venerdì 15 febbraio 2019

Gigi Finizio con “Io torno” 1 Parte al Lendi di Sant’Arpino CE; 6 musicisti e 500 “cuoristi ”, questa sera l’ennesimo sold out!


Se io fossi una spettatrice “tipo”, una che ha telefonato a un teatro o va in internet per acquistare il biglietto, chiederei immediatamente la restituzione dei soldi. Perché invece di ascoltare il mio idolo, le mie orecchie hanno dovuto ascoltare 500 persone tutte in coro, tutte precise, tutte intonate, educatissime, cantare al posto e insieme a Gigi Finizio.
Ovviamente la mia è una riflessione ironica; mai assistito a una cosa del genere! Lo spettacolo nello spettacolo; 10 e lode a tutti, dal parcheggiatore del Landi gentilissimo e premuroso, al sorriso di Gigi nell'accogliere me e il mio collega Reo Confesso, arrivati da Roma per applaudirlo, io sinceramente anche per riabbracciarlo dopo almeno 20 anni, quando ci si incontrava nelle varie TV partenopee.
Avevo preparato il mio amico Reo (anchorman dei locali della Capitale e conduttore a Radio Italia Anni 60 su “Le canzoni del cuore”) del calore forse anche un po’ colorito che avremmo trovato, ma sono stata smentita da vecchi retaggi che evidentemente anche io mi porto dietro.
Gigi è stato fantastico! Pochi fronzoli, lui va diritto al cuore ed ecco perché il suo pubblico gli fa da coro, “cuoristi”, per tutto l’arco del concerto, ma non un semplice coro fatto di voci, ma un coro fatto con la voce dell’anima, col cuore.
da sx la voce delle notti romane Reo Confesso al centro il mitico Gigi Finizio e la cantautrice Giò Di Sarno

Una sala gremita di gente felice, che era lì non solo per ascoltare le canzoni, ma un pezzo della loro vita. Se consideriamo che la prima incisione di Gigi risale a quando aveva 9 anni e oggi poco più che cinquantenne (anche se sembra un ragazzino) ancora sforna canzoni meravigliose, contando almeno 30 lavori discografici. Generosissimo col suo pubblico non si è risparmiato, proponendo anche brani che lo hanno portato al successo quando i cantanti napoletani (me compresa) facevano fatica ad uscire fuori dalla Campania.
Dalla prima note di “AMOREAMARO” - capolavoro firmato Bruno Lanza/Gigi Finizio - scelto da Alessandro Siani per il suo film esordio alla regia de “Il principe abusivo", l’emozione si toccava (le mani, tutto comincia sempre con le mani), tutto il Lendi avvolto in un abbraccio collettivo, proprio alla vigilia di San Valentino. Gigi, lo si può definire il cantante dell’Amore con la A maiuscola. E quando un po’ timido spiega dal palco la necessità di isolarsi per qualche tempo per raccogliere le energie per ricominciare daccapo e creare un altro capolavoro come “Io torno “, lo fa come un amico, un fratello. Ha quell’aria sì da “Maesto”, ma un maestro affettuoso, che vuole “educare” i suoi allievi, e lo fa con pazienza certosina quando conta le battute per lo scrocchio del pollice e del medio da fare assieme al suo pubblico di “Io torno”, e lo fa tante volte, fino a sentire una precisione che ha dell’incredibile.
Poi, una cover “E tu mi manchi” mai dimenticata dal pubblico napoletano portata al successo da Francesco Calabrese (già Franco IV e Franco I di “Ho scritto t’amo sulla sabbia”, successo del 1968).
I 6 musicisti, strepitosi, lo accompagnano in maniera magistrale, e lui delizia il suo pubblico esibendosi in contemporanea con il pianoforte e la tastiera, evocando la Dea Kalì e riportando alla mente il grande Renato Carosone, mentore di tutti i musicisti contemporanei, omaggiandolo anche in un accenno al jazz arabeggiante e duettando e improvvisando con il chitarrista.
Davvero uno spettacolo che ti resta dentro. Grazie Gigi, ti aspettiamo a Roma ai microfoni di Radio Italia Anni 60. L’editore di Inciucio.it  Gio’ Di Giorgio dice che dobbiamo pagare pegno perché ancora non ti abbiamo portato da noi, e allora penso che ti verremo a trovare il 23 Marzo al Teatro Cilea di Napoli, nell’attesa di ascoltare “Io torno” 2 Parte.

Gio’ Di Sarno





mercoledì 13 febbraio 2019

Si arricchisce di una giovane perla la scuderia dell'ufficio stampa di Giò Di Giorgio, editore di Inciucio.it. Asia Gianese, 20 anni.


Ecco i numeri da brivido di Asia:Instagram Blogger con oltre 70.000 follower, e 88000 su fb, modella immagine Milanese.

Ogni giorno ispira  migliaia di fans postando video ed immagini sia sue sia della Movida milanese e non solo,La sua predisposizione alla moda, al fashion, al bello, alla gioia di vivere è dovuta anche alla sua giovane età,un mix esplosivo e coinvolgente e travolgente. Studia recitazione e sogna di lavorare in tv come conduttrice e attrice, frequenta la facoltà di Scienze Politiche  alla Statale di Milano; Il suo sogno e iniziato da piccola quando  nei pomeriggi grigi ed uggiosi  invitava a casa amici e amiche esibendosi in spettacolini improvvisati, travestendosi con trucco e parrucco conservati in un baule avuto in regalo dai suoi genitori.

 Poi con l’avvento dei social, quasi per gioco ha iniziato con le dirette social, ,riscuotendo un enorme successo come intrattenitrice,coinvolgendo migliaia di fans su instragam, fb, Twitter. Ed ecco che ha avuto conferma a quale futuro aspira la sua vocazione lavorativa ed è per questo che ha chiesto il supporto di un ufficio stampa per essere guidata e comunicare ai media  questa sua meravigliosa avventurasocial e non solo.
Asia per la sua bellezza è anche  Finalista World Top Model e Ambassador brand.





Daniela Dal Lago

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i Giovedì dalle 17:00 alle 18:00, il prossimo 14 Febbraio il maestro Orafo Giovanni Pallotta



          Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno

Giovanni Pallotta maestro orafo incastonatore.Apprende le basi e le tecniche dell’arte orafa attraverso regolari corsi professionali per poi perfezionarsi nelle migliori scuole italiane come Valenza, Arezzo e Roma. Attualmente, grazie alla sua esperienza trentennale nel campo orafo, è membro del C.P.I (Collegio Periti Italiani) preposto ad effettuare perizie con valenza legale su gioielli antichi e moderni.
Giovanni Pallotta: “Sono contento di come ho trascorso quegli anni con feste tra amici, sempre italiani che vivevano lì e giochi semplici a contatto con la terra.”


-          Tu sei nato ad Abidjan, in Costa D’Avorio, e quarant’anni fa sei approdato con la tua famiglia a Roma. Possiamo dire che a nessuno meglio di te corrisponda il titolo di questa trasmissione: “L’Emigrante”?

Direi proprio di sì, con delle emozioni e dei ricordi di un’infanzia passata con giocattoli rimediati e costruiti da mio padre,dato che a noi non ci toccava il boom economico che in quel periodo si stava vivendo in Italia. Sono contento di come ho trascorso quegli anni con feste tra amiciitaliani che vivevano lì e giochi semplici a contatto con la terra.

-          Dopo tanti anni di Africa, che ricordi ti ha lasciato il tuo primo impatto con Roma che per te bambino rappresentava sicuramente una sorta di nuovo mondo?

La pubblicità cartellonistica italiana, il verde della zona nella quale siamo approdati (Casalpalocco), lo sport, senza escludere la libertà di poter uscire dal cancello di casa senza paura. Infine, il contatto con le scuole italiane e i nuovi amici.

-          Quando sono emerse e hai conseguentemente assecondato le tue doti artistiche che ti hanno indirizzato verso l’arte orafa? In quale occasione e che oggetto artistico hai realizzato per il maestro Franco Califano?



Verso i 15 anni ho incominciato il mio cammino con una scuola professionale (all’epoca all’avanguardia) perché mi piaceva molto disegnare e creare qualcosa con le mie mani. Mia zia che lavorava da Fumis, gioielleria storica attiva anche oggi in centro storico, notando le mia capacità mi indirizzò verso questa professione. Per Califano ho realizzato un anello da uomo con sopra due metà di un ovale: uno di onice nero e l’altro di lapislazzulo blu che rappresentano i colori della sua squadra del cuore, l’Inter. Fu un periodo stupendo per la sua frequentazione anche in alcune cene. Anche se, devo dire,Califanonon è l’unico personaggio nel mondo dello spettacolo per il quale ho realizzato dei gioielli.

-          Il sociale è molto presente nella tua vita, infatti non solo sei solito partecipare alla campagna contro ogni abuso fisico e mentale verso le Donne, ma supporti anche varie associazioni tra le quali quella dell’Alzheimer, dimostrando così concretamente il tuo impegno nella difesa di intangibili valori umani.

Si credo molto nel sociale e penso che l’arte debba essere il mezzo di comunicazione in questo ambito dove si può donare con il cuore e realizzare un oggetto o una scultura da indossare. èsempre un’idea creata dal nulla che esce fuori con violenza trasformandosi in emozione da trasmettere e far provare. Le emozioni contano in un’era dove ci fanno credere che l’usa e getta è la cosa principale da portare avanti, ma non è affatto così.



-          Verrai in studio il giorno di San Valentino. Tu che sei creatore privilegiato di anelli credi che la tradizione antichissima (risalente all’antico Egitto) dello scambio tra uomo e donna sia una semplice “romanticheria” o alluda anche a una connotazione erotica (dito/anello)?

Per quanto riguarda l’anello non è solo una romanticheria visto che nel rito di unione di una coppia negli antichi Egizi c’era quello di tracciare intorno ad essa per terra un cerchio a simboleggiare l’unione. La scelta della mano sinistra è dovuta al fatto che è quella del cuore e il dito anulare è dove passa una vena principale. Nell’occasione ho fatto una ricerca per gli ascoltatori de L’EMIGRANTE, in cui si cerca di dare ad ogni dito e mano il suo significato. La svelerò in diretta. Se poi però vogliamo buttarla sul ridere, metterei un brano di Zucchero “Con le mani tu puoi sbucciar le cipolle”…

Ufficio stampa Giò Di Giorgio