Ufficio Stampa Giò Di Giorgio
giovedì 28 dicembre 2017
mercoledì 27 dicembre 2017
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere presenta IL CUORE A GAS di Tristan Tzara regia: Andrea Martella dal 4 al 7 gennaio al Teatro Trastevere a Roma
“Il Cuore scaldato a Gas pulsa lentamente, ampia circolazione,
si tratta dell'unica e della più grande truffa del secolo in tre
atti”
Rumore bianco”
teatrale, così è stato definito “Il Cuore A Gas”, capolavoro del teatro dada
scritto da Tristan Tzara e rappresentato per la prima volta, in pieno clima
avanguardistico, nel 1921 a Parigi. I personaggi, Occhio, Bocca, Orecchio,
Naso, Sopracciglio e Collo vivono, dialogano ed interagiscono all’interno di un
mondo surreale e fuori dal tempo e dallo spazio.
L’autore stesso
descrive la sua opera come una commedia ed in effetti della commedia ha gran
parte delle caratteristiche, da una discreta ed intelligente comicità
all’immancabile lieto fine. L’unico problema, se di problema si può parlare, è
che il testo in questione non ha una narrazione chiara, che la storia,
di fondo, sembrerebbe non esistere e che i dialoghi sono apparentemente
sconnessi e privi di qualunque logica.
Si potrebbe, in
effetti, parlare di non-sense, ma risulterebbe limitativo, visto che Tzara è
riuscito a scrivere qualcosa che, più che non avere un senso, è in grado di
accogliere qualunque senso: rumore bianco teatrale, appunto. L’interpretazione
scelta in questa versione, che aggiunge ai personaggi originari anche
Didascalia, una personificazione umana delle geniali note a margine dello stesso Tzara, ha a che
fare con la ricerca della felicità in un mondo che non concede spazio alla
libertà, inquadrando ogni esistenza in uno schema definito e convenzionale
al quale aderire senza alcuna possibilità di scelta. A meno che qualcuno non decida
di ribellarsi, ad esempio … innamorandosi, portando quindi una ventata di sana
irrazionalità ed incoerenza all’interno di questo mondo così monotono e
straniante. Ecco allora che un
grido di libertà scardina i meccanismi esistenti e mostra ad ognuno quanto,
molto spesso, la propria infelicità sia causata da costrizioni e limiti
masochisticamente autoimposti.
personaggi
ed interpreti
Occhio: Flavio Favale
Bocca: Simona Mazzanti
Orecchio: Edoardo La Rosa
Naso: Vincenzo Acampora
Sopracciglio: Giorgia Coppi
Collo: Vania Lai
Didascalia: Walter Montevidoni
foto in locandina a cura di: SEI
ufficio stampa Vania Lai
Giò Di Giorgio
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