lunedì 4 ottobre 2021

L’ESSENZIALE PER L’ATTRICE MARTINA FIANCHINI

 


La giovanissima Martina Fianchini, 21 anni, è una delle attrici protagoniste del docu-film “Come siamo (dietro le quinte)” del regista Pier Paolo Segneri.L’abbiamo sentita telefonicamente per un’intervista ed è apparsa subitocome una ragazza gioviale, simpatica, ma anche tanto sensibile. Parlare con lei, insomma, è stato come conversare con un’ex compagna di scuola e, per quel poco che ho potuto carpire dalle sue parole e ascoltaredalle sue risposte, posso affermare – senza timore di essere smentita - che lei sia davvero un’anima buona.

“Martina, questo docu-film è stato ed è, per te, un vero e proprio esordio nella recitazione, allora - come prima cosa - vorrei chiederti perché il regista di “Come siamo (dietro le quinte)”ha definito il tuo personaggio con lo pseudonimo di“Anima”. Vuole forse intendere che il tuo personaggio nel docu-film rappresenta l’anima della storia?”

“Penso che il professore abbia visto in me,findai tempi del liceo, nel breve periodo in cui sono stata sua allieva, una luce che a quei tempimancava già da un po’ nelle persone. Una luce che,in me, personalmente non vedevo. Stavo vivendo un periodo buio della mia adolescenza. Sono sempre stata una persona molto sensibile, anche rispetto agli altri compagni di Classe, e questa cosa il professor Segneri l’ha percepita prima di me. In aula. Se il mio personaggio rappresenta l’anima della storia? Credo di sì, poiché - in qualche modo - racchiude dentro di sé tutte le emozioni che poi trasmette anche agli altri personaggi in un gioco di reciprocità, in cui ciò che lei dona agli altri riceve dagli altri”.

“Quali sono le difficoltà che hai incontrato e le emozioni che hai provato durante questo percorso?”


“All’inizio, ero impaurita, mi vergognavo, anche perché cerco sempre di non espormi più di tanto. Dover tirare fuori le mie emozioni di fronte ad altre persone, all’inizio, mi ha spaventata… però, poi, conoscendo meglioi ragazzi del gruppo e del cast, ho preso consapevolezza del fatto che non ci fosse alcun tipo di minaccia che potesse farmi del male e mi sono lasciata andare completamente con loro. E’ un gruppo fantastico!”.

“Come hai preparato il tuo ruolo per il docu-film, è stato difficile interpretare il tuo personaggio?”

“No, non è stato difficile poiché il personaggio è molto affine alla mia persona, è un personaggio assai verosimile, per certi aspetti interiori mi somiglia. Alla fine, è stato semplice sotto questo punto di vista perché ho cercato di essere me stessa”.

“Ho sentito, tramite la diretta su ElleRadio, un pezzo del monologo che hai scritto e che verrà poi interpretato dal tuo personaggio. Cosa puoi dirmi di più a riguardo?”

“Diciamo che ho sempre desiderato scrivere un qualcosa del genere in modo tale da “lanciare” un messaggio. L’ho scritto e interpretato con tutta l’anima… E ho cercato, per quanto possibile, di utilizzare delle parole che fossero capaci di arrivare al cuoredegli spettatori e di racchiudere tutte le emozioni più belle che, almeno in quel momento,sentivo di poter finalmentetrasmettere. In tal modo, interpretare il testo è stato più naturale, più spontaneo. Nel mio monologo, insomma, ho tentato di trasmettere un messaggio d’amore e d’umanità. Spero di esserci riuscita, sia attraverso il testo sia attraverso l’interpretazione”.


“Che cosa ti ha insegnato, in generale, questa esperienza cinematografica?”

“Sicuramente a fidarmi delle mie capacità. Infatti, è inutile negarlo, non ero molto sicura di me e anche stare con gli altri ragazzi mi ha aiutato tantissimo. Ho anche imparato a fidarmi un po’ di più del prossimo e a non vergognarmi di mostrare la mia sensibilità. Del resto, è questo il valore centrale del film. Il regista, Pier Paolo Segneri, ha ribadito più volte il senso di questa nostra avventura filmica affermando che ciascuno di noi può credere davvero in  se stesso e negli altri, soltanto se trova almeno un’altra persona che sappia riconoscere il tuo talento, che sappia credere veramente in te e nelle tue qualità”.

“Prima, parlando in confidenza, mi hai raccontato della fine della relazione che avevi con un altro dei protagonisti. Volevo sapere se ti andasse di parlarne.”

“Mi limiterò semplicemente a dire che l’amore è universale, esistono varie forme d’amore e non si racchiude tutto semplicemente nello stare insieme ad una persona. Se una storia finisce non è detto che ci si debba per forza odiare o allontanarsi, possono rimanere vivi altri sentimenti, l’affetto, il voler bene, il rispetto reciprocoe le cose belle che quella persona ti ha trasmesso”.

“Che cosa speri per il futuro?”

“Spero che le persone si rendano conto di quello che è veramente importante nella vita. Io ho avuto la fortuna di scoprire l’amore sotto tante forme e questo mi ha portato ad essere la persona che sono oggi.Con i miei pregi e i miei difetti, con le mie paure e il mio coraggio, con le mie incertezze e le mie sicurezze. Mi auguro, quindi, che tutte le persone si rendano conto di ciò che è l’essenziale perché, se manca quello, poi ci si va ad attaccare a delle cose che non servono. E si sta male.”

Serena Tafuro