lunedì 6 maggio 2019

L'EMIGRANTE Format radiofonico e televisivo,ideato e condotto da Gio' Di Sarno in onda su Radio Italia Anni 60 ( FM 100.5 ) tutti i martedì dalle 18 alle 19, prossimo martedì una doppia eccezionale con la stilista ex modella e oggi attrice Francesca Anastasi e l'attrice Claudette Spedaliere

                                      Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno


          "Two Blond-is meglio che one"! 



    Francesca Anastasi e Claudette Spedaliere, due campane a L’Emigrante.


Puntata speciale ed eccezionale di L’Emigrante quella del 7 maggio. Due fantastiche bionde, entrambe campane, una di Portici, in provincia di Napoli, l’altra nata a Montella, provincia di Avellino, entrambe immigrate nella Capitale. Una è attrice, l’altra ex modella ora stilista di successo. 


                                              Claudette Spedaliere, attrice.

Claudette (Claudia all’anagrafe) è un concentrato di simpatia, sempre sorridente e propositiva. Alle spalle ha una famiglia molto solida e unita, maradoniani nell’anima, tanto da far pensare alla piccola Claudia che il noto calciatore fosse un “dio”. Nasce settimina e per questo la mamma la chiama “frettella”, perché nella vita farà tutto in fretta e in anticipo. Emigra e si laurea a Roma in “Arti e scienze dello spettacolo”. Ha fatto tanta gavetta e tanto teatro-palestra. Attualmente oltre a recitare e ad aver fondato una compagnia teatrale “LA COMPAGNIA DELLA FARSA” assieme al regista Luca Pennacchioni, insegna teatro in una scuola materna.




Che infanzia è stata quella di Claudia?

La mia è stata un’infanzia serena, colorata e spensierata, circondata da affetti. Sono cresciuta in una famiglia medio borghese, papà direttore di banca e mamma professoressa, loro avrebbero voluto che io intraprendessi la carriera d’avvocato come i miei zii. Le mie giornate le trascorrevo a casa con mia nonna e la mia prozia che era sorda, ed entrambe non hanno fatto altro che “viziare” me e mia sorella, ma mi hanno anche arricchita raccontandomi storie della tradizione popolare partenopea che hanno nutrito maggiormente la mia fervida fantasia.


 Quanto pensi abbia pesato sulla tua personalità la tua storia personale?

Tanto, la mia è una personalità controversa, sono piena di fissazioni, mi faccio continuamente delle paranoie che preferisco definire “mie regie mentali”. Sono però anche una persona che quando poi giunge ad una decisione, e si prefigge degli obbiettivi, li porta a termine. Difficilmente lascio le cose a metà. Mi rendo conto che a volte dei comportamenti del mio passato ritornano in situazioni del mio presente. La mia non è stata un’adolescenza facile, in quanto da ragazza sono diventata l’antagonista di me stessa, e ci sono voluti anni prima di capire che bisogna volersi bene. Ma tutt’oggi, a volte, ricompare quella mia “fragilità”.
 


Da quando ti sei trasferita a Roma, quanto è cambiata la capitale?


Mi sono trasferita dopo il diploma, a settembre del 2005, per frequentare ARTI E SCIENZE DELLO SPETTACOLO a "LA SAPIENZA". All’epoca per me la capitale era la mia HOLLYWOOD, insomma io ero partita dalla città di PORTICI, che mi andava “stretta”, con un trolley rubato a mia sorella e la macchinetta del caffè (la moka classica napoletana) per reggere i ritmi della grande città. E 14 anni fa Roma era di un “frenetico” che definirei pulito, mentre oggi è solo disordinata e di frenetico non ci sta nulla. Purtroppo è una città che offre servizi poco adeguati ad una capitale europea e di questo sono convinta visto che vivo le mie giornate come pendolare in tutte e 3 le linee della metro per spostarmi da casa al teatro.

 Un consiglio che daresti a una giovane che volesse percorrere la tua strada?

Dispensare consigli a chi vuole vivere d’arte è un compito arduo, ma a volte penso che nella vita si debba cercare in tutti i modi di concretizzare il proprio sogno, perché ognuno di noi può sempre scegliere se restare “Norma Jeane Mortenson Baker o diventare Marilyn Monroe".


Progetti futuri

Per fortuna ne ho molti in fase di concretizzazione. Con il mio collega regista Luca Pennacchioni abbiamo fondato la “Compagnia della Farsa” con la quale da 2 anni ci stiamo muovendo bene sui palcoscenici romani e non solo. Il 21 maggio al TEATRO PETROLINI di Roma andrà in scena “LA VALIGIA è QUASI PRONTA” scritta dal nostro autore Stefano Terrabuoni. Lo spettacolo è un’anteprima, che poi replicheremo nella stagione successiva, ed è una vera e propria metafora della vita: partire, emigrare, andarsene… tutte forme di coraggio che mancano al mio personaggio, ma non a me, non a Claudia! Io a 19 anni quella valigia l’ho fatta… ho lasciato la mia terra e sono arrivata qui.

Francesca Anastasi, stilista e anche attrice



Francesca Anastasi è una donna statuaria con un fisico mozzafiato. Altissima, bellissima, biondissima, sicurissima (sembra un famoso spot pubblicitario, ma è proprio così). Eppure sotto quella fantastica corazza c’è una persona delicata, a tratti “fragile”. Nonostante il successo lavorativo, prima come modella per le più grandi firme, e ora come stilista, si nota un velo di malinconia, visibile solo alle persone sensibili. Un’infanzia segnata dall’assenza totale del padre che l’abbandona a solo 40 giorni senza fare mai più ritorno, insieme ad altre vicissitudini che, se ne avrà voglia, sarà lei stessa a raccontarle. Ha creato il Brand “SUBLIME” con cui firma le sue creazioni: abiti da sposa, da cerimonia e sportivi. Specializzata in camicie e costumi, ha tre linee: la “Argento” linea casual commerciale, la “Oro” edizione limitata, e la “Platino” capi esclusivi. L’ultima citata è una linea su misura di puro artigianato italiano. Francesca non sta un attimo ferma, contesa anche dal cinema, ha da poco avviato una scuola di portamento.




Che infanzia è stata quella di Francesca?



La mia è stata un’infanzia molto difficile. 

Mi ha cresciuta praticamente mia nonna. Mio padre ha abbandonato me e mia madre quando avevo solo 40 giorni, non l’ho mai conosciuto. La linea malinconica che traspare ogni tanto dai miei occhi si è palesata quando ero piccina, quando, a parte la vita familiare, anche a scuola ero vittima di bullismo. I bambini sanno essere molto “cattivi”, come quando mi dicevano “tu non puoi giocare con noi perché non hai il papà” e mi facevano dispettucci. A volte mi picchiavano. Poi quando tornavo a casa da nonna mi dava il resto, perché diceva che non dovevo portare "le mazzate a casa".

- Quanto pensi abbia pesato sulla tua personalità la tua storia personale?

Ho passato la mia infanzia a cercare un'identità, mi accorgevo che più passava il tempo più assomigliavo a colei che alla fine mi ha dato se stessa: una donna piena di coraggio e testarda. La mia storia ha fortificato il mio carattere e ne ha fatto uscire ciò che sono ora, una forte personalità con un cuore sensibile. Diciamo che ho nascosto il mio lato fragile, mentre, allo stesso tempo, la parte condottiera che è in me la preservo dal mondo. Un po' come avrebbe fatto un genitore.



Da quando ti sei trasferita a Roma, quanto è cambiata la capitale?


La Capitale è sempre bella da morire, specialmente di notte. La differenza con qualche anno fa è che prima uscivi e scambiarvi sguardi, mentre oggi devi stare attenta a non essere investita da persone prese dalla loro vita virtuale sui telefonini. E poi, a parte gli scherzi, le problematiche che ci circondano sono enormi. Dalla spazzatura sparsa ovunque, al coprifuoco. A Campo de’ Fiori prima si passava anche la notte a raccontarsi storie, mentre oggi ci sono solo degrado e pericoli di ogni genere.

- Un consiglio che daresti a una giovane che volesse percorrere la tua strada?

Un consiglio a chi volesse intraprendere il mio lavoro? Si inizia con dei sacrifici, si cade, ma ci si deve rialzare più forti e determinati di prima. C’è tanta competizione, solo un obiettivo preciso ti porterà al traguardo.


Progetti futuri?


I miei progetti, oltre alle mie linee di abbigliamento, sono rivolti ai giovani che vogliono affrontare un percorso di moda. Dal portamento alla sartoria. E poi forse un sogno nel cassetto: scrivere un libro sulla mia vita... ma sono giovane e queste cose si fanno da adulti.


Ufficio Stampa Giò Di Giorgio