lunedì 15 luglio 2019

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i martedì dalle 17 alle 18, per il prossimo:Jinny Steffan un fenicottero a L’emigrante



Fisico perfetto e statuario, occhi che ti incantano al primo sguardo, difficile davvero resistere al fascino di Jinny Steffan, immigrata argentina, ballerina, attrice, presentatrice, modella e tanto altro ancora. Un’autodisciplina di ferro, forse datale anche dai tanti anni di danza classica, suo primo e grande amore per il mondo dello spettacolo. Un sogno naufragato per colpa dell’altezza: troppo alta! Allora “ripiega” sull’Alta Moda e Pret à Porter sfilando per G. Ferré, Versace, Fontana, Jean-Charles de Castelbajac, T. Mugler. In questo caso l’altezza serve eccome, anche il portamento da fenicottero, elegantissima, tanto da farle avere contratti pubblicitari molto prestigiosi, solo per citarne alcuni: Rimmel, AZ15 dentifricio, Birra Peroni, Glenn Grant. Ha lavorato con Glenn Ford, Gigi Proietti, Nino Manfredi, Enzo Trapani, Beppe Grillo, Pippo Baudo e tantissimi nomi autorevoli nel campo della cinematografia e della televisione. Presente in numerosissime fiction, è entrata in tutte le case degli italiani da protagonista fissa delle prime sette edizioni della fortunata e seguitissima serie “Un Medico in Famiglia” nel ruolo di Irma Palombi, la direttrice di Radiotua. Il tutto intervallato da tanto teatro. Sempre per la Rai l’abbiamo ammirata in una bellissima fiction sul grande poeta Trilussa con Michele Placido e la regia di Ludovico Gasparini “Trilussa, storia d’amore e…” Anche il sociale non manca nella sua vita, ma da donna discreta lo tiene per sé o6 traspare dagli ultimi lavori interpretati tra cui il cortometraggio “Invisibile” che parla di una malattia terribile, l’Alzheimer, per la regia di Max Nardari. Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti arrivando in finale tra i primi dodici migliori cortometraggi (su 1.500 partecipanti) al Festival del Film Corto Tulipani di Seta Nera 2019. Precedentemente è stata protagonista di “L’ultimo Cielo” con Pino Quartullo e di un altro corto molto intenso per la regia di Simone Petralia, musiche di Max Gazzé, che trattava l’argomento della S.L.A. e tra le righe dell’Eutanasia. E’ stata assente per un po’, ma ora è pronta a tornare in scena per occupare nuovamente quel posto che le spetta di diritto per bravura, costanza, capacità e perché no, anche bellezza.
 Come mai tu e la tua famiglia vi siete trasferiti in Italia, e quali difficoltà hai dovuto affrontare?
Perché mio padre e mia madre volevano che mia sorella ed io, continuassimo gli studi in Europa. L'Italia in particolare perché a Milano vivevano alcuni membri delle nostre famiglie. La difficoltà più grande fu quella della lingua e dell’integrazione. Della lingua perché io capivo tutto ma non sempre usavo termini corretti e poi avevo uno strano accento, facevo errori di ortografia e spesso mescolavo le varie lingue che conoscevo dato che in casa i miei ne parlavano quattro con loro amici.
  Hai mai “maledetto” il tuo aspetto fisico?
 “Maledetto” è forse un po’ troppo forte come definizione, però sì, ad un certo punto, soprattutto al liceo. L’aspetto fu abbastanza discriminante ed "isolante”. Poi mia madre risolse tutto con una spiegazione semplice e lineare: “Tutta invidia! E’ un loro problema non il tuo! Ad ognuno di noi la Natura ha donato le caratteristiche che abbiamo, dunque sta a noi farle diventare un punto di forza o una fragilità, sei tu che devi decidere.”

Ballerina, attrice, conduttrice: quali di queste discipline trovi sia più congeniale alla tua vera natura?
Un po’ tutte visto che le ho praticate, ma quella che più mi si addice è quella dell’attrice. Psicologicamente è una buona terapia ed una incredibile protezione.
 Da un po’ di tempo non ti si vede sulle scene, è una assenza voluta o indotta?
 Entrambe… Indotta, perché ad un certo punto la vita mi ha messo davanti un immenso problema personale, famigliare. Potevo scegliere la via più facile, la fuga, l’alibi di non saper affrontare quell’evento…a quel punto si è trasformato in voluta, perché ho scelto di seguire il mio cuore e la mia vera essenza. Sono buddista e questo mi ha fatto trovare la forza, la determinazione e la comprensione che gli eventi ed i problemi che ci vengono incontro sono una crescita ed una presa di coscienza di quello che siamo.

Quali sono i tuo progetti futuri e un sogno nel cassetto? Progetti per ora sono tutti sulla carta. Come tutte le cose in Italia ci vuole “tempo”. Appena avrò conferma ti avverto. Sogni nel cassetto?
 Miliardi!!! Riprendere a pieno ritmo la mia professione di attrice, finire di scrivere un racconto, essere felice!


Ufficio stampa Giò Di Giorgio