martedì 3 ottobre 2017

L'arte entra in fabbrica: writing e murales per liberare la fantasia

Oltre 200 metri quadrati di intervento pittorico per quattro ambienti differenti. Autori di queste opere, Luca Zammarchi e Diego Finassi della Fo-Deco Art Maker.

CULTURA E ARTE IN FABBRICA. L’azienda bresciana Omal sperimenta un nuovo strumento di crescita: il coinvolgimento dei suoi dipendenti in attività sociali e culturali. Nel 2017 sono state numerose le iniziative in questo senso: “Innanzitutto abbiamo promosso una serie di agevolazioni con un bonus annuale finanziato dall’azienda grazie al quale tutti i dipendenti hanno potuto fruire di musei, mostre, spettacoli teatrali” - spiega Lucia Dal Negro, Social Innovation Manager dell’azienda – “Ha fatto seguito il coinvolgimento di alcuni writers che per mezzo dell’arte hanno raccontato dei concetti per noi fondamentali, come il lavoro in team. Ciò che gli altri mettono in un company profile, noi lo rappresentiamo visivamente e perennemente sui muri del nostro edificio”.

L’arte è divenuta così un linguaggio per trattare temi manageriali. I murales sono diventati strumento di comunicazione per tutti, dagli operai al Direttore Commerciale. Oltre 200 metri quadrati di intervento pittorico per quattro ambienti differenti. Autori di queste opere, Luca Zammarchi e Diego Finassi della Fo-Deco Art Maker. Il primo è architetto e cura maggiormente la parte progettuale; il secondo è laureato in decorazione all’Accademia di Brera e dà il suo contributo soprattutto sotto il profilo artistico. Competenze variegate per approcci articolati, visto che insieme creano un prodotto apprezzato grazie a un genere innovativo, lo stile dell’aerosol art, dominato dall’uso delle bombolette, salvo piccoli interventi con pennelli in superfici dallo sfondo molto ampio. “Abbiamo sdoganato uno stile popolare”, spiega Zammarchi.


Usiamo la stessa tecnica ma produciamo un’immagine pittorica, come se fosse un quadro”. Alla base anche un lavoro al computer per preparare il bozzetto. Poi libero sfogo alla fantasia e tanta flessibilità: “Sul muro si può improvvisare, visto che la bomboletta non ha un tratto preciso e talvolta escono degli effetti interessanti che lasciamo, pur non discostandoci dal progetto iniziale. Ma per usare la bomboletta bisogna comunque conoscere delle tecniche e acquisire esperienza. Le dimensioni della parete, molto più ampie di una semplice tela, danno poi ampi spazi e pongono pochi limiti”, aggiunge Zammarchi.

I murales realizzati in OMAL hanno una varietà nelle immagini, ma un comune denominatore nel messaggio. Nella sala riunioni è stato realizzato un enorme centrino da cucina sostenuto da tante persone che lanciano in aria una ragazza a simboleggiare la forza di una squadra e l'empowerment di genere. In mensa, un ambiente ricreativo, le immagini dei cibi sono state trasformate in cubetti geometrici per comunicare la convivialità dell’area. All’ingresso compare un oceano i cui schizzi d’acqua formano un mondo che rappresenta l’internazionalità dell’azienda e il mare delle esigenze di mercato. Nell’ufficio tecnico, per alleviare la serietà del contesto, è stato realizzato un mondo che spinto da bambini rotola verso una porta quadrata che dà sull’infinito, con al centro un cuore a forma di rinoceronte, che simboleggia un misto di forza e passione.


Il tema dominante, ovviamente, le valvole, così come nella rappresentazione teatrale della stessa sera, curata dalla regista teatrale mangheriga monga. La valvola è stata descritta come lo strumento attraverso il quale transita qualcosa: la valvola, infatti, intercetta un fluido e gli permette di passare da una zona ad un’altra. Le valvole diventano come delle opere all’interno dei musei, ma non solo: questo processo ha una metafora nel fluire delle idee e dell’innovazione, nel connettere le strategie, le persone e le culture.

La risposta dei dipendenti è stata molto positiva. In moltissimi hanno usufruito delle agevolazioni per seguire gli eventi culturali e ne hanno tratto giovamento con un arricchimento di cui anche il lavoro ha beneficiato: l’impatto si misura nella maggiore creatività e nella coesione del gruppo. Alta la percentuale anche nel workshop serale, a cui ha aderito un’alta percentuale di dipendenti. Lucia Dal Negro parlerà di CORPORATE ART anche al Salone della Responsabilità Sociale d'Impresa e Innovazione Sociale di Milano il 3 ottobre alle 14.

L’AZIENDA. Omal ha un centinaio di dipendenti ed è localizzata in Franciacorta. Produce valvole, interessando nelle sue vendite 15 settori diversi, dal gas al food, passando per il trattamento acque, il navale, la chimica e tutte le applicazioni industriali. È una delle poche aziende al mondo che produce tutta la valvola e l’attuatore internamente. Dalla lavorazione della barra in ferro, in ottone o in acciaio all’imballaggio e alla spedizione, dunque, ogni processo è interamente made in Italy. Questo è uno dei vantaggi di mercato più importanti perché il controllo sul prodotto è totale e la qualità ne beneficia notevolmente.

Omal è un’azienda a conduzione familiare, nonostante una dimensione internazionale, testimoniata dalle vendite a 93 Paesi diversi, che da sempre cura molto le relazioni con i dipendenti e il legame con il territorio. Si configura anche come particolarmente impegnata nel sociale. La lavorazione di tutte le valvole segue i principi indicati da protocolli facoltativi su una serie di aspetti: i metalli non vengono estratti da territori di conflitto; tutti i passaggi produttivi sono quantificati in termini di immissioni di CO2 in atmosfera. A livello umano, poi, con il progetto “WalkTheTalk” per cui tutti i dipendenti possono dedicare 16 ore all’anno al volontariato; un’altra iniziativa di Corporate Art ha portato a far decorare il nuovo stabilimento da writers locali che hanno trasmesso valori aziendali dipingendoli sulle pareti dei vari uffici. È poi in corso dal 2015 anche un progetto con le scuole sulla sostenibilità e sul rispetto dell’ambiente.


Nell’aprile 2017, Omal si è aggiudicata il premio “The procurement awards 2017” in due categorie: è arrivata prima nella sezione “acquisti etici e sostenibili” e in quella “acquisti multifunzionali in team”. Nel 2016 aveva già ottenuto il medesimo riconoscimento vincendo nella categoria “acquisti etici e sostenibili”. Non solo food, fashion o design quindi: anche nel settore della meccanica e dell’automazione, talvolta sottovalutato, il made in Italy si conferma di qualità superiore.


ufficio stampa Salvo Cagnazzo

Giò Di Giorgio