lunedì 13 giugno 2011

ALLA RICERCA DELL’ARTE PERDUTA DI PIERGIORGIO COLAUTTI



La settima arte, come si diceva una volta, la fotografia,sembra essere diventata l’arte attuale. Tanto è vero che le televisioni pubbliche e la cultura in genere, le danno tutta l’importanza del caso. Perché? Da qualche tempo l’arte figurativa astratta è stata investita da una valanga, per non dire da uno tsunami, di cose astratte o informali, prive di forme. C’è nel’aria una specie di “ colonialismo “ che i nostri artisti , specialmente i più giovani, e non solo, hanno accolto con entusiasmo, come un arte nuova e del futuro, facile da eseguire e senza frequentare l’accademia. Cosa rappresenta? Si può considerare arte un ammasso di colori messi a caso su una tela bianca? Chi metterebbe nel proprio salotto di casa un mucchio di stracci colorati , un pisciatoio puzzolente o un barattolo di merda, anche se d’artista’. Solo un ammasso di colori, dicevamo, così facile da eseguire che anche un bambino di pochi anni può produrlo con facilità. Quale messaggio vuole trasmettere alle generazioni future questo tipo di arte? L’informale che non informa? Quali idee e quali ricordi possono suscitare certi manufatti nei posteri? Dove sono finiti i paesaggi tanto cari ai nostri nonni, i costumi del passato e le nature morte cariche di frutta e di fiori? Cosa si può vedere sulle tele colorate e verniciate casualmente da pseudo-pittori che rinunciano ad un arte informativa e alla bellezza , solo per essere alla moda ? Un genere di arte destinata al fallimento come negli anni settanta e ottanta. Una moda che non può competere con il patrimonio di arte e di cultura del passato. Come si potrà sapere quello che è successo nel nostro secolo, il ventunesimo, i protagonisti , i personaggi più significativi, le guerre e l’umore della gente, l’invasione dei clandestini, l’inquinamento e la spazzatura nelle strade?
Cosa resterà del nostro secolo se nei musei e nelle pinacoteche del futuro si vedranno solo colori e sgorbi senza presenza umana, installazioni senza titolo che rappresentano il nulla? Cosa si saprà dei terremoti e delle radiazioni, tanto micidiali per l’umanità?
Abbiamo sperimentato, abbiamo fatto cose assurde per cercare l’arte. A questo punto ognuno riprenda il suo ruolo, il fotografo non potrà mai sostituire l’arte o l’ artista con il suo clic. Ognuno segua il suo ruolo di comunicatore del suo tempo, come hanno fatto tutti coloro che ci hanno preceduto.
Visto che l’opera d’arte non è solo arredamento, ma cronaca di quello che succede nel mondo.


Piergiorgio Colautti
Pittore e scultore in Roma