FForte Sangallo, imponente fortezza in terra falisca costruita nel 1495 su volere di Alessandro VI Borgia è la suggestiva scenografia del triplo appuntamento teatrale della trentaduesima edizione del CivitaFestival a Civita Castellana (VT). Il 3 settembre, apre la staffetta teatrale La consuetudine frastagliata dell’averti accanto di Marco Andreoli, diretto e interpretato da Daniele Pilli e Claudia Vismara, produzione di La fabbrica dell’attore, il 5 settembre prosegue conIn Exitu, dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori, nell’adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini con musiche e suono di Gianluca Misiti, e il 6 settembre si conclude conLa Pianista Perfetta, prodotto dalla Compagnia MauriSturno, testo i Giuseppe Manfridi con Guenda Goria e Lorenzo Manfridi,regia di Maurizio Scaparro. Tre appuntamenti nel segno del grande teatro che portano in scena, tra storia e contemporaneo, due produzioni raffinate e originali.
La consuetudine frastagliata dell’averti
accanto di Marco Andreoli, diretto e interpretato da Daniele Pilli e Claudia Vismara, produzione di La fabbrica
dell’attore, il 3 settembre apre la staffetta teatrale del XXXII CiviteFestival.Un
testo che parla di coppia, di quell’universo criptico che sono le relazioni,
del loro lento disgregarsi, dell’ostinazione con cui a volte ci si accanisce
per mantenere con se stessi una facciata, una parvenza di felicità… un testo che parla di tempo, di fisica
quantistica, di quelle scelte che si compiono nella vita e che una volta
compiute la segnano per sempre. Di quanto un istante, a volte, faccia la
differenza, tra la vita e la morte. Un
approccio drammaturgico che trae ispirazione dalle teorie dei ‘Multiversi’ di Everett, esplorando il concetto
di simultaneità del
tempo nelle infinite possibilità di
ogni singola scelta.
Il
teatro al CivitaFestival prosegue il 5 settembre con Roberto Latini che affronterà
la furente inventività linguistica di In exitu(1988)e
darà vita e corpo alla parola testoriana.
L’uscita di scena di un tossico degli
anni ’80 in una città qualsiasi tra le Milano di un nord qualsiasi è dolore e
solitudine straziante di una vita consumata in evasione, in eversione. La
narrazione cede il passo alla forma e si sostanzia su un piano raffinatamente
linguistico. Testori come fosse il pusher di una lingua teatrale che si fa
linguaggio. Drogato è il testo e le parole sfidano il pensiero e la sintassi,
come l’Ulisse di Joyce, il Lucky di Beckett, come agli orli della vita, direbbe
Pirandello. Tutto sembra svilupparsi
nella sensazione del fondamentale e iniziatico “Quem quaeritis” del Teatro S
cro Medievale. In mezzo, c’è una nebbia incapace di fermare il tempo e la consolazione.
In Exitu è come una Pietà. La parabola parabolica di vita vissuta da Riboldi
Gino è quella di un povero Cristo tenuto in braccio da Madonne immaginate,
respirate, disarticolate, nella fonetica di una dizione sollecitata fino all’imbarazzo
tra suono e senso, come fossero le parole ad essere infine deposte dalla croce
sulle quali Testori le ha inchiodate. “Chi cercate?” “Non è qui!”,
risponderebbe l’angelo.
La proposta teatrale del XXXII CivitaFestival si conclude il 6 settembre con La Pianista Perfetta,
prodotto dalla Compagnia MauriSturno, testo i
Giuseppe Manfridi con Guenda
Goria e Lorenzo Manfridi, regia di
Maurizio Scaparro.
“La mia immaginazione non può figurarsi
una felicità più bella di continuare a vivere per l’arte”: così Clara Schumann
descrive la sua vocazione più profonda, quella per la musica. Forgiata nella
tecnica dal padre Friedrich
Wieck, Clara diventa sin da giovanissima concertista di fama mondiale: la più grande
pianista dell’ottocento ma anche una donna coraggiosa, intellettuale, madre affettuosa
di otto figli, innamorata. Ed è proprio l’amore che permea nella sua musica, l’amore
per la vita e l’amore per un uomo, Robert Schumann, compositore e figura di
spicco del romanticismo tedesco. Un amore tormentato ma profondissimo quello
tra Clara e Robert che trova il suo triste epilogo quando una malattia
sopraggiunge a consumare le capacità intellettive di lui, fino a portarlo
lentamente a spegnersi. E saranno le cinque linee del pentagramma il rifugio di
Clara, le note saneranno le ferite del suo cuore e quell’armonica successione
di tasti bianchi e neri darà conforto a questa grande donna che donerà alla
musica tutta se stessa, che continuerà a lavorare dopo la morte del marito per diffondere la sua
musica – troppo avanti per il gusto dell’epoca ma che troverà postuma fortuna.
Il Pianoforte, al centro della scena,
sarà il protagonista assoluto suonato dal vivo da Guenda Goria che, in una
progressiva rarefazione di tempo e spazio, racconterà sin nel profondo la forza vitale di Clara, donna che ha tradotto in arte la sua
intera esistenza in un momento preciso, il pomeriggio prima di un importante
concerto che potrebbe cambiare le sorti della sua carriera; un pomeriggio
sbagliato in tutto sembra far presagire il primo insuccesso della vita di
Clara. L’ accordatore che non arriva, il baule smarrito, le lettere che
sopraggiungono ad annunciare l’ internamento
del marito Robert Schumann in ospedale psichiatrico offrono l’ affresco
di una donna che a trent’anni è già madre di otto figli e leggenda della musica
mondiale.
Il
CivitaFestival è diretto da Fabio Galadini, attore, regista, musicologo, e si
svolge in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Lazio diretta dalla
dott.ssa Edith Gabrielli.
Spettacoli ore 21.00,
biglietti 7 euro. Info info@civitafestival.it - www.civitafestival.it
Ufficio Stampa HF4 – Marta Volterra marta.volterra@hf4.it
+39.340.96.900.12
Giò Di Giorgio