Il titolo “Quell’anno le margherite divennero rosse” apprezzato da nobili e attori
Pomeriggi letterari doc. Grande successo per la presentazione del libro della scrittrice romana Antonella Polenta, “Quell’anno le margherite divennero rosse” (Pegasus Edition), che sceglie l’originale Albergo Etico della Capitale, a via Giuseppe Pisanelli. Tra lampade di design e divanetti in pelle, interviene tra i tanti la principessa Maria Pia Ruspoli, che scopre come la Polenta discenda direttamente dalla Francesca da Rimini di dantesca memoria. Quella, per intenderci, dell’amore impossibile tra Paolo e Francesca. Seguono, poco dopo, altri due principi: gli elegantissimi Guglielmo e Vittoria Giovanelli Marconi.
E ancora prende posto l’attrice Beatrice Schiaffino, scortata dal compagno: il regista teatrale Mohamed Hossameldin. Ci sono anche la doppiatrice Martina Menichini, la presidente di BluMedia, organizzatrice dell'evento, Laura Rabitti, e lo stilista-astrologo Massimo Bomba. Tante le domande, da parte dell’interessato pubblico, per il tema trattato dal testo in presentazione. Modera il digital strategist Guglielmo Cassiani Ingoni.
Del resto il romanzo storico proposto è tratto da una storia vera accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale: il 22 marzo del 1944 a Maiano Lavacchio, frazione rurale di Magliano in Toscana, undici ragazzi furono fucilati per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito della nascente Repubblica di Salò.
Verranno ricordati come “I martiri di Istia”, dal nome del vicino paese in cui alcuni di loro erano nati. Con immagini struggenti, ricche di pathos, "Quell’anno le margherite divennero rosse" dipinge il triste episodio, sconosciuto ai più e narrato all’autrice da una testimone oculare, allora solo un’innocente bambina.
Cocktail salutista a seguire.
Giò Di Giorgio