La giovanissima Martina Fianchini,
21 anni, è una delle attrici protagoniste del docu-film “Come siamo (dietro le
quinte)” del regista Pier Paolo Segneri.L’abbiamo sentita telefonicamente per
un’intervista ed è apparsa subitocome una ragazza gioviale, simpatica, ma anche
tanto sensibile. Parlare con lei, insomma, è stato come conversare con un’ex
compagna di scuola e, per quel poco che ho potuto carpire dalle sue parole e
ascoltaredalle sue risposte, posso affermare – senza timore di essere smentita
- che lei sia davvero un’anima buona.
“Martina, questo docu-film è stato
ed è, per te, un vero e proprio esordio nella recitazione, allora - come prima
cosa - vorrei chiederti perché il regista di “Come siamo (dietro le quinte)”ha
definito il tuo personaggio con lo pseudonimo di“Anima”. Vuole forse intendere
che il tuo personaggio nel docu-film rappresenta l’anima della storia?”
“Penso che il professore abbia visto
in me,findai tempi del liceo, nel breve periodo in cui sono stata sua allieva, una
luce che a quei tempimancava già da un po’ nelle persone. Una luce che,in me,
personalmente non vedevo. Stavo vivendo un periodo buio della mia adolescenza. Sono
sempre stata una persona molto sensibile, anche rispetto agli altri compagni di
Classe, e questa cosa il professor Segneri l’ha percepita prima di me. In aula.
Se il mio personaggio rappresenta l’anima della storia? Credo di sì, poiché - in
qualche modo - racchiude dentro di sé tutte le emozioni che poi trasmette anche
agli altri personaggi in un gioco di reciprocità, in cui ciò che lei dona agli
altri riceve dagli altri”.
“Quali sono le difficoltà che hai
incontrato e le emozioni che hai provato durante questo percorso?”
“All’inizio, ero impaurita, mi
vergognavo, anche perché cerco sempre di non espormi più di tanto. Dover tirare
fuori le mie emozioni di fronte ad altre persone, all’inizio, mi ha spaventata…
però, poi, conoscendo meglioi ragazzi del gruppo e del cast, ho preso
consapevolezza del fatto che non ci fosse alcun tipo di minaccia che potesse
farmi del male e mi sono lasciata andare completamente con loro. E’ un gruppo
fantastico!”.
“Come hai preparato il tuo ruolo per
il docu-film, è stato difficile interpretare il tuo personaggio?”
“No, non è stato difficile poiché il
personaggio è molto affine alla mia persona, è un personaggio assai verosimile,
per certi aspetti interiori mi somiglia. Alla fine, è stato semplice sotto
questo punto di vista perché ho cercato di essere me stessa”.
“Ho sentito, tramite la diretta su
ElleRadio, un pezzo del monologo che hai scritto e che verrà poi interpretato
dal tuo personaggio. Cosa puoi dirmi di più a riguardo?”
“Diciamo che ho sempre desiderato
scrivere un qualcosa del genere in modo tale da “lanciare” un messaggio. L’ho
scritto e interpretato con tutta l’anima… E ho cercato, per quanto possibile,
di utilizzare delle parole che fossero capaci di arrivare al cuoredegli
spettatori e di racchiudere tutte le emozioni più belle che, almeno in quel
momento,sentivo di poter finalmentetrasmettere. In tal modo, interpretare il
testo è stato più naturale, più spontaneo. Nel mio monologo, insomma, ho
tentato di trasmettere un messaggio d’amore e d’umanità. Spero di esserci
riuscita, sia attraverso il testo sia attraverso l’interpretazione”.
“Che cosa ti ha insegnato, in
generale, questa esperienza cinematografica?”
“Sicuramente a fidarmi delle mie
capacità. Infatti, è inutile negarlo, non ero molto sicura di me e anche stare
con gli altri ragazzi mi ha aiutato tantissimo. Ho anche imparato a fidarmi un
po’ di più del prossimo e a non vergognarmi di mostrare la mia sensibilità. Del
resto, è questo il valore centrale del film. Il regista, Pier Paolo Segneri, ha
ribadito più volte il senso di questa nostra avventura filmica affermando che
ciascuno di noi può credere davvero in
se stesso e negli altri, soltanto se trova almeno un’altra persona che
sappia riconoscere il tuo talento, che sappia credere veramente in te e nelle
tue qualità”.
“Prima, parlando in confidenza, mi
hai raccontato della fine della relazione che avevi con un altro dei
protagonisti. Volevo sapere se ti andasse di parlarne.”
“Mi limiterò semplicemente a dire
che l’amore è universale, esistono varie forme d’amore e non si racchiude tutto
semplicemente nello stare insieme ad una persona. Se una storia finisce non è
detto che ci si debba per forza odiare o allontanarsi, possono rimanere vivi
altri sentimenti, l’affetto, il voler bene, il rispetto reciprocoe le cose
belle che quella persona ti ha trasmesso”.
“Che cosa speri per il futuro?”
“Spero che le persone si rendano
conto di quello che è veramente importante nella vita. Io ho avuto la fortuna
di scoprire l’amore sotto tante forme e questo mi ha portato ad essere la
persona che sono oggi.Con i miei pregi e i miei difetti, con le mie paure e il
mio coraggio, con le mie incertezze e le mie sicurezze. Mi auguro, quindi, che tutte
le persone si rendano conto di ciò che è l’essenziale perché, se manca quello,
poi ci si va ad attaccare a delle cose che non servono. E si sta male.”
Serena Tafuro