venerdì 7 giugno 2024

AL RISTORANTE “OPERA PRIMA” DI ROMA SI FESTEGGIA BENNY GREEN

Benny Green


Tanti gli amici arrivati, primo tra tutti l’attore Emilio Franchini, proprietario del ristorante, e poi Nadia Rinaldi, Tony Sperandeo, Elena Russo, Antonella Elia 
Benny Green con il Fidanzato Federico La Marca

E arrivata per prima, proprio lei, la protagonista della serata, Benny Green, per accogliere amici e giornalisti in occasione della presentazione del documentario: Benny Green… Verità Cruda.
In elegante abito bianco con una scollatura molto generosa. Accanto a lei il suo fidanzato Federico La Marca e l’uomo che lei definisce la sua “spalla” Giuseppe Carpinteri. 
Antonella Elia con Pietro Delle Piane


Tutti al ristorante “Opera Prima” a Ponte Milvio, dove da sempre si respira aria di cinema, infatti lo stesso proprietario, Emilio Franchini, è un attore. La scelta del locale per la presentazione non è casuale perchè “Opera Prima” rappresenta un angolo di cinema a Ponte Milvio, infatti sui tavoli sono riprodotte scene dei celeberrimi film nazionali e internazionale e nell’aria si respira l’odore della celluloide anche grazie alla presenza, quasi tutte le sere, di personaggi del mondo del cinema e dell’arte. 
Gli attori Tony Sperandeo con Emilio Franchini 

Un menù di tutto rispetto e di grande qualità preparato dallo chef del ristorante: per iniziare gambero in pasta kataifi con maionese al polpo, insalatina estiva di mare, cous-cous con leverdurine croccanti e polpo, mazzancolle alla catalana, rolls di orata con verdure in agrodolce. E poi i primi: mezzo pacchero con la salsa all’opera prima, pesto estivo con la stracciatella tartar di spigola e zest di limone, trofie con orata datterino al profumo di basilico, seguiti da frittura di calamari e gamberi e salsa tartara. 
L'attrice Elena Russo


Soddisfatti gli ospiti giunti per celebrare Benny Green: Tony Sperandeo, Nadia Rinaldi, Emilio Franchini, Antonella Elia, Pietro Delle Piane, Elena Russo, Anna Tancredi, Pio Stillaccio, Federico Tocci con la moglie Grazia Lauro. Il documentario per Benny Green, star del sesso, rappresenta, oggi, un cambiamento nella sua vita. Benedetta D’Anna, in arte Benny Green, trasgressiva e narcisista per definizione, attratta sempre dell’esteta, oggi è pronta, ancora una volta ,a cambiare rotta e lo fa con il racconto preciso e puntuale di tutte le sue tappe e il suo percorso proprio attraverso la pellicola: verità cruda.
Nadia Rinaldi

 “Ho deciso di raccontarmi attraverso un documentario – afferma Benny Green - perché l’evoluzione della mia vita me lo ha quasi imposto, o meglio, perché in un certo senso lo dovevo a me stessa. In questo documentario voglio che le persone conoscano la vera Benny… quella Benny che attraverso il dolore psicologico provato e con il quale sono venuta spesso a patti nella mia vita è riuscita a trovare l’affermazione di se stessa senza nascondersi, senza falsi perbenismi che non mi sono mai appartenuti e per i quali sono da sempre stata in conflitto anche con figure importanti come quella di mia madre.
Benny Green con la sua spalla Giuseppe Carpinteri

Voglio invece raccontare la donna dai sentimenti profondi, delle scelte drastiche e coraggiose che ho fatto pur sapendo che non sarebbe stato facile né semplice farle, le mie battaglie contro gli uomini che mi usavano e giudicavano senza averne diritto alcuno, la mia ribellione verso la falsità dei finti costumi e la rinascita della libertà mia personale, l’amore per i miei figli, per i miei animali, per la mia vita, la scelta di metterci sempre la faccia pur facendo la sex worker”. Decide di lasciare il posto fisso perché stanca della quotidianità e del falso moralismo per la sua passione per l’arte erotica, ma ora è arrivato il momento di cambiare. 
Anna Tancredi con Pio Stillaccio

“Infine voglio con questo documentario– conclude Benny Green - sdoganare la figura della porno attrice come se una donna che ha lavorato nel campo del sesso non possa avere altre attitudini o peculiarità, sogno e spero di arrivare ad avviare la mia carriera di attrice servendomi, perché no, anche della mia esperienza passata cercando di trasfondere l’erotismo con la stessa grazia e la stessa eleganza di grandi autori come Tinto Brass.
L'editore giornalista Giò Di Giorgio con Benny Green

Insomma le attitudini delle donne come me non vanno ghettizzate ma lasciate esprimere liberamente ed io sogno di farlo attraverso il cinema”. E alla fine torta e spumante per tutti. 

  Ufficio Stampa Ennio Salomone Tel. 346.6142314 – E-mail: salomone.ennio@gmail.com

                           Giò Di Giorgio

EGITTO. Viaggio verso l’immortalità Conegliano (Tv), Palazzo Sarcinelli 23 ottobre 2024 – 06 aprile 2025

 

Mostra a cura di Maria Cristina Guidotti. Ideata da Contemporanea Progetti. Organizzata da ARTIKA e CP, in collaborazione con la Città di Conegliano. Museo Prestatore: 

Museo Archeologico Nazionale di Firenze Faraoni, piramidi, sontuosi corredi tombali mummie che si risvegliano, misteri … l’eterno, esotico fascino dell’antico Egitto, così come diffuso da infiniti film e racconti. “EGITTO. Viaggio verso l’immortalità”, a Palazzo Sarcinelli dal 23 ottobre 2024 al 6 aprile 2025, condurrà il visitatore nella realtà sottesa al fantasmagorico turbinio di leggende sorto intorno ai Faraoni e ai loro altri Dèi; per scoprire, e capire, le credenze ed i riti che accompagnavano la morte nell’Egitto dei Faraoni, riti e credenze così pervasivi da sopravvivere all’occupazione romana. Miti non troppo dissimili da quelli di altre religioni, fatta forse salva una specifica necessità: quella di preservare i corpi per garantirsi la vita eterna. “EGITTO. Viaggio verso l’immortalità” è una mostra rigorosamente scientifica, a cura di Maria Cristina Guidotti, organizzata da ARTIKA e Contemporanea Progetti, in collaborazione con il Comune di Conegliano. La totalità delle opere esposte proviene dal Museo Egizio di Firenze (Museo Archeologico Nazionale di Firenze), in esclusiva a Conegliano dopo la tappa internazionale in Danimarca. La mostra indaga l’inizio del viaggio verso l’immortalità, le pratiche di imbalsamazione, la funzione dei corredi che accompagnavano il defunto verso i Campi di Iaru, poi conosciuti come Campi Elisi e, volendo, il Paradiso. Più di 100 reperti straordinari, compresi alcuni scoperti nel corso della spedizione guidata dal mitico Jean-François Champollion (il decifratore dei geroglifici) e da Ippolito Rosellini (il padre dell’egittologia italiana), racconteranno in 5 tappe il percorso di corpo e anima verso l’eternità. Gli antichi egizi credevano che la morte non costituisse la fine della vita, ma che questa continuasse sotto un’altra forma. L’anima del defunto però, per continuare a vivere, doveva avere la possibilità di reincarnarsi nel proprio corpo: da ciò derivava la necessità di rendere non deperibile il corpo stesso e quindi la ricerca di metodi sempre più sicuri e perfezionati di imbalsamazione, che venne praticata dagli egiziani fin dalle prime dinastie della loro storia millenaria. Tutti i rituali funebri, perfino i più macabri, non miravano esclusivamente alla preservazione del corpo del defunto, bensì ad assicurare il proseguimento della vita nell’aldilà. Proprio questo è lo spunto principale che viene sviluppato dall’esposizione di Conegliano. -- Mostra a cura di Maria Cristina Guidotti Progetto a cura di Contemporanea Progetti Organizzata da ARTIKA di Daniel Buso ed Elena Zannoni Contemporanea Progetti In collaborazione con Comune di Conegliano Museo Prestatore Museo Archeologico Nazionale di Firenze Spazio espositivo Palazzo Sarcinelli, Via XX Settembre 132, Conegliano Periodo espositivo dal 23 ottobre 2024 al 06 aprile 2025 

Per informazioni +39 351 809 9706 email: mostre@artika.it website: www.artika.it Ufficio Stampa Studio ESSECI – Sergio Campagnolo Tel. 049.663499 roberta@studioesseci.net 

                        Giò Di Giorgio

giovedì 6 giugno 2024

L’arte del creativo Michele Spanò tra le antiche mura della Rocca dei Borgia, a Nepi

 

Tanti vip per la terza edizione del “Nepi Fashion Show” con modelle, cantanti e personaggi del mondo dello spettacolo 

Torna la fascinazione tra le mura dell’antico castello di Nepi. Un appuntamento che sarebbe piaciuto a Lucrezia Borgia che nel 1499, grazie al padre Rodrigo Borgia, divenuto papa Alessandro VI, ricevette in dono la cittadina della Tuscia. La donna, oltre a regalare un periodo di prosperità alla località, continuò i lavori nella Rocca per renderla ancora più vivibile. Sono in molti ad avvertire, nel cortile del maniero nepesino, i fasti di un tempo. Complice la serata sotto le stelle che coinvolge tanti artisti del mondo dello spettacolo. 

Il castello dei Borgia si illumina per l’occasione di stile e di luci. Nella suggestiva fortezza che rievoca una particolare storia della nostra regione, ideale cornice per shooting fotografici e celebre anche per la scenografica cascata, va in scena la terza edizione del “Nepi fashion show”. Passerella dove sfilano venti affascinanti modelle, personaggi dello showbiz e della cultura. 

La manifestazione, con la direzione artistica di Michele Spanò e Luca Barile, sfoggia una madrina d'eccezione: la conduttrice Laura Freddi, in originale e coloratissimo lungo modello floreale. Raggiungono l'happening Carolina Marconi e Eleonora Cecere, ex di “Non è la Rai”, che canta un brano. Applaudono, in prima fila, Conny Caracciolo, le attrici Maria Tona, Lucilla Diaz, Laura Sorel e Carmen Di Pietro. 

L’evento è condotto dalla giornalista Barbara Castellani, in lungo fucsia. Si comincia con i tamburi della musicista Valeria Contestini. Ed è subito fascinazione. Seguono ben quattro sfilate, tra i riflessi della sera: quelle degli stilisti Gabriella Romeo, Eire Mota, Stefano Roncaccia e Pierluigi Santoro. Applausi. Segue lo show di Spanò, in total white, che tra modelle a piedi nudi e candidi pepli, e nebbia artificiale, crea un’artistica acconciatura di piume nere al centro della scena. 
Cambio di registro: esposizione di quadri a cura dei pittori Mauro Russo, Angelina Marchesi e Rossana Venturini.
 E si prosegue con due giovani artisti: i cantanti in erba Alessandra Badulescu e Lorenzo Sebastiano, quest’ultimo reduce dal talent “Io canto generation”. Applaude il sindaco di Nepi, Franco Vita

Poi, nella notte, a fine spettacolo, il tutto si dissolve.

Daniela Dal Lago








19 giugno, Danilo Bucchi apre Estate al MAXXI con Oltretutto di DANILO BUCCHI a cura di Achille Bonito Oliva

 

Il 19 giugno sarà Danilo Bucchi ad aprire la programmazione di Estate al Maxxi 2024, con una serata eventoche vedrà protagonista il suo ultimo progetto: Oltretutto. In una veste inedita, che non lo vede come autore delle sue tele, bensì alle prese con il linguaggio fotografico e osservatore/orchestratore dei disegni degli altri - tra volti di sconosciuti, ma anche scrittori, registi, attori, stilisti, musicisti, curatori, direttori di musei incontrati per le strade di Roma, Milano, Berlino, Parigi, New York e Tokyo - Oltretutto è un lavoro complesso che ha coinvolto Bucchi per quasi dieci anni dando vita a un catalogo ragionato edito da DRAGO e realizzato con il sostegno di Galleria Gaburro. Un libro d’arte in cui l’artista va oltre, uscendo dalla dimensione classica, per approdare alla forma editoriale; una nuova prova d’artista, dove a parlare non sono le sue opere, quelle che l'hanno reso nome di spicco della scena contemporanea e del collezionismo d’arte, bensì i disegni degli altri accostati ai ritratti fotografici dal lui stesso realizzati. Saranno proprio i ritratti fotografici di questa umanità variegata e messa a nudo attraverso il disegno a circondare visivamente lo spettatore in occasione della grande festa di apertura di Estate al MAXXI con una serata unica e inclusiva dallo stile espositivo non convenzionale, tra immagini in movimento e suono che vedrà trasformati gli spazi del piazzale del MAXXI. La trama che ha portato alla creazione di Oltretutto verrà esposta attraverso schermi ledwall che invaderanno lo spazio, avvolgeranno il visitatore, immergendolo in un loop di immagini, segni, volti accompagnati dalla musica di DJ Red, figura chiave della scena techno europeanella restituzione pubblica e inclusiva di un progetto che racconta l’inconscio delle persone attraverso le suggestioni dei loro schizzi e gli scatti in bianco e nero contenuti in un libro d’arte inaspettato in cui lo sguardo va oltre il ritratto, va Oltretutto. Una selezione di ottanta ritratti, ciascuno in dialogo con sé stesso, dove l’apparenza interroga la sostanza, la forma trasmette il contenuto all’interno di un catalogo da collezione che supera i confini di una ricerca artistica e trascina il fruitore in un gioco di rimandi intimo e allo stesso tempo universale. 


 A cura di Achille Bonito Oliva, Oltretutto è un catalogo ragionato che dà voce a volti e immagini che raccontano una storia privata attraverso una ritrattistica che Danilo Bucchi ha saputo rendere intelligibile ed emozionale; un progetto coerente con la ricerca dell’artista, che indaga da sempre sul linguaggio del segno e delle sue origini inconsce, ma che in questo caso lo vede fotografo e spettatore del disegno altrui. L’occhio dell’artista scruta la dimensione interna ed esterna dei soggetti ritratti accostandoli ai loro disegni, per generare una suggestione non univoca, ma aperta all’interpretazione di chi guarda, pronta a mischiarsi con le esperienze personali dello spettatore in un voyeuristico viaggio verso la conoscenza. Ed è attraverso il linguaggio della fotografia che Danilo Bucchi con Oltretutto traccia questa dimensione inconscia, con un viaggio in 160 pagine che supera i confini della ricerca artistica. Info artista:www.danilobucchi.com Pre-order:www.dragopublisher.com/it/prodotto/oltretutto/

 Ufficio Stampa HF4www.hf4.it Marta Volterra marta.volterra@hf4.it+39.340.96.900.12 Valentina Pettinelli valentina.pettinelli@hf4.it+39.347.449.91.74

Giò di Giorgio

martedì 4 giugno 2024

Parco del Colosseo, Circo Massimo, Bocca della Verità dall'11 giugno al 30 settembre 2024 Colonne Infinite di Park Eun Sun a cura di Leonardo Contini

 

Tra arte contemporanea e antichità, Oriente e Occidente, per celebrare il 140° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra Italia e Corea. Nel cuore storico di Roma: cinque monumentali opere d'arte scultoree si alzano verso il cielo Presskit: Cinque colonne d'artista, cinque monumentali opere d'arte scultoree di 14 e 6 metri che si alzano verso il cielo: è questa "Colonne Infinite", l'installazione dell'artista coreano Park Eun Sun a cura di Leonardo Contini, che dall'11 giugno al 30 settembre 2024, in occasione dell'Anno dello Scambio Culturale Italia e Corea 2024-2025, porterà l'arte contemporanea nel cuore di Roma, tra il Parco Archeologico del Colosseo, Piazza Bocca della Verità e il Septizodium, per omaggiare il 140° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra Italia e Corea. Un'installazione artistica che si fa simbolo di incontro e dialogo tra contemporaneo e antichità, Italia e Corea, Oriente e Occidente.

Un'occasione unica, per romani e turisti, nel centro storico della capitale, per vivere la fusione tra arti, storie e culture, celebrando l'amicizia tra Italia e Corea attraverso cinque opere monumentali che, riflettendo la tradizione della colonna, trasformano l'elemento strutturale in un oggetto d'arte. In occasione del 140° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra Italia e Corea, il Ministero della Cultura, Sport e Turismo della Repubblica di Corea, l'Istituto Culturale Coreano in Italia e la Korean Foundation for International Cultural Exchange (KOFICE) organizzano la mostra 'Colonne Infinite' dello scultore Park Eun Sun nel centro storico di Roma. La mostra, curata da Leonardo Contini e realizzata in collaborazione con il Parco Archeologico del Colosseo, il Comune di Roma e la Galleria d'Arte Contini, avrà luogo in tre significativi siti del centro storico quali il Tempio di Venere, Piazza Bocca della Verità e il Septizodium che affaccia sul Circo Massimo.

La mostra verrà inaugurata l'11 giugno e sarà fruibile al pubblico di tutto il mondo fino al 30 settembre, contando cinque opere dello scultore Park Eun Sun, tra cui un'imponente scultura dall'altezza di circa quattordici metri. Innestata con attenzione nel cuore storico più antico e iconico di Roma, "Colonne infinite" si sviluppa ai vertici di un triangolo ideale che collega il Tempio di Venere, la piazza della Bocca della Verità e l'area antistante l'antico Septizodium. Le colonne in marmi e graniti policromi di Park si ergono con intenzioni diverse in ciascuno di questi luoghi. Nel contesto del Parco Archeologico del Colosseo due opere in granito rosso e nero propongono una 'poetica delle assenze' atta ad attirare lo sguardo laddove adesso permane il vuoto, pregno di significato storico ed artistico, di ciò che il tempo e la storia hanno abbattuto. 

Le colonne di Park quindi proseguono idealmente il peristilio del Tempio di Venere, che si ergeva innanzi al Colosseo. Nel contesto della piazza della Bocca della Verità, una singola opera di quattordici metri svetta nel Foro Boario quasi come un campanile tra i Templi di Ercole Vincitore e di Portuno, ponendosi in dialogo con due 'sorelle maggiori' che ancora permangono nella città: la colonna Traiana e Aurelia e forse prendendo idealmente il posto della colonna di Antonino Pio, i cui resti sono stati rinvenuti nel XVIII sec - anche se questa si ergeva nel Capo Marzio e non nel Foro Boario. Infine due colonne di oltre sei metri si ergono ai piedi del luogo dove anticamente sorgeva il Septizodium, un monumentale ninfeo di età imperiale. Le due opere si affacciano sul Circo Massimo, luogo di altrettanta importanza storica e che vibra ancora della vita sociale e culturale della città , con l'intenzione di creare un'associazione positiva rispetto ad un contesto che per i fruitori rappresenta un luogo di condivisione e complicità , che si spera venga arricchito della presenza delle opere. Il tema della mostra 'Colonne Infinite' è espressione del concetto di 'infinito' dello scultore, ma si allinea anche con l'augurio di infinito sviluppo del rapporto di scambio tra Italia e Corea nel 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni. L'esposizione delle opere monumentali di Park Eun Sun a Roma infatti unisce idealmente Italia e Corea del Sud, proponendo una 'archeologia' che indaga non solo il tempo ma anche lo spazio e l'evoluzione dell'arte nei secoli. In particolare le cinque opere monumentali che costituiscono la mostra si concentrano sul tema della colonna, di cui Park porta avanti la tradizione che ha fatto di un elemento fondamentalmente strutturale un oggetto d'arte. 

Affermato a livello internazionale, Park realizza opere che fondono le sue radici orientali con la tradizione artistica occidentale. La sua cifra stilistica si manifesta nelle profonde fratture che solcano le sue opere, diventandone parte integrante. Queste 'ferite' evocano, da un lato, la sofferenza, ma dall'altro sono un importante simbolo di rinascita, nonché una finestra che consente di 'vedere oltre la superficie' per ammirare l'interno della scultura, dove il materiale viene lasciato grezzo. Le opere di Park si distinguono inoltre per l'impiego di una raffinata tecnica contraddistinta dall'alternanza di due diversi colori, che restituisce l'effetto di un'elegante stratificazione bicromatica. Park Eun Sun è nato nel 1965 a Mokpo in Corea del Sud. La scoperta della pittura, arriva molto presto nella vita dell'artista che sogna di diventare un grande pittore. Nel corso degli anni Park Eun Sun partecipa e vince molti concorsi di pittura per ragazzi e i genitori gli concedono così di dedicarsi liberamente all'arte. Trasferitosi a Seoul si iscrive al corso di laurea per diventare insegnante di materie artistiche presso l'Università di Kyung Hee. L'importanza dedicata alle forme e alla materia lo avvicina allo studio della scultura, portandolo così a cambiare indirizzo di studi presso l'Università di Kyung Hee, passando dalla pittura alla scultura. La scoperta dei materiali passa dall'iniziale uso della creta al marmo e successivamente al granito. La scultura di Park si sviluppa nel concetto di spazio espresso dalle culture orientali per mezzo dell'abrasione della superficie dove convivono spaccature, squarci e tagli che simboleggiano l'apertura dell'interiorità umana e, nel contempo, la distruzione totale della materia. Le prime mostre personali si tengono a Firenze nel 1995, a Monaco di Baviera nel 1996 e a Seoul nel 1997. Park ha esposto in diverse gallerie e musei in Italia (Firenze, Genova, Pietrasanta, Roma, Torino, Verona, Padova, Milano) e all'estero (Belgio, Corea, Francia, Germania, Inghilterra, Lussemburgo, Olanda, Panama, Polonia, Singapore, Stati Uniti e Svizzera). Dal 2021 l'artista è rappresentato in esclusiva dalla Galleria d'Arte Contini, che ha realizzato diverse importanti mostre tra le quali, nel 2021, 'Infinita fluidità della pietra' a Viareggio, 'Nell'Infinito dell'Arte' a Venezia e Cortina d'Ampezzo e 'Dal Mare all'Infinito' a Forte dei Marmi. Nel 2022 le opere monumentali dell'artista sono esposte al Teatro del Silenzio di Lajatico (Pisa) e nel centro storico di Pontedera (Pisa). Nello stesso anno un'opera monumentale è stata donata alla città di Pietrasanta (Lucca). Nel 2023 espone a Milano Marittima e nelle prestigiose sale di Palazzo Litta a Milano. Attualmente la sua attività lavorativa è sita tra l'Europa e la Corea del Sud. Nel 2025 sarà inaugurato in Corea del Sud il Museo 'Infinito', uno spazio espositivo interamente dedicato a Park Eun Sun, progettato dal celebre architetto Mario Botta. 

Press Office HF4 www.hf4.it Marta Volterra marta.volterra@hf4.it +39.340.96.900.12 Valentina Pettinelli valentina.pettinelli@hf4.it +39.347.449.91.74 

                  Giò Di Giorgio