mercoledì 17 novembre 2010

Arte a cura del Pittore e scultore Giorgio Colautti



DI PIERGIORGIO COLAUTTI

“QUANDO TUTTO E’ ARTE, NIENTE E’ ARTE”
In questo nostro tempo la casualità sembra un elemento importante per fare arte. Nelle molteplici attività umane capita spesso di incorrere in strane forme, lavorando il ferro, piegando le lamiere come fa il fabbro o scaldando al fuoco il metallo che molte volte assume delle forme strane. Al falegname, all’idraulico, piegando i tubi dello scarico. Al sarto, che in un momento di nervosismo buca una stoffa e al pittore una tela. Questo è fare arte? Sembra di si per qualcuno. Quante forme strane ed improbabili si possono scoprire passeggiando nei boschi o per le strade o nei cassonetti della spazzatura e guardando l’umidità di un muro o nelle nuvole del cielo, da esporre nelle gallerie d’arte chiamandole installazioni e con furbizie pubblicitarie pseudo artistiche riempiono musei e pinacoteche, dove la gente paga per vederlo. Questo lo so fare pure io, dicono : “Tutto questo si può considerare arte?” O mancanza di idee da parte di pseudo artisti. Dove è finito il senso di bellezza della nostra tradizione culturale e artistica? Cosa possono dire o tramandare del nostro secolo, il ventunesimo a quelli che verranno dopo di noi, scrutando e osservando certe opere astratte e informali e non troveranno alcun riferimento del nostro passato e della nostra civiltà artistica e culturale. Un secolo oscurantista nel quale non è successo niente… Diranno: a questo punto bisogna sapere o scoprire che cos’è l’arte e chi si può considerare artista o artigiano. L’artigiano è colui che produce le cose in serie: il visto e rivisto ed il fatto e rifatto. L’artista invece la realtà la inventa o la trasforma in qualcosa di diverso. In arte. Questo nostro secolo è caratterizzato da una nuova tendenza “L’INFORMALE”, che non informa affatto e tende a negare la realtà contemporanea e che non necessità di studi particolari e non si serve del disegno e della prospettiva e tanto meno del talento. Si getta a caso nella tela, qualsiasi cosa anche il riciclo di cose smesse e banali: pezzi di strumenti musicali, plastica bruciata e infine anche i pennelli. Questa semplificazione ha creato un esercito di “sporcatele” di illusi in cerca del guadagno facile e di notorietà immeritata e incoraggiati anche da una critica faziosa e prezzolata. Molte volte vengono anche imitati o premiati alle grandi mostre come la Biennale di Venezia o alla Quadriennale di Roma. Un affare d’oro per i galleristi, i cosidetti “affittacamere”. Poi col passare del tempo questi soggetti si ritrovano disoccupati e privi di qualsiasi professione. Notoriamente delusi e disponibili a qualsiasi “inciucio”. Dopo la loro scomparsa nessuno si ricorderà dei loro “dipinti”. Qualcosa del genere succederà anche a me ma per altre ragioni.

Piergiorgio Colautti
Pittore e Scultore a Roma