mercoledì 13 marzo 2019

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i Giovedì dalle 17:00 alle 18:00, il prossimo 14 Marzo, Pasquale Mammaro






















                                                  Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno

Per l’ospite di questa settimana faccio una piccola variazione sul tema principale, in quanto non è L’EMIGRANTE “tipo” rispetto allo stereotipo che porto in studio che deve possedere, tra i requisiti più importanti, quello di aver lasciato la sua terra d’origine. PASQUALE MAMMARO invece è nato e vive a Roma e quando alcune settimane fa l’ho sentito da Mara Venier parlare di Little Tony (artista con cui ho fatto la mia prima tournée), non ho resistito all’istinto irrefrenabile di farmi una chiacchierata con lui. Pasquale è figlio di Giuseppe, appuntato della Finanza, oggi 90enne, e di Maria, entrambi originari di Minturno, cittadina in provincia di Latina, nella quale il piccolo Pasquale passa le vacanze con la sorella e il fratello, ai quali è molto legato. Tutti e tre nati negli anni ’60. Ha sposato Lucia, l’11 dicembre del 2000 e dal matrimonio è nata Sofia, un’adolescente che gli da tante soddisfazioni. E’ un giramondo, ma la sua base è Roma. E’ dunque “E-migrante” per brevi periodi e per questioni lavorative. Ha una passione per la musica che da giovanissimo coltiva facendo il Dj. Cosa che evidentemente non gli bastava avendo bisogno di creare e di esplorare nuove formule. Così Pasquale diventa una figura insostituibile nel mondo delle spettacolo, distinguendosi per intuizioni e creatività. Artefice della Starpoint Corporation s.r.l., una società di servizi che opera nel campo del management artistico, televisivo e musicale, cura con esperienza, professionalità e umanità (la sua dote più bella) ogni dettaglio del settore lavorativo, gestendo i rapporti tra i media e i singoli artisti. Ha custodito in un cassetto un brano di successo, nell’attesa di trovare la voce adatta, come solo chi sa che prima o poi riuscirà a trovare quello che cerca.
 Pasquale Mammaro nel giorno del suo matrimonio con Lucia, ai lati i testimoni Little Tony ed Elena Sofia Ricci, nella foto si intravede anche Riccardo Fogli.

 Da giovanissimo sei stato Dj e anche conduttore, cosa ti ha spinto a cambiare ruolo e metterti al servizio di grandi artisti, o nuove proposte, ampliando o contribuendo al loro successo? Sono stato subito affascinato dal dietro le quinte. In qualità di Dj avevo rapporti con le case discografiche per andare a recuperare i dischi che erano in promozione, avevo contatti con tanti Promoter e osservandoli da vicino capii che la mia strada sarebbe stata quella che poi ho percorso, non solo prestare la mia voce per promuovere canzoni, ma anche costruire qualcosa. - “Minturno Musica Estate” è un appuntamento fisso dell’estate italiana musicale. Perché nasce questo premio, e perché proprio a Minturno? “Minturno Musica Estate” nasce dalla volontà di alcuni amici che mi chiamarono dicendomi che dovevamo fare qualcosa per valorizzare Minturno. Dal momento che io lì ci ho passato gran parte della mia infanzia e della mia adolescenza, soprattutto d’estate, ho accolto subito la richiesta costituendo un comitato organizzativo per questo evento. Pensavamo finisse lì, invece siamo alla quindicesima edizione. Ci tengo a precisare che tutti gli artisti che vengono alla manifestazione lo fanno in maniera amichevole e siccome non ci sono soldi per pagare un conduttore, la conduco io. E’ un grande ritrovo, l’impostazione è quella di una festa estiva, dove si ritrovano “come a casa della nonna” parenti, cugini e nipoti lontani. Gli amici di Minturno mettono a disposizione i fondi giusto per coprire le spese tecniche e di ospitalità. 
Pasquale Mammaro e Little Tony 
 Pasquale Mammaro, ha un’intuizione speciale per il successo e lo costruisce, oppure si avvicina solo a personaggi che avranno sicuramente successo, al di là della costruzione? Ho imparato sul campo. Soprattutto la frequentazione con Little Tony mi ha fatto capire che dovevo insistere su personaggi che avevano fatto la storia della canzone italiana. Sono riuscito con un certo lavoro, con grande sacrifici all’inizio, a portare personaggi di successo del passato a successi attuali senza essere passati per un nuovo successo. Sembra un gioco di parole ma è proprio così. Negli anni poi la produzione si è estesa anche a personaggi nuovi con nuovi successi. - Da addetto ai lavori: dove si sta dirigendo il settore dello spettacolo, quali sbocchi e innovazioni per “salvarlo”? In questo campo c’è stata una vera rivoluzione, dal vinile, al CD fino a tutti i mezzi che conosciamo adesso. Con l’avvento di internet c’è stato un crollo delle vendite tradizionali e l’interesse per la musica passa attraverso un sistema download con società che sono nate per la vendita online. E’ cambiato proprio il modo di fruire della musica, anche se il consumo rimane costante. E’ cresciuto molto il live, certo, le cifre del guadagno discografico sono molto basse, quasi inesistenti se paragonate al passato. Una volta se producevi un artista arrivavi con facilità a 20.000/30.000 copie senza fare molta promozione. Adesso le 20.000 copie sono già un Disco D’Oro. È cambiato totalmente il sistema. 
Pasquale Mammaro con il Volo

 Il brano “Grande Amore” portato al successo dai Volo e destinato al duo Operapop, è rimasto 12 anni nel cassetto, a quali altri artisti avevi pensato prima di affidarlo alle voci dei tre tenori? “Grande Amore” ha una storia molto particolare che io più volte ho ripetuto: era destinata al duo Operapop in quanto li producevo e quel brano era Pop – Lirico e poteva essere cantato solo da un tenore e un soprano. Tanto che io l’avevo offerto anche ad Albano per portarlo a Sanremo assieme agli Operapop, ma dopo un primo interessamento ci ripensò e non accettò il brano. Tentai con Pupo, con Orietta Berti, volevo abbinare i due lirici a qualcuno che avesse notorietà nei paesi dell’Est. Dopo svariati tentativi è successo quello che oramai è noto a tutti. Presentai il brano a Carlo Conti per portare gli Operapop nella sezione giovani di Sanremo di quell’anno. Purtroppo il tenore aveva appena compiuto 36 anni e aveva superato il previsto limite d’età. A quel punto Carlo Conti mi disse di fare ascoltare il pezzo ai ragazzi del Volo e così è successo tutto quello che è noto. La canzone era rimasta ferma in un cassetto perché ci credevo moltissimo e ci ho investito davvero tanto, a un certo punto contattai addirittura Sergio Bardotti perché volevo far cambiare il testo e lui da grande professionista mi disse che non dovevo toccarlo perché era perfetto così.

Ufficio stampa Giò Di Giorgio