Nativo
di Salerno,Michele Carfora a
dodici anni comincia a studiare danza con la benedizione di mamma Maria,
appassionata di musica, e di papà Enzo che purtroppo non è riuscito ad
assistere ai suoi successi perché venuto a mancare prematuramente quando luiera
appena quindicenne.A 17 anni la prima esperienza da professionista nel corpo di
ballo di Carla Fracci in Romeo e
Giulietta e, da lì, sarà con Renato Greco e Maria Teresa del Medico che
diventa Solista e Primo ballerino.
Michel
Carfora: “ Il mio maestro lo diceva sempre: bambini e animali rubano la scena.
”
-
Hai vinto premi prestigiosi con i musical portati
in scena da protagonista. Cito solo il
premio “PRIMO 2018” alla carriera come miglior performer italiano, PREMIO IMTA
con Grease, L’OSCAR EUROPEO DEI
GIOVANI con Rente il PREMIO ROMA E’
ARTE, come miglior performer, con Sette
spose per sette fratelli. Infine, immagino ricevuto con giusto orgoglio, il
premio Speciale internazionale
Euro-Mediterraneo per la Cultura.Quale è giunto più gradito o
inaspettato?
-
Sinceramente ai premi non ho mai tenuto
particolarmente, mi ha sempre coinvolto e gratificato l'amore del pubblico e i
suoi applausi, è il vero riconoscimento. Se proprio devo scegliere scelgo
quello ricevuto per Rent che rimane lo spettacolo più emozionante che io abbia
fatto.
-
A proposito
di Rent, con cui hai provato anche l’esperienza
fantastica di Broadway, in quale circostanza sei stato scelto daNicoletta
Mantovani e dal maestro Pavarotti per fare il protagonista?
_ Solito….. provini su provini ne abbiamo
fatti se non ricordo male quattro o cinque. Siamo stati selezionati su circa
ottocento persone. In realtà il mio provino è stato un mezzo disastro perché
dall’emozione ho incasinato il testo della canzone e di conseguenza ero
preoccupato di aver vanificato tutto il lavoro fatto per arrivare fino lì. Per
fortuna il Maestro, a differenza di altri, è andato oltre le cinque dita e
tutto è andato per il meglio.
-
Diretto da Massimo
Ranieri hai recitato al Sistina nel ruolo di Romolo in Poveri ma belli, a fianco di Bianca Guaccero che oggi si gode la
propria cresta dell’onda in TV.
_ E
aggiungerei che se lo merita perché oltre ad essere un’artista importante per
professionalità e talento è anche una persona speciale e le voglio bene
davvero….e come tutti quelli bravi si fa un pò più fatica a fare televisione. Incongruenza? No, la regola. Spero che i suoi sogni si
realizzino anche se vorrei rivederla a teatro perché per la tv è sinceramente
uno spreco.
-
In alcuni spettacoli ti sei trovato a misurarti
con i protagonisti, veri e propri mostri sacri,che ti avevano preceduto negli
stessi lavori. Mi riferisco soprattuttoa Dean Martin nella commedia teatrale Baciami stupido, e aTom Hanks nella
versione teatrale del Miglio verde. Come
hai affrontato la sfida?
_ Come sempre, con grande rispetto e
tanta passionalità. Solitamente evito di guardare i film da cui sono tratti poi
gli spettacoli teatrali e cerco di dare sempre una mia lettura del personaggio
e delle sue caratteristiche mettendoci sempre un pò di me stesso. Ritengo che
un attore debba sempre essere onesto in scena e arrivare così a tutti, senza
ghirigori e inutili manierismi.
-
Ho visto una tua foto con Titty, il tuo asky che, come
racconti tu, “ti ha seguito fedelmente per dieci anni, ovunque, fino ad
approdare alle scene di Sette spose per sette fratelli
in cui ero il protagonista Adamo”. Bella performance per Titty…
_ Ti dico solo che
ai saluti finali lei usciva per ultima e c’era tutte le sere un’ovazione di
tutto il teatro. Si esatto, prendeva più applausi di me. Il mio maestro lo
diceva sempre: bambini e animali rubano la scena.
Più che un cane era
un essere umano. Anzi, meglio, come spesso accade. Un’amica fedele che mi ha
dato tanto amore e mi è stata accanto fino alla fine.
Ufficio stampa Giò Di Giorgio