lunedì 3 giugno 2019

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i martedì dalle 18 alle 19,ospite del prossimo martedì, Benedetta Paravia, Ambasciatrice di pace, immigrata salernitana negli Emirati Arabi.



Bella è bella, capace e vivace ancora di più. Già nel passeggino a soli due anni  disse alla mamma: "vorrei essere libera nel vento". Questo desiderio di libertà ha portato Benedetta, figlia di una poetessa e di un imprenditore, sorella maggiore di due fratelli,  ad esplorare mondi nuovi, fino a risiedere oramai in pianta stabile negli Emirati Arabi .
Ideatrice, co-autrice e produttrice del format televisivo “Hi Dubai/Hi Emirates” che documenta storie vere, raccontate da protagoniste femminili in reportage tematici realizzati negli Emirati Arabi. Una delle puntate è interamente dedicata alla tolleranza, ed ha preceduto proprio l’annuncio del 2019 come anno della Tolleranza, e vede protagoniste una emiratina musulmana Khadija Al Yousef, una buddista tibetana Tenzin Choeiyang, una cristiana italiana Celeste Lo Turco ed una indù indiana Shanti Thangharaj. Celebrando le storie di emancipazione e realizzazione personale delle ventiquattro donne che hanno partecipato al programma televisivo, Benedetta sottolinea il ruolo della donna nel mondo arabo in generale e negli Emirati Arabi in particolare. La produzione è stata patrocinata dalla prima Ministro della Tolleranza della storia: S.E. Sheikha Lubna bint Khalid Al Qasimi che fu anche la prima Ministro delle finanze donna nel mondo e dal Ministero della Cultura e quello dello Sport emiratini. Il programma è un successo: dopo la messa in onda in prime time sul canale nazionale Dubai One (la nostra Rai 1) è ora online sui due siti di informazione di Governo ed è visibile attraverso il sito www.hidubai.ae . La produzione del programma è alla seconda serie  e ha già raccolto eccezionali adesioni tra le quali figurano la filantropa emiratina Thoraya Al Awadhi; l'artista inglesePatricia Mills; la pattinatrice emiratina Zahra Lari (che si è battuta per l'accettazione del velo sul capo durante le gare internazionali, come simbolo di rispetto reciproco tra le comunità diverse); la giovane cavallerizza italiana Costanza Laliscia, campionessa nel mondo dell'Endurance ma anche alcune imprenditrici di spicco di Dubai Business Council dell'Emirates Business Council, con rappresentanti delle varie comunità religiose attive nella vita sociale e solidale degli Emirati Arabi Uniti, la modella imprenditrice Ludmilla Voronkina in Bozzetti; l'imprenditrice sociale Silvia Vianello e l’attrice siriana Dima Aljundi. Storie incoraggianti di donne che vivono o ruotano intorno ad una nazione islamica che sta modellando la strada per una società più connessa ed armoniosa.
Benedetta è anche una convinta filantropa: co-fondatrice e ambasciatore della onlus A.N.G.E.L.S. - Associazione Nazionale Giovani Energie Latrici di Solidarietà, per l'assistenza medica dei bambini malati dalle aree colpite dalla guerra. È l'unica artista al mondo che ha ricevuto il Patrocinio dell'UNESCO per aver scritto "Angels - una canzone per la pace" per importanza fondamentale per la pace e la solidarietà tra le popolazioni. Nel el 2008 ha creato il gioiello per la pace noto come "Brotherhood (fratellanza), figli dello stesso Padre", che ha avuto come testimonial il Principe Emanuele Filiberto di Savoia. Il gioiello incarna la fratellanza tra le tre religioni monoteiste, i cui simboli, disposti in ordine cronologico, rappresentano i figli di un Dio unico.

Molte le iniziative tra Italia ed Emirati Arabi, passando per il Vaticano: dal suo progetto interculturale, nato nel 2004, che crea consapevolezza negli studenti Arabi sulle similitudini culturali ed i valori comuni nell’arte e nelle religioni monoteiste. Tutte queste attività le hanno portato la  nominata di Ambasciatrice internazionale del Centro per bimbi disabili Al Noor, con sede a Dubai. Nel 2014 ha scritto "Emaraat" con il poeta nazionale emiratino Ali Al Khawar, canzone che è stata il best seller del Medio Oriente in entrambe le categorie araba e internazionale nei Virgin Megastore. Nel 2016, su nomina di S.A.R. Principessa Al Johara Al Saud, è stata supportata dalle lettere di un gruppo di personalità italiane per concorrere al titolo "Ambasciatore di Buona Volontà per UNESCO”.
- A che età hai lasciato definitivamente l’Italia?
La prima volta che sono andata via dall’Italia in maniera stabile è stato proprio quando mi sono innamorata degli Emirati Arabi; era il 2002. Invece la prima volta che andai via da sola, avevo 15 anni. Feci un gesto sconsiderato, se lo giudico oggi, ma allora mi sembrò normale. Feci il biglietto e raggiunsi le mie amiche a Portorico. Per fortuna andò tutto bene. L’anno successivo, questa volta con l’approvazione dei miei genitori, andai tre mesi a studiare a Kenbridge. Mi è sempre piaciuto andare in giro, viaggiare, esplorare. Soprattutto posti esotici.

 (Benedetta Paravia e Suaad Alhammadi co-conduttrice del suo programma negli Emirati)

Definisci gli Emirati Arabi "una comunità per le comunità", cosa intendi?
 Intendo dire che in questo Paese convivono 280 nazionalità diverse, tutti lavorano, tutti si frequentano, escono insieme, si mischiano. Anche se ogni comunità ha delle aree riservate, come per esempio quella cinese perché più chiusa, quindi ha più difficoltà ad integrarsi ma per propria scelta non perché qualcuno glielo vieti, alla fine si integrano benissimo.
- Il 2019 è stato dichiarato dal Governo emiratino “Anno della tolleranza”. Nel 2015 è stata approvata una legge contro le discriminazioni e l’odio verso “individui o gruppi basati su religione, casta, dottrina, razza, colore”, e dal 2016 gli Emirati Arabi hanno il Ministro della Tolleranza. Ci spieghi in cosa consiste questo ministero e di cosa si occupa?
 Il Ministero della Tolleranza ha il compito di divulgare il messaggio al resto del mondo che questo Paese non vive con lo spettro del Fondamentalismo, della chiusura mentale, come spesso emerge al di fuori, ma che, al contrario, è un Paese dove tutti si possono sentire uguali e c’è un’apertura mentale molto moderna. Non ci sono cittadini di serie A e di serie B.
 - Sei stata insignita di molti premi, tra cui una medaglia dal Presidente Giorgio Napolitano, con quale motivazione?

Per la canzone sulla pace tra Palestina e Israele, “Angels”. Non ricordo con esattezza quale premio mi sia arrivato per primo, ricordo però l’emozione e la contentezza che provai nel ricevere la medaglia dalle mani del Presidente Giorgio Napolitano. Si percepiva che era un gentiluomo, un napoletano di altri tempi.
 - E la vita privata come si inserisce in tutto quello che fai?
 La mia vita privata da due anni e mezzo a questa parte è tutta condivisa con mio marito. Ci siamo conosciuti e dopo soli 4 mesi ci siamo sposati. La cosa particolare di Dubai è che puoi unire lavoro e tempo libero, senza dividere le due cose. Si ottimizza il tempo, e in ogni caso siamo sempre insieme. Anche se lui preferisce l’Italia e in modo particolare parla sempre della sua Napoli. Come tutti i napoletani decanta la cucina, l’aria, il sole, il mare. Al contrario di me, che mi adatto facilmente e mi godo il posto in cui sto.
 - Ogni quanto torni in Italia?
Torno in Italia ogni tre mesi, più o meno, ma non è una regola. Può capitare, come è successo l’anno scorso, in cui sono stata molto impegnata con la produzione del format televisivo “Hi Dubai/Hi Emirates” e non mi sono potuta spostare per molto tempo. Un anno faticoso ma pieno di soddisfazioni.

Ufficio Stampa Giò Di Giorgio