che, legati a Bassano e ispirati dal nostro territorio, hanno conquistato successo e gloria nel mondo; ma è altrettanto importante dare spazio e disponibilità alle proposte create e condivise con altre realtà, coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni con idee dal sapore contemporaneo”. Nato ad Arco, ma trasferitosi nel 1865 a Milano, Segantini trascorre nella capitale lombarda un’infanzia travagliata, costretto in un istituto correttivo dal quale tenterà più volte l’evasione. L’arte entrerà lentamente a far parte della sua vita, grazie all’esperienza da garzone presso la bottega del maestro Luigi Tettamanzi - fotografo e pittore di striscioni, insegne e stendardi -, ma soprattutto con la frequentazione dell’Accademia di Brera dal 1875, dove avrà modo di avviare la sua ricerca artistica. È proprio dal suo esordio a Brera che prende avvio la mostra, con un percorso cronologico-geografico, diviso in quattro sezioni e altrettanti focus tematici, che seguirà gli snodi più importanti della sua vicenda biografica in relazione ai suoi spostamenti tra Milano, la Brianza e la Svizzera, ponendo in luce l’evoluzione della sua pittura. La fase milanese, oggetto della prima sezione, è segnata dall’incontro con Vittore Grubicy De Dragon - gallerista e sodale che influenzerà radicalmente l’evoluzione del suo percorso e della sua fortuna critica -, nonché dal diretto confronto con l’eredità della Scapigliatura e del naturalismo colorista, i cui esponenti venivano definiti da Segantini “il gruppo della rinascenza”. In questo vivace contesto si definisce la sua innata propensione allo studio delle potenzialità espressive di luce e colore, tramite una sorprendente varietà di soggetti: dai ritratti alle nature morte, dalle composizioni di genere alle vedute paesaggistiche e urbane, sino alle più sperimentali opere di matrice letteraria. Sul finire del 1880 Segantini lascia Milano per trasferirsi in Brianza e abbracciare una vita di campagna dove definire la propria personalità artistica. Nel contesto di una rinnovata concezione dell’uso del colore e nei suoi valori emotivi e sentimentali, si cimenta con più varianti degli stessi soggetti, dedicandosi ad una pittura pastorale che rifiuta il tradizionale generismo italiano. In questa seconda sezione del percorso espositivo, dedicata alla fase brianzola, si concentrano infatti opere caratterizzate da un crescente interesse per la Natura, che è rappresentata nella comunione tra uomo, paesaggio e animali. All’analisi di questa fase, che rappresenta una delle novità più importanti della mostra, si riconduce anche il forte legame con l’artista francese Jean-François Millet, che apre a significativi confronti con la cultura artistica di fine Ottocento, segnata dall’ascendente millettiano, come accade con la produzione di Vincent Van Gogh e, in maniera più diretta, con le opere degli artisti della Scuola dell’Aja che saranno messi per la prima volta in relazione con la sua pittura. Il percorso proseguirà con una terza sezione dedicata alla fase svizzera, che prende avvio nel 1886 con il trasferimento di Segantini nella piccola cittadina di Savognin. Durante questo soggiorno l’artista potrà dedicarsi alle sue grandi e celebri composizioni della vita montana, nelle quali si legge la sua personale interpretazione del rapporto panteistico tra Uomo e Natura. Una sperimentazione, quest’ultima, che lo porterà a spiccare tra i maggiori protagonisti del Divisionismo italiano, a partire dalla famosa Esposizione Triennale di Belle Arti di Milano del 1891. L’ultimo decennio della produzione segantiniana è infine oggetto della quarta e ultima sezione di mostra, quando, a partire dal 1894, Segantini si trasferisce a Maloja e la sua ricerca artistica converge nel tentativo di riscrivere gli spazi naturali in termini pittorici, resi da lui assoluti ed eterni. Un obiettivo che raggiungerà attraverso la peculiare formula del “simbolismo naturalistico”: una sperimentazione in chiave simbolista ancorata, cioè, alla forza evocativa delle scene di vita montana che lo circondano. Sarà proprio questa ricerca ossessiva a portare Segantini ad una morte prematura: con lo scopo di finire il dipinto centrale del suo grande trittico, Natura, il pittore arcense si recherà infatti sulle alte montagne vicino a Schafberg, dove il ritmo frenetico del lavoro, unito all’altitudine elevata, lo farà ammalare di peritonite, malattia che porrà fine alla sua vita a soli 41 anni. Troppo spesso l’opera di Segantini è stata considerata in una dimensione di romantico isolamento, teso a rispecchiare il mito di un artista eroicamente solitario. L’obiettivo di questa mostra è invece quello di ricondurre la sua opera al quadro di una più ampia indagine dei contesti artistici e culturali che lo influenzarono e che risultano dunque fondamentali alla comprensione di questo grande artista. Attraverso circa 100 opere tra dipinti, disegni, incisioni, ma anche fotografie e documenti archivistici, la grande esposizione dei Musei Civici di Bassano del Grappa, una delle più complete e ricche di novità degli ultimi anni, potrà contare su importantissimi prestiti nazionali e internazionali provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private italiane ed europee - dal Musée d’Orsay di Parigi al Rijksmuseum di Amsterdam, dalla Kunsthaus di Zurigo alla Galleria d’Arte Moderna di Milano - che permetteranno al pubblico di scoprire, con occhi del tutto nuovi, uno dei più straordinari artisti dell’Ottocento italiano ed europeo. “Noi siamo molto felici e anche orgogliosi di poter sostenere quest’importante progetto espositivo, che speriamo avrà il successo che merita” afferma Mirella Carbone, Direttrice artistica Segantini Museum di St. Moritz. “Siamo grati al Comune e ai Musei Civici di Bassano del Grappa per il loro interesse a realizzare una mostra su Giovanni Segantini, sebbene l’artista non abbia un legame diretto con la città o la regione. E siamo grati al Dr. D’Agati per il valido progetto scientifico: grazie a quest’esposizione al grande pubblico Segantini verrà presentato finalmente quale artista strettamente legato alle correnti artistiche europee contemporanee, così da sfatare il mito del vate solitario sulle vette alpine”. “La Città di Arco e la sua Galleria Civica coltivano con dedizione la memoria del pittore Giovanni Segantini, che proprio ad Arco ha avuto i suoi natali” dichiara Giancarla Tognoni, Direttrice della Galleria Civica G. Segantini del Comune di Arco. “Siamo quindi estremamente lieti di contribuire alla realizzazione di questo progetto davvero straordinario proposto dai Musei Civici di Bassano del Grappa, ritenendo che la figura di Segantini sia estremamente significativa per tutti i territori alpini e quindi identitaria in modo trasversale per la cultura europea. Ringraziamo sinceramente il Comune di Bassano del Grappa ed i suoi Musei Civici, nonché il curatore Niccolò D’Agati, per averci coinvolti in questa esperienza che vede anche la qualificatissima partecipazione del Segantini Museum di St. Moritz, con cui abbiamo condiviso numerosi studi e ricerche negli ultimi anni”. Ad accompagnare la mostra, infine, un importante catalogo scientifico pubblicato da Dario Cimorelli Editore raccoglierà i contributi dei più importanti studiosi dell’opera segantinana, con ampi apparati dedicati alla ricostruzione del suo percorso artistico, alla sua tecnica pittorica e alle indagini diagnostiche più recenti, che saranno restituite in mostra grazie ad apparati tecnologici interattivi, oltre alle schede ragionate delle opere esposte. “La mostra Giovanni Segantini riporterà all’attenzione del grande pubblico e degli studiosi uno dei più grandi pittori italiani ed europei dell’Ottocento, grazie ad una retrospettiva densa di novità e sorprese; non ultima la possibilità di ammirare, riuniti assieme per la prima volta dopo oltre un secolo, alcuni dei suoi più significativi capolavori rintracciati per l’occasione. Frutto della collaborazione con il Segantini Museum di St. Moritz e con la Galleria Civica G. Segantini di Arco, la mostra sfaterà il mito del genio isolato per consegnarci un Segantini perfettamente integrato nei dibattiti figurativi del proprio tempo, audace sperimentatore di tecniche pittoriche, inventore di un’iconografia della montagna così potentemente evocativa, carica di poesia e sentimento, da risultare eterna e inscalfibile nella sua laica sacralità. Un’eternità oggi messa in discussione dal repentino cambiamento climatico che rende questo soggetto prepotentemente attuale” conclude Barbara Guidi, Direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa. Promossa e organizzata da Comune e Musei Civici di Bassano del Grappa Nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026 Con il supporto di Segantini Museum di St. Moritz e Galleria Civica G. Segantini di Arco In collaborazione con Regione Lombardia e Dario Cimorelli Editore 

Ufficio stampa Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Simone Raddi +39 049 663499 simone@studioesseci.net 
Regione Lombardia Pierfrancesco Gallizzi +39 02 6765 5699 Pierfrancesco_Gallizzi@regione.lombardia.it 
Ufficio Stampa Comune di Bassano del Grappa Chiara Padovan +39 0424 519373 ufficiostampa@comune.bassano.vi.it Musei Civici di Bassano del Grappa Paolo Umana +39 0424 519919 museo@comune.bassano.vi.it

martedì 17 giugno 2025

Inclusione, solidarietà e disabilità per il regista di thriller Campanella

 


Pierfrancesco Campanella è un cineasta decisamente sui generis, al di fuori degli schemi e delle classificazioni. Noto soprattutto per pellicole molto discusse come Bugie rosse e Cattive inclinazioni, che hanno suscitato feroci

polemiche per le tematiche particolarmente forti, per le scene di nudo spinto e per l’esagerata violenza di alcune sequenze tra il giallo e l’horror, negli ultimi tempi sembra volersi “redimere”. 
 Non solo ha realizzato un cortometraggio di carattere sociale come 2020: Odissea nello Spazio Covid, che, interpretato da Franco Oppini, Nadia Bengala, Luciana Frazzetto, Nicholas Gallo e Massimiliano Virgilii, tanti consensi ha riscosso al recente festival Tulipani di seta nera(organizzato in collaborazione con la Rai),ricevendo una menzione speciale per l’alto messaggio divulgato, ma si sta facendo testimonial di lodevoli iniziative umanitarie. 


Ad esempio nei giorni scorsi, presso la sede dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il cui Direttore è Roberto Alesse, ha presieduto la Commissione incaricata di selezionare i disegni (effettuati da soggetti disabili) che verranno stampati sui prossimi biglietti della Lotteria Italia. La tematica proposta era “Disabilità e cinema”, come ricordato da Leonardo Di Stefano, il Responsabile dell’Ufficio Affari Giuridici e rapporti istituzionali della stessa Agenzia.


 “È stata una votazione difficile per via dell’alto livello delle opere proposte” – ha dichiarato Campanella nella insolita veste di “Presidente” – ma per me è stata comunque una esperienza che mi ha molto gratificato”. Sicuramente una iniziativa molto pregevole, denominata Disegniamo la Fortuna con ADM, che vedrà il degno epilogo a fine Settembre2025 nel corso della serata di gala per la presentazione ufficiale dei nuovi biglietti, con la partecipazione di tutti gli artisti coinvolti. 


A distanza di poche ore lo stesso Pierfrancesco, a riprova della sua grande sensibilità a dispetto dei suoi film spesso considerati “scandalosi”, è intervenuto nella prestigiosa sede di Palazzo Valentini per il Premio TPM The Artist 2025 Valore ai Valori, organizzato da Alessandro Scarnecchia in collaborazione con l’Avvocato Emilio Capoano. Nel corso dell’evento, promosso dal Consigliere Antonio Giammusso, con la presenza dell’On. Fabrizio Santori, Pierfrancesco ha avuto l’onore di premiare le associazioni Abracadown e Oasi Park, che si occupano di ragazzi down dediti ainiziative teatrali e musicali. Visibilmente commosso, Pierfrancesco si è intrattenuto con questi speciali attori, che erano accompagnati da Francesco Leardini, lanciando un sentito messaggio di inclusione e solidarietà, contro pregiudizi e discriminazioni. Insomma, non solo suspense, eros e sangue per il regista di Brividi d’autore!

La Direzione







L’Associazione Aila ha presentato il Premio Aila, in agenda il 23 giugno a Tempio di Venere e Roma, con un convegno al Foro Romano sulla salute delle ossa e della donna

 


Gran successo per il convegno “Benessere donna e longevità. L’awareness come valore sociale”, che la Fondazione Aila (Associazione Italiana per la Lotta contro l’Artrosi) ha organizzato presso la storica sede della Curia Iulia nel Foro Romano, cuore del Parco Archeologico del Colosseo. I lavori del convegno sono stati aperti da Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura, che ha concesso la storica sede al Foro Romano, e da Beatrice Lorenzin, senatrice della Repubblica ed ex Ministro della Salute. Sono inoltre intervenuti il professori Roberto Verna,patologo clinico,l’oncologoFrancesco Cognetti,Cinzia Marchese, esperta in medicina rigenerativa,il ginecologo Pierluigi Benedetti Panici, Daniela Prosperi, medico nucleare, Sabina Saccomanno, specialista in medicina del benessere e Mauro Racaniello, di Farmindustria. «La salute si preserva e si cura – dice la Russo – anche attraverso l’arte. E questa magnifica sede sottolinea il valore della cultura come benessere. Ed è bello che proprio qui si parli del valore della salute della donna». «C’è ancora molta confusione sul tema della salute della donna – dice Lorenzin - In particolare bisogna puntare sulla diagnostica e poi la terapia». L’iniziativa del convegno, di grande attualità per l’invecchiamento della popolazione, primato del nostro Paese con una popolazione over 65 di circa il 26% secondo le ultime note ISTAT, si colloca nell’ambito delle attività promosse da Aila, presieduta dal professor Francesco Bove, in occasione della presentazione del Premio “Progetto Donna”, che verrà assegnato il 23 giugno 2025 al Tempio di Venere e Roma. 


Evento che valorizza l’impegno e l’innovazione al femminile nei settori della salute, della ricerca e del benessere. Il convegno si è proposto come un’occasione unica di confronto scientifico e culturale sul tema del benessere femminile e della longevità, promuovendo una nuova consapevolezza collettiva sull’importanza della prevenzione, della ricerca e della valorizzazione della salute della donna in tutte le fasi della vita. «L’invecchiamento della popolazione – spiega Bove – è un fenomeno ben documentato in continuo sviluppo con impatti profondi su economia, welfare e società e che coinvolge principalmente la donna. Il concetto di awareness come valore sociale si riferisce alla consapevolezza collettiva su temi rilevanti per il benessere della società come la salute e l’ambiente. Questa consapevolezza è fondamentale per promuovere cambiamenti positivi e sostenibili all’interno delle comunità. In ambito sociale l’awareness – consapevolezza rappresenta la capacità di riconoscere e comprendere le problematiche, facilitando l’adozione di comportamenti responsabili e solidali su temi come la salute della donna».

La Direzione

lunedì 16 giugno 2025

È stata varata a Roma il 13 giugno 2025 “La vanità dell’Assenza”, mostra di pittura di Dario Fiocchi Nicolai.

 


Ospitata da Kayros Contemporary Art a via Giulia nr. 8, ad ingresso libero, sarà visitabile fino al 31 luglio. Si tratta di una exhibition pittorica davvero singolare, che invita a una profonda e chiara riflessione sulla vanità dell'apparire e sull'inconsistenza di tale manifestazione, che vive di contraddizione propria. Attraverso le opere di Dario Fiocchi Nicolai, e la sapiente curatela di Matteo Maione, 


i visitatori di “La Vanità dell’Assenza” sono guidati in un percorso che esplora l'ossessione contemporanea per la presenza e l'immagine, interrogandosi sul significato di “esserci a tutti i costi”. Il titolo stesso suggerisce un paradosso, ponendo l'accento su un'assenza che, lungi dall'essere vuoto, rivela la futilità di una costante e non autentica apparizione. L'artista, in questa esposizione, trova una forma di redenzione attraverso la sua arte, trasformando il proprio medium in uno strumento di indagine introspettiva e critica sociale. 


Le tele di Fiocchi Nicolai diventano specchi in cui la società può riconoscere le proprie dinamiche, spesso dettate da un'ansia di visibilità che rischia di offuscare l'autenticità, e dove l’Artista indaga per primo se stesso. Lo stesso pittore Fiocchi Nicolai e' riflesso ed immerso nelle sue quindici tele in esposizione, che sono sicuramente destinate a palati raffinati. 


Tra gli ospiti intervenuti al vernissage, in ordine casuale: Il Cavaliere di Gran Croce Ilario Bortolan, Presidente della Associazione Regina Elena Onlus La curatrice d'Arte Simona De Pinho I giornalisti Sara Lauricella e Francesco Febbraro L'attore Alex Partexano L' attrice Gaia Zucchi accompagnata dallo scrittore Nicky Marcelli Il prefetto Fulvio Rocco de Marinis accompagnato dalla opinionista Jolanda Gurreri Antonella Stelitano, Consigliere Nazionale del Comitato Italiano Fair Play Paolo Celli, lo Chef dei Divi di Hollywood Il regista Domenico Briguglio

Ufficio Stampa Lisa Bernardini

   foto Riccardo Piccoli






THEA MARIS RITORNO ALL'ORIGINE Risonanze del mare tra infinito e abisso Maratea, Sedi varie 27 giugno - 27 agosto 2025

 

Un progetto di Anna Caterina Masotti Mostra Diffusa a cura di Laura Frasca Una mostra diffusa tra mito, maternità e percezione sensoriale. A Maratea, in un contesto carico di storia e spiritualità̀, prende forma Thea Maris – Ritorno all'origine, il progetto fotografico e installativo di Anna Caterina Masotti. Un percorso artistico e personale che intreccia il mito classico di Afrodite con la biografia dell'artista, in una narrazione per immagini, ricami e suoni. La mostra, articolata in cinque luoghi simbolici della cittadina lucana, si configura come un viaggio meditativo tra fotografia, memoria intima e paesaggio. Il nucleo poetico di Thea Maris si concentra sulla figura archetipica della Dea del mare, Afrodite, riletto nella chiave di una giovane donna moderna che attraversa il confine tra adolescenza e maturità. Non un'icona idealizzata, ma un corpo reale in trasformazione. "Riscoprendo antichi codici e riferimenti alla Grecia classica – spiega Masotti – ho reinterpretato l’idea di bellezza attraverso forme e tecniche contemporanee. Queste immagini sono state scattate quasi tutte a Maratea, dove mia madre era incinta di me al sesto mese. Oggi torno in questo mare con mia figlia, creando un legame che si rinnova e si arricchisce come ogni onda che bacia la riva". Il progetto si declina in una serie di immagini fotografiche in bianco e nero, ricamate a mano con fili dorati, bronzei e neri. Opere sospese tra fisicità̀ e immaterialità̀, tra luce e memoria, che si accompagnano a ceramiche artistiche, tessuti stampati, oggetti luminosi e a video installazioni temporanee. Tutto concorre a creare un dispositivo percettivo immersivo, in cui l’osservatore è invitato a esplorare la relazione tra generazioni, tra natura e corpo, tra intimità e archetipo. La mostra si articola in cinque luoghi emblematici della città. A Palazzo De Lieto, edificio settecentesco con sezioni archeologiche e pinacoteca, le opere dialogano con le ancore romane rinvenute nei fondali locali. L’ancora "Venus", in particolare, rievoca l’icona mitica della nascita di Venere. La leggerezza della seta e la sottigliezza del ricamo contrastano con la pesantezza degli oggetti storici, creando un cortocircuito tra passato e presente, tra tempo e visione. Le piccole fotografie installate lungo le pareti richiamano l’energia misteriosa del mare e la sua potenza generatrice. Nella Chiesa dell’Immacolata, le opere sospese in chiffon e seta si integrano con le superfici in pietra, maiolica e legno. L'intervento, discreto e luminoso, agisce in armonia con l'architettura sacra, attivando una meditazione silenziosa sulla bellezza effimera. Ricami e trasparenze costruiscono un tessuto simbolico che lega spiritualità e materia. Nella Chiesa di San Francesco, un'unica immagine di grande formato rappresenta una mano che offre fiori di buganvillea, impreziosita da un'ape ricamata in filo dorato. L'opera, pensata come gesto simbolico di dono e condivisione, si radica nel paesaggio fiorito attorno alla chiesa e si connette al tema della cura e della trasformazione. La Chiesa di Porto Salvo, al porto, ospita una sequenza di piccole fotografie ricamate, raffiguranti conchiglie, meduse e coralli. Disposte lungo le pareti come una via simbolica, le immagini richiamano la processione della Madonna sul mare e instaurano un dialogo visivo tra spiritualità popolare, devozione marina e tradizioni di pesca. Lo Spazio Altri Turismi ETS, infine, accoglie fotografie su seta, opere ceramiche e lampade d'artista. Un tempo falegnameria, oggi spazio espositivo e artigianale convertito all’arte, il luogo riflette il dialogo tra saperi antichi e linguaggi visivi contemporanei. Le opere, molte delle quali acquistabili, testimoniano la vocazione della mostra a diventare esperienza abitabile e diffusa. Il progetto è accompagnato da testi critici di Laura Frasca e da un apparato visivo che include fotografie, video e installazioni ambientali. L’allestimento segue i principi della psicologia della Gestalt, organizzando linee, forme e relazioni in modo da stimolare una percezione profonda e stratificata. La chiarezza compositiva non elimina il mistero, ma lo evidenzia: ogni immagine diventa così una soglia, un dispositivo visivo aperto all’interpretazione individuale. Thea Maris non è una mostra nel senso tradizionale. È un attraversamento, una navigazione dentro e fuori la coscienza, in cui il mare è grembo e confine, elemento originario e simbolico. Le immagini, con i loro ricami sottili, non sono solo opere da guardare: sono superfici da abitare, tracce da sentire. E come onde, si rinnovano ad ogni sguardo.