Successo di critica e di pubblico per una Francesca De Fazi, sempre più poliedrica: da regista a voce fuori campo, da interprete di emozioni documentaristiche a voce profonda, come le sonorità della sua chitarra.
Sotto questo ombrello di emozioni si è sviluppato il viaggio suggestivo, inedito e impedibile che la popolare blueswoman romana, ha realizzato all’interno del suo primo docufilm – “Viaggio nella Terra del Blues” – presentato ieri sera al “Lian Club”, sul barcone ormeggiato in Lungotevere dei Mellini, 7. Un’anteprima per un progetto in fieri che avrà a breve la sua completa realizzazione con la pubblicazione dei brani - raccolti in un cd allegato alla pellicola - concepiti durante il viaggio on the road. Il risultato è una descrizione originale e attendibile - ricca di fughe prospettiche, visive ed emozionali di un legame forte che alberga nelle sensazioni fluide di un’artista folgorata dalla cultura ricca e variegata di quel fiume che nell’America settentrionale scorre per 5.970 chilometri al punto di avvicinarla in qualche modo alla Città Eterna. Insomma, “Tevere chiama, Mississipi risponde”.
Dunque, location indovinatissima, sulla banchina più glamour di Roma, quella scelta per presentare “Viaggio nella Terra del Blues”. Il docufilm è autoprodotto in collaborazione con Victor Daniel Video, ed è stato realizzato dopo l’ultima incursione che Francesca De Fazi ha compiuto nel Delta del Mississipi... ”il posto più a Sud della Terra”, come ama ripetere la blueswoman. Capace di immergersi, mentalmente e fisicamente, nei campi di cotone, tra storie di schiavitù e di sofferenza, ripercorrendo la “Great River Road”, la famosa Higway 61, che ha innalzato gli afroamericani e la loro vigorosa colonna sonora verso la speranza, dalla campagna fino alle aree urbane.
Da New Orleans a Memphis, col suo partner “Biker Poccio”, in sella a una Harley Davidson, Francesca De Fazi ha seguìto le tappe del “Blues Trail”, una mappatura di marcatori interpretativi nei luoghi storici legati al blues: un percorso condito dalle apparizioni di personaggi e artisti che hanno tracciato la storia e la cultura della musica americana. Interviste inediti e documenti straordinari sono riemersi dal racconto e in ogni tappa la blueswoman ha goduto di credit spontanei, quanto graditi, per esibirsi dei templi on the road di quella fantastica musica che è cultura, cullata, trasportata e interpretata nel letto di un fiume lungo quanto una storia infinita. “Mi sono chiesta – afferma Francesca – cosa ci faccio io qua, una “white freak dama”, bianca, italiana… cosa significa per me il blues, come ho risposto a questo grido che viene da così lontano? E che mi ha portata a suonare in giro per il mondo, dagli Stati Uniti all’Africa e in mezza Europa… Beh, finalmente posso dire di aver capito come questo linguaggio primitivo abbia potuto attraversare lo spazio e il tempo per sfondare il muro della disuguaglianza sociale e razziale: il blues è condanna, ma anche salvezza. E Dio e il diavolo si fondono esattamente come gospel e blues nella musica Soul.
Ospiti dell'evento:Umberto “Biker Poccio” Ramundo , Harlista, Sister Bianka De Fazi cantante, Arianna Alessandrini stilista, Fabiola Torresi bassista, Piero Pierantozzi batterista, Leno Landini armonicista , Roberta Nadali restauratrice, Piero Fortezza batterista, Elio Volpini chitarrista, Paolo Fidenzoni poeta, Quirino Cipolla scultore, Marco De Fazi Avvocato internazionalista Victor Daniel Video production , il giornalista Marino Collaciani, il cantautoreToni Malco, Eric Daniel sassofonista, Alessio Ligi sassofonista, Egidio Macari, organizzatori di Tolfa Jazz, uno dei festival più importante in Italia, Andrea Pagani pianista, Adriana Ciotti, moglie di Roberto, il più grande bluesman in Italia, Umberto Barbuto chitarrista,il direttore commerciale di C21 Angelo Arquilla, l’editore giornalista Giò Di Giorgio e tanti altri.
foto by Adriano Di Benedetto
Giò Di Giorgio