Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno
“All’età di 7
anni - il 05/Giugno 1967 –io e i miei genitori siamo stati costretti a lasciare
Tripoli in poche ore lasciandoci dietro tutta la nostra vita. Con pochi averi e
senza sapere cosa sarebbe stato di noi, partiamo con l’ultimo aereo Alitalia e
arriviamo a Roma.”Roby Dagan Hagany
Buchnik, profugo e emigrante. Ha tanti interessi, ma al primo posto
mette la famiglia.
Gruppo di Famiglia |
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Ancora bambino
sei arrivato a Roma e qui hai frequentato le elementari. Dove abitavi allora e
che memorie romane hai di quel periodo?
Frequento le Elementari a Piazza
Bologna alla Fratelli Bandiera. La domenica la passo dai nonni a Montesacro
dove gioco a pallone con altri ragazzi. Ricordo intensamente che mio padre era
molto triste e preoccupato!
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Roma però ha
rappresentato per te e la tua famiglia solo una tappa. Dopo qualche anno
infatti vi siete trasferiti in Israele, in una piccola città vicino a Tel Aviv.
Un altro passaggio, un altro paese, nuova casa, nuova lingua, nuova scuola e di
lì a poco un altro dramma: la prematura morte di tuo padre.
Sì, la morte di mio Padre venne dopo un
lungo periodo di degenze per i trattamenti del cancro che poi di fatto lo
sconfisse. Grande trauma essendo stato mio padre un simbolo di forza e punto di
riferimento della famiglia. Ricordo ancora oggi le sue ultime parole di saluto
prima di essere portato via… Grande dispiacere e grande sfida che, grazie al
carattere forte di mia madre che assorbì tutto l’impatto, sono cresciuto con
grande serenità e con grande ambizione di farcela e crearmi un avvenire e una
famiglia.
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Nonostante
sofferenze e peripezie dovute ai trasferimenti, hai trovato modo di primeggiare
anche nello sport. Hai smesso o frequenti ancora qualche specialità sportiva?
Sì, gioco ancora a basket,
occasionalmente, e faccio nuoto e equitazione.
La famiglia il suo centro |
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Nel 1982 hai
partecipato alla Guerra del Libano con gradi di comando e, di conseguenza, di
grande responsabilità. Come ti ha segnato quella esperienza?
La Guerra del Libano mi ha stravolto,
nel senso che dopo quello che ho visto come barbarie e crudeltà in campo, ho
deciso che voglio vivere in un ambiente che crea e dà vita a progetti di vita e
non di distruzione. Tutto ciò anche se prima della Guerra mi piaceva molto la carriera
militare.
Nonno Affettuoso
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Quando si dice
“vita movimentata”… nel 1990 ti sposi a Roma con DaianaTesciuba e ti
ritrasferisci in Italia per operare nel campo dell’abbigliamento, delle tue
varie aziende di cyber defense, nanotecnologia, consulting ecc. ecome “country
manager” in Israele per conto di una multinazionale francese.
Infatti, il progetto più importante è
quello fatto in Israele nel settore dell’Acqua vincendo dopo avere costituito
un consorzio internazionale Israelo-Francese(questo inventandomi la compagine
dal nulla e litigando con tutti i maggiori attori nazionali e internazionali).
Si tratta del bando per la desalinizzazione marina del valore di 1 miliardo di dollari.
Grande orgoglio e bellissimi momenti e ricordi, anche se guardando indietro mi
sembra, sulla carta,che era una Missione Impossibile.
Ufficio Stampa Giò Di Giorgio
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