mercoledì 13 febbraio 2019

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i Giovedì dalle 17:00 alle 18:00, il prossimo 14 Febbraio il maestro Orafo Giovanni Pallotta



          Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno

Giovanni Pallotta maestro orafo incastonatore.Apprende le basi e le tecniche dell’arte orafa attraverso regolari corsi professionali per poi perfezionarsi nelle migliori scuole italiane come Valenza, Arezzo e Roma. Attualmente, grazie alla sua esperienza trentennale nel campo orafo, è membro del C.P.I (Collegio Periti Italiani) preposto ad effettuare perizie con valenza legale su gioielli antichi e moderni.
Giovanni Pallotta: “Sono contento di come ho trascorso quegli anni con feste tra amici, sempre italiani che vivevano lì e giochi semplici a contatto con la terra.”


-          Tu sei nato ad Abidjan, in Costa D’Avorio, e quarant’anni fa sei approdato con la tua famiglia a Roma. Possiamo dire che a nessuno meglio di te corrisponda il titolo di questa trasmissione: “L’Emigrante”?

Direi proprio di sì, con delle emozioni e dei ricordi di un’infanzia passata con giocattoli rimediati e costruiti da mio padre,dato che a noi non ci toccava il boom economico che in quel periodo si stava vivendo in Italia. Sono contento di come ho trascorso quegli anni con feste tra amiciitaliani che vivevano lì e giochi semplici a contatto con la terra.

-          Dopo tanti anni di Africa, che ricordi ti ha lasciato il tuo primo impatto con Roma che per te bambino rappresentava sicuramente una sorta di nuovo mondo?

La pubblicità cartellonistica italiana, il verde della zona nella quale siamo approdati (Casalpalocco), lo sport, senza escludere la libertà di poter uscire dal cancello di casa senza paura. Infine, il contatto con le scuole italiane e i nuovi amici.

-          Quando sono emerse e hai conseguentemente assecondato le tue doti artistiche che ti hanno indirizzato verso l’arte orafa? In quale occasione e che oggetto artistico hai realizzato per il maestro Franco Califano?



Verso i 15 anni ho incominciato il mio cammino con una scuola professionale (all’epoca all’avanguardia) perché mi piaceva molto disegnare e creare qualcosa con le mie mani. Mia zia che lavorava da Fumis, gioielleria storica attiva anche oggi in centro storico, notando le mia capacità mi indirizzò verso questa professione. Per Califano ho realizzato un anello da uomo con sopra due metà di un ovale: uno di onice nero e l’altro di lapislazzulo blu che rappresentano i colori della sua squadra del cuore, l’Inter. Fu un periodo stupendo per la sua frequentazione anche in alcune cene. Anche se, devo dire,Califanonon è l’unico personaggio nel mondo dello spettacolo per il quale ho realizzato dei gioielli.

-          Il sociale è molto presente nella tua vita, infatti non solo sei solito partecipare alla campagna contro ogni abuso fisico e mentale verso le Donne, ma supporti anche varie associazioni tra le quali quella dell’Alzheimer, dimostrando così concretamente il tuo impegno nella difesa di intangibili valori umani.

Si credo molto nel sociale e penso che l’arte debba essere il mezzo di comunicazione in questo ambito dove si può donare con il cuore e realizzare un oggetto o una scultura da indossare. èsempre un’idea creata dal nulla che esce fuori con violenza trasformandosi in emozione da trasmettere e far provare. Le emozioni contano in un’era dove ci fanno credere che l’usa e getta è la cosa principale da portare avanti, ma non è affatto così.



-          Verrai in studio il giorno di San Valentino. Tu che sei creatore privilegiato di anelli credi che la tradizione antichissima (risalente all’antico Egitto) dello scambio tra uomo e donna sia una semplice “romanticheria” o alluda anche a una connotazione erotica (dito/anello)?

Per quanto riguarda l’anello non è solo una romanticheria visto che nel rito di unione di una coppia negli antichi Egizi c’era quello di tracciare intorno ad essa per terra un cerchio a simboleggiare l’unione. La scelta della mano sinistra è dovuta al fatto che è quella del cuore e il dito anulare è dove passa una vena principale. Nell’occasione ho fatto una ricerca per gli ascoltatori de L’EMIGRANTE, in cui si cerca di dare ad ogni dito e mano il suo significato. La svelerò in diretta. Se poi però vogliamo buttarla sul ridere, metterei un brano di Zucchero “Con le mani tu puoi sbucciar le cipolle”…

Ufficio stampa Giò Di Giorgio