ELISA
In occasione del concerto “Amiche per l’Abbruzzo” tu, Laura Pausini, La Nannini, Fiorella Mannoia e Giorgia, avete riempito gli stadi: è bello avere un gruppo d’artiste così unite. Non è vero che le donne sappiano soli litigare fra loro ?
Non è assolutamente vero, perché noi cantanti siamo state benissimo e in armonia; alla fine ci siamo veramente divertite, molto meno i nostri tecnici ed i nostri manager. Quello di San siro è stato un concerto veramente memorabile, insieme abbiamo tirato giù lo stadio più noi che i 55.000 del pubblico che riempiva gli spalti.
Un ‘energia pazzesca, naturalmente eravate già amiche, ma da quel momento è nata una sorellanza più intensa anche nell’ occasione dei figli.
Gianna sosteneva che nell’aria ci fosse un “Inseminator” perché siamo rimaste tutte incinta: l’ultima è stata Laura Pausini.
Meraviglioso questo incontro d’anime che ha dato frutto ai figli. Difatti in questo album la maternità è molto presente. Sebastian bellissimo e sempre con te e vedo che riconosci la responsabilità di questa nascita.
Si la sento e l’ho totalmente fatta mia, ma devo ammettere che non mi assomiglia per nulla, di me ha soltanto le narici e gli occhi azzurri: la fotocopia del padre.
Seccata?
Insomma , speravo prendesse qualcosa di me, dopo due figli: naturalmente scherzo.
Il tuo disco appena uscito “L’anima vola” oltre ad esser composto da undici brani, è suonato più o meno come tutti gli altri ed anche cantato in italiano è terribilmente contemporaneo ed internazionale, certamente cantare in inglese è molto più semplice!
Confermo l’inglese è molto elastico e ritmico, molto più facile e divertente, le parole sono più corte, non a caso il rock and roll è nato in America.
C’è anche del rock nel tuo album vero?
Si certo c’è anche del rock, ma io mi definisco una cantante “ Pop”, anche perché se dicessi che seguo un filone “rocchettaro” poi qualcuno si arrabbia perché non ho croci e via discorrendo: insomma sembra che se non hai un look adeguato non appartieni a quel mondo.
La definizione “ Pop” ha un significato molto semplice ed efficace: popolare. Arrivare alla gente è la cosa più importante ed utile per chi esercita questo mestiere.
Onestamente lo spero ma nel momento in cui canti, scrivi e fai musica lo fai in modo spontaneo. Certamente ho fatto molti altri generi nel corso della mia carriera, ma nel mio stile riconosco un certo rock, probabilmente abbastanza contaminato, ma c’è.
Questo tuo album è molto attuale, pur non rinunciando a scrivere le sensazioni e le emozioni che tanto parlano di te, nonostante gli autori siano vari, come per esempio Tiziano Ferro che racconta la tua maternità, ha colpito tutti noi.
Ha colpito soprattutto me: Tiziano mi ha raccontato, che mentre guardava uno special in tv dove c’ero io, Emma ed Andrea, di essere stato folgorato da alcune immagini. Queste visioni le ha poi trasformate in parole, ipotizzando questo dialogo da genitore a figlio. Praticamente tutto quello che una mamma potrebbe augurarsi per la figlia da poco venuta al mondo. Appena finito il racconto gli ho risposto: “Ma tu sei matto!”, probabilmente non riuscirò neanche a cantarla, ( più o meno la stessa cosa e le stesse parole dette a Ligabue per l’altra canzone scritta sempre per me). Così è venuta fuori “ E scopro la felicità”, tutto qui!
La voce di Tiziano Ferro si è affiancata alla tua con molto garbo in questa canzone.
Si certo lui è molto carino e bravissimo: penso non ci siano parole per definire la sua grandezza ed il suo spessore interiore.
Ti ricordi di quella volta che al 51 Festival di San Remo cantasti per la prima volta in italiano?
Si certo e come potrei dimenticare, fu Caterina Caselli a spingermi, a me non piacciono le gare canore: fu una fantastica esperienza!
Questo tuo lavoro cantato interamente nella tua lingua madre nasce da una esigenza di farti capire e comprendere da tutti gli italiani? Era un’idea che meditavi da tempo?
Si è verissimo, ma non esiste un solo motivo, direi che sono tante le emozioni e le idee che mi hanno spinto a cantare nella mia lingua. In generale avevo l’esigenza di avere un contato con delle sensazioni vere : in pratica un’urgenza dell’animo che riesca a ripagarti e darti delle emozioni basate su cose profondamente vere. Come artista penso di occuparmi di questo tipo di emozioni : l’esigenza di dare un qualcosa di intimo. Ogni artista dovrebbe chiedersi cosa possa offrire al proprio pubblico. Nel mio cuore penso di poter offrire ai miei fans una profonda onestà. Credo molto nel mio lavoro e penso di svolgerlo nella maniera più vera e più genuina possibile. Anche il momento storico particolarmente duro per la nostra nazione mi ha spinto parecchio a cantare in una lingua che avvicinasse e fosse più chiara possibile. Con questo cd sono riuscita ad estrarre le parole dal mio intimo e raccontare la vita in senso generale: insomma volevo scuotere gli animi e con la musica penso si possa fare nel migliore dei modi.
Antonio Jorio