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Dopo i successi di Torino e
Milano, sia da parte di critica che da parte di pubblico, il dramma
shakespeariano di Otello diventato un’opera-musical, con questa imperdibile
data.
Il progetto ha preso il via quattordici anni fa con i primi
sei brani, quando Fabrizio Voghera,
cantante, attore, musicista e compositore (già Frollo e Quasimodo nell’opera
popolare Notre Dame de Paris di
Riccardo Cocciante), ha deciso di scrivere qualcosa di suo durante i tour, tra
uno show e l’altro. Da grande appassionato di storie d’amore, si è cimentato
con una delle più struggenti della letteratura mondiale: quella della giovane
nobildonna Desdemona e di Otello, uomo d’armi a capo dell’esercito veneziano,
raggirati dallo scaltro alfiere Iago che, per sentimenti di rivalsa contro il
suo generale, intesse una trama diabolica che porterà a un tragico epilogo.
Oggi i testi sono diventati 44 per circa due ore di spettacolo suddiviso in due
atti. Coautore delle liriche insieme a Fabrizio è Francesco Antimiani (anche lui Frollo in Notre Dame), entrato nel progetto undici anni fa quando si sono
conosciuti sul palco di Giulietta e Romeo
sempre di Cocciante. “C’era talmente tanto a livello musicale già
in questi primi brani! Abbiamo riletto insieme Shakespeare – precisa Antimiani
- e dai cinque atti originali abbiamo fatto un lavoro di pulizia per cercare di
non togliere nulla alla storia ma anche di renderla molto chiara al pubblico.
Il testo che abbiamo scritto strizza l’occhio e l’orecchio alla classicità,
rendendolo più attuale possibile perché questi temi sono validi anche oggi.
Quanto alle musiche di Fabrizio, effettivamente nel musical italiano non
c’erano, sono frutto della sua esperienza e sensibilità”. E’ stata scelta una partitura continua, senza parti recitate, i cui
arrangiamenti sono stati curati da Fabrizio
Ronco.
Intorno a loro altri
grandi artisti che hanno calcato gli stessi palchi, condiviso le stesse
esperienze, un gruppo di
“uomini coraggiosi” (come li definisce Voghera), che hanno unito energie
fisiche, mentali ed economiche per una necessità artistica: continuare a far
sognare il pubblico portando in scena un lavoro nuovo e originale nei testi e
nella musica. Una modalità inedita in Italia quella dell’autoproduzione, ma che
all’estero ha precedenti illustri, tra cui il musical Hamilton, tra i più rivoluzionari di Broadway, premio Pulitzer per
la drammaturgia.
E’Fabrizio Voghera
a interpretare un Moro fuori dagli schemi: non è di colore (“perché oggi ci
sono tanti tipi di discriminazione”) ed è tatuato in viso. Antimiani
è l'antagonista Iago. Insieme a loro Alessandra
Ferrari (protagonista in Giulietta e
Romeo di Cocciante ma anche in Notre
Dame de Paris e, recentemente, Rapunzelnel
musical con Lorella Cuccarini), veste i panni di una Desdemona che assume qui
maggiore caratterizzazione: è dipinta come “una ragazza d’oggi idee sicura di
sé che porta avanti le sue idee. Una Desdemona guerriera (pure lei tatuata),
non una remissiva damina di corte”, spiega Voghera. Rodrigo è interpretato da Andrea Manganotto, un altro componente
del cast Giulietta e Romeo, in tour
quest’anno ne Il Libro della Giungla.
Lalo Cibelli (Tosca di Lucio Dalla, La
Divina Commedia-l’Opera), interpreta Brabantio, Luca Marconi è Cassio, Claudia
Paganelli è Emilia, mentre il giovane Alessandro
Cavara è Montano e il Doge.
In un cast tutto italiano, la regia è affidata all’inglese Wayne Fowkes, che arriva dalla stessa
esperienza di Notre Damedove è stato
direttore artistico. “Senza aspettare una produzione – precisa -
abbiamo investito in questo progetto che nonostante sia una start up è molto vicino allo spettacolo
che abbiamo in mente, ma può certamente crescere e andare avanti negli anni.”
E insieme a lui Tony
Lofaro (La Divina
Commedia, I Promessi sposi) ha curato le coreografie, di
grande importanza quanto il canto. Sul palco infatti, oltre agli otto cantanti,
anche dieci ballerini “tecnicamente forti e teatralmente molto validi, la
cui presenza in scena è tanta – commenta Lofaro
-. E’ stato molto stimolante lavorare a questo progetto grazie alle musiche e
alle idee di base di Wayne. Quello che oggi raccolgo dal debutto è una grande
soddisfazione nel vedere i danzatori in una rara condizione di felicità, al
servizio di uno spettacolo moderno, dove il ballo ha una parte importante e non
solo al servizio dello stile.”
In questa opera rivoluzionaria si parla di un dramma sociale,
ancora oggi molto attuale: l’incomunicabilità tra uomo e donna. Le emozioni di
ieri sono le stesse di oggi, di un qualunque uomo moderno che cede alle
maldicenze sulla propria donna e che lentamente finisce per passare dal
sospetto all’ossessione fino ad arrivare alla violenza e a una tragica fine. Si
è cercato di creare uno spettacolo vero, al passo con i tempi, con persone
reali. La modernità è ovunque: nella musica, nell’ambientazione, nella
caratterizzazione dei personaggi e nei costumi,
che seguono una linea militare per i caratteri maschili e street style per quelli femminili e per
il corpo di ballo.
La musica è
sinfonica ma anche elettronica, il rock si mescola in maniera molto efficace
con il pop. Le canzoni sono un mix
tra opera lirica, pop e rock. Otello è un generale maturo, Desdemona
una giovane punk che vede in lui esperienza e carisma. Iago un finto amico,
lucido manipolatore.
L’ambientazione non definita, è semplice ma
efficace, con proiezioni ed elementi mobili. L’allestimento scenografico è
opera di Massimo Voghera (fratello
dell’autore) che precisa: "Ho cercato di dare al regista una scena e
un’immagine dello spettacolo lontana da schemi oleografici e da cartolina. In
fondo questa è una storia di soldati, di invidie e di inganni che nascono
all'interno di un ambiente maschile dove, come purtroppo spesso avviene, sono
le donne a patirne le conseguenze. Venezia è dunque rappresentata da una serie
di scrigni di ferro arrugginiti che, muovendosi su ruote, rimandano
all'atmosfera di un bunker militare. Cipro invece, smontando le fodere lignee
di Venezia, si rivela come una serie di gabbie bianche, ossificate dal sale e
con la presenza di una rete metallica in alluminio stropicciata che sia per me
che per il light designer è stata una
sorpresa per come ha reagito con le luci." “In questo modo – aggiunge il
regista - Cipro e Venezia lasciano spazio all’immaginazione dello spettatore
che può così viaggiare con la propria mente, così come Shakespeare ci ha
insegnato.”
In Otello-l’Ultimo Bacio la
perversione mentale di Iago, l’impetuosità di Otello e l’amore di Desdemona
sono le coordinate che tracciano la rotta di questo viaggio musicale tutto nuovo. Non solo uno
spettacolo drammatico ma anche di intrattenimento, che saprà coinvolgere il
pubblico dal primo all’ultimo minuto.
28 aprile ore
21.00
Chianciano T. me
Palamontepaschi
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