Le Interviste de l'emigrante di Giò Di Sarno
Giornalista, immigrato avellinese, anche se per un caso è
nato a Monterotondo da mamma napoletana e papà irpino. Antonio ha un animo
molto sensibile tanto che alle tecnologie moderne preferisce la contemplazione
di vecchie foto in bianco e nero. Ha una moglie meravigliosa e due figli
splendidi, che non rappresentano “la cornice di un quadro”, bensì la parte
costitutiva di esso. Iscritto alla stampa parlamentare, lavora a Mediaset dal
1993. Inviato in Italia e all’estero, impegnato per speciali e rubriche televisive.
Ha lavorato molto in radio e televisioni private. Più volte all'estero a
seguito di papa Giovanni Paolo II e, in momenti importanti del suo lavoro di
inviato, come nei giorni immediatamente successivi all’11 settembre 2001, è
stato a New York per raccontare la cronaca e gli sviluppi dell’attentato alle
Torri Gemelle con servizi, collegamenti e interviste. Per 18 anni al Tg4, dal
2011 è in forza a NewsMediaset dove è caporedattore. Per i canali Mediaset ha
seguito l’attività parlamentare e di governo, condotto il Tg4 e gli
approfondimenti di TgCom24. Ha conseguito “cum laude” la Laurea in Scienze
della Comunicazione discutendo una tesi sull’evoluzione del sistema televisivo
e sul rapporto tra tecnologie e organizzazione mentale. Laureato anche in giornalismo
e comunicazione multimediale con 110 e lode, ha discusso una tesi sulla crisi e
sul futuro della professione giornalistica. Pascotto è professionalmente
infaticabile. Tra le tante occupazioni è anche consulente di corsi universitari
nel campo dei media e della comunicazione. Una persona così piena di inventiva
non poteva non segnalarsi anche con una serie di pubblicazioni editoriali.
Nel 2002 vince il concorso internazionale
artistico-letterario De Curtis classificandosi al primo posto nella sezione
giornalismo. Nel 2007 esce il libro “La televisione senza palinsesto, contenuti
nella tivù dell’era digitale”(De Angelis Editore) dove analizza e descrive i
cambiamenti del piccolo schermo. Per la Fondazione Alberto Sordi, nel 2008,
cura il volume "Alberto Sordi, il cinema e gli altri". Pascotto è
molto attento al sociale e, grazie a questo suo interesse, partecipa con il
saggio "Creatività digitale", scritto a quattro mani con il
presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, Antonio Marziale (suo
compagno di scuola), al volume collettaneo dal titolo "La creatività tra
cielo e mare”, a cura di Myriam Santilli e Filippo Petruccelli. Ancora per
Curcio Editore pubblica, nel 2012, "L’Informazione Connessa. Giornalismo,
tecnologia e valore di mercato". Numerosi i premi che gli sono stati
conferiti, e solo per citarne alcuni: premio “Federico II in terra di Padre
Pio” e, nel 2014, sfatando il luogo comune di “Nemo propheta in patria”, arriva
dalla sua terra, l’Irpinia, il premio Sublimitas. Nel 2016, insieme a Franca
Leosini, ottiene il premio VIS IURIDICA, sezione giornalismo (premio istituito
dalla dott.ssa Antonella Sotira). Sono molto felice di ospitare Pascotto in
radio. Ancora una volta ci troviamo davanti a un esempio da seguire: passione,
sacrificio, tanta gavetta e tanti obiettivi. Oltre a parlare della sua vita,
del suo viaggio da emigrante, presenteremo in anteprima il suo nuovo libro “IL
MONDO SENZA INTERNET”, dove immagina che, per motivi di sicurezza, gli stati di
tutto il mondo decidono di bloccare Internet. Ed è il panico universale. Il
libro è pubblicato da Male Edizioni di Monica Macchioni.
Antonio Pascotto e Franca
Leosini
Che infanzia ha avuto il piccolo Antonio?
E’ stata un’infanzia felice, grazie agli sforzi di una donna
eccezionale che ha saputo fornirmi tutti gli elementi per poter affrontare nel
migliore dei modi la mia vita. Parlo di mia madre, che ha sacrificato se stessa
per non farmi mancare mai nulla. A lei devo tutto.
- Quanto conta
l’amicizia che si crea sui banchi di scuola?
Moltissimo. Sono gli anni della crescita, della formazione,
dell’apprendimento. E quelle tra i banchi sono le amicizie più sincere, vere,
senza interessi.
- Se non ti fossi occupato di giornalismo, di cosa ti
sarebbe piaciuto occuparti?
Mi sarebbe piaciuto molto insegnare. In realtà poi l’ho
fatto. Sono stato istitutore nei convitti e docente all’università. Mi sono
tolto anche qualche soddisfazione, come quella di riuscire a far studiare uno
degli alunni che della scuola proprio non ne voleva sapere. In fondo,
l’obiettivo di un’insegnante è quello di far crescere tutti, soprattutto chi ha
delle lacune. Troppo facile insegnare a quelli più bravi.
Qual è stata l’esperienza più fantastica della tua vita?
Il viaggio in terra santa. Mi sono emozionato molto. E’
stato un tuffo nella storia, lì dove è nato il mondo, il nostro mondo. Non
nascondo che davanti al santo sepolcro ho pianto.
Il tuo prossimo
lavoro letterario sembra scritto apposta per la trasmissione “L’Emigrante”,
almeno nella prima parte dello stralcio che ho letto: a chi è rivolto questo
libro?
A tutti, perché riguarda il
mondo in cui viviamo. Internet era considerato un mondo parallelo, un oltremodo.
In realtà oggi è parte integrante della nostra vita, ma dobbiamo viverlo nella
consapevolezza che, come ogni tecnologia, va utilizzato nel modo giusto.
Purtroppo gli eccessi non mancano. I problemi ci sono. La
privacy, prima di tutti e l’utilizzo spasmodico dei telefonini sempre connessi.
Siamo noi iperconnessi, e lo saremo sempre di più. Forse occorre darci una
regolata. Il libro è rivolto a tutti ma in particolare ai più giovani, i nativi digitali, quelli che il mondo senza internet non lo
hanno neppure conosciuto. L’ho scritto pensando al oro.
In questo libro ho voluto descrivere molte cose del mio
passato, della mia vita, per far comprendere che in fondo, anche senza
internet, si stava bene lo stesso.
Ufficio Stampa Giò Di Giorgio