Arriva da Lagonegro,
un bellissimo paesino di poco meno di seimila anime in provincia di Potenza.
Figlio di una casalinga e di un artigiano, frequenta le scuole fino al liceo
nella terra natia, poi, come è capitato spesso di leggere per gli altri nostri
ospiti, si trasferisce a Roma per l’università. Primo di tre fratelli, si
iscrive alla facoltà di economia presso La Sapienza conseguendo la laurea in
economia e commercio e dopo il consueto periodo di tirocinio professionale
della durata di 3 anni e il superamento dell’esame di stato, si è avviato alla
professione di dottore commercialista. Ed è proprio grazie alla sua professione
che lo vediamo spesso in televisione, in particolare su RAI1 dove all’interno della trasmissione “Unomattina” cura una
rubrica settimanale nella
quale si affrontano temi che spaziano
dalle tasse alla previdenza.
Papà di due
preadolescenti, diventato oramai un punto
di riferimento per l’ingarbugliata macchina burocratica che esiste nel nostro Paese.
Gianluca Timpone ha scritto anche un
libro dal titolo “Dammi tregua” che parla ovviamente ti tasse.
Ha uno studio ben
avviato nella Capitale oltre ad avere incarichi come professore a contratto all’Università
Europea di Roma dove insegna microeconomia,
ed alla LUISS come assistente della cattedra del professor Giuseppe di
Taranto.
Gianluca Timpone con Franco Di
Mare
Come è nata la
decisione di lasciare il piccolo centro per venire in una città come Roma, e
quali difficoltà hai dovuto affrontare ?
Sicuramente la voglia di studiare in una grande e
prestigiosa università come La Sapienza, anche se inizialmente non è stato
semplice, per l’adattamento ad una città caotica dove si è costretti a correre
per qualsiasi cosa, dal posto in aula sino al pranzo in mensa.
Sei di Lagonegro, lo
stesso paese di Pino Mango, scomparso da qualche anno lasciando un vuoto
incolmabile, sia come musicista che come persona. Che rapporti avevi con lui ?
Inizialmente ero semplicemente un suo compaesano di cui
come tutti i lagonegresi eravamo orgogliosi di avere tra i nostri concittadini
un bravissimo cantante. Poi da compaesano ad amico il passaggio è stato rapido
e veloce perché ho iniziato a seguire anche i suoi interessi economici attraverso la gestione
contabile e fiscale di società riconducibili a lui ed al fratello Armando.
Quando purtroppo è stato celebrato il suo funerale anche la trasmissione “Unomattina” gli ha dedicato una diretta da Lagonegro con
in collegamento io e Mogol, suo grandissimo amico e compositore di grandi
successi tra i quali Mediterraneo.
Hai scritto un
libro esplicativo sulle tasse dal titolo “Dammi Tregua”, il sottotitolo
è: “In un sistema economico in un Paese in continua evoluzione non vi è nulla
di sicuro tranne le tasse”. Cosa intendevi dire ?
La risposta non è scontata, perché in effetti oltre alla dipartita terrena
l’unica altra certezza è il pagamento
delle tasse il cui ammontare può essere ridotto ma alla fine occorrerà sempre
pagarle. Altrimenti i servizi pubblici rimarrebbero al “palo”. Altra considerazione è
rappresentata dal continuo mutamento di regole che rendono complicata la vita dei
contribuenti e dello stesso Stato perché se è difficile interpretare una norma
fiscale, altrettanto complicato sarà stabilire l’importo da pagare. Basterebbero
delle semplici regole.
Presentazione del libro “Dammi
Tregua”
Quanto è cambiata
negli anni la tua figura professionale ?
In realtà io nasco come commercialista di enti locali in
quanto inizialmente ho svolto molti incarichi come revisore contabile,
dopodiché ho abbracciato completamente il contenzioso tributario e la
consulenza societaria, grazie anche alla buona organizzazione di studio che in
questi anni si è sempre di più affinata avvicinandosi alle sempre più complesse
esigenze che i singoli clienti richiedono.
Un dottore commercialista
e volto noto della tv, che sogni custodisce nel cassetto ?
In realtà molti sogni nel cassetto li ho già
realizzati...però, come ogni buon meridionale, quello da voler realizzare e sempre
quello che dovrà ancora essere realizzato. Questo per dire che il mio armadio
ha tanti cassetti alcuni dei quali ancora da aprire.
Ufficio stampa Giò Di Giorgio